30 Aprile, 2024
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La protesta dei taxi contro il decreto Asset

Si è svolta il 10 ottobre la manifestazione da parte dei tassisti che hanno scioperato a seguito del decreto Asset, approvato il 5 ottobre, e che è arrivata fino alla sede del ministero dei Trasporti. A protestare, nel pomeriggio nella capitale come in diverse città italiane, erano i tassisti aderenti ai sindacati di base Usb, Orsa e Fast-Confsal, contrari alla riforma che stabilisce un aumento del 20% delle licenze taxi nelle città metropolitane. Secondo i rappresentanti delle sigle sindacali, “inopportuno” è la definizione più elegante per un decreto capace, a loro dire, “di abrogare ogni norma che prevede una programmazione territoriale”. Il ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha definito la mobilitazione come “poco comprensibile”, aggiungendo che lo sciopero proclamato è una protesta tardiva, in quanto la riforma è in vigore, di fatto, già da qualche mese. «L’abbiamo presentata ai tassisti, ai titolari di NCC (noleggio con conducente) e a tutti gli altri attori del settore. Pieno rispetto, come sempre, per chiunque abbia scioperato e, ovviamente, per i numerosissimi operatori taxi che hanno garantito il servizio».

Una manifestazione purtroppo poco riuscita alla quale hanno preso parte solo qualche centinaio di persone in tutto, in una giornata di disagi per i cittadini, già provati dopo lo sciopero del trasporto pubblico di lunedì di autobus e metro. Si sono così fermati per 24 ore anche i tassisti per manifestare appunto contro un decreto, approvato in via definitiva la scorsa settimana, che introduce la possibilità per i sindaci di comuni capoluogo di regione, sede di città metropolitana o di aeroporto di aumentare le licenze rispetto a quelle già rilasciate. Il tutto attraverso un concorso straordinario e con procedure molto più snelle.

Claudia Reale
Redattrice L’agone

 

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