1 Maggio, 2024
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Nella cinematografia la presenza umana in varie condizioni ambientali e culturali

Il genere umano ha sempre amato viaggiare. Più che per diletto, molto più spesso per necessità. Dalle sue origini in Africa, l’uomo ha cercato nuove terre, spinto dalle necessità (fame, clima) per mantenere sé stesso e la sua specie. Ha così colonizzato tutte le terre emerse (tranne l’Antartide) grazie alla sua straordinaria capacità di adattamento.

Ma ha viaggiato anche con la fantasia: Gulliver, personaggio di Jonathan Swift fa il resoconto dei suoi viaggi presso particolari popoli, parodiando lo stile del resoconto di viaggi avventurosi che era comune in quel periodo. Pubblicato pochi anni dopo lo straordinario successo del Robinson Crusoe di Daniel Defoe ottenne popolarità come opera destinata ai bambini. In realtà si tratta di una feroce critica alla società e al comportamento umano del tempo: ognuno dei viaggi diventa il pretesto per irridere il sistema giudiziario, i meccanismi del potere, la politica, la pretesa razionalità, i vizi e i comportamenti dei suoi contemporanei, l’assurdità delle convenzioni sociali, l’irrazionalità della guerra e gli svariati interessi e motivi che la causano (interessi economici, conflitti dinastici e religiosi, dispute politiche, interessi personali o di potere, ecc.).

Con questo ciclo di film, non abbiamo la presunzione di fare altrettanto, ma comunque andremo a conoscere vari aspetti della presenza umana in varie condizioni ambientali e culturali.

13 ottobreUn divano a Tunisi, 2019, 87′, Manele Labidi Labbé – Tunisia

All’indomani della Primavera araba, Selma Derwich, psicanalista di 35 anni, lascia Parigi per aprire un proprio studio alla periferia di Tunisi, dov’è cresciuta. In Tunisia, Selma intende risollevare il morale dei suoi connazionali dopo lo shock della rivoluzione e la caduta di Ben Ali, ma deve scontrarsi con la diffidenza locale, con un’amministrazione passiva e con un poliziotto che le rema contro.

20 ottobreOffside, 2006, 93′, Jafar Panahi – Iran

Teheran. Allo Stadio Azadi si gioca una partita di calcio tra la nazionale iraniana e la rappresentativa del Bahrain, valida per le qualificazioni al campionato del mondo che si terrà l’anno successivo.

Nel paese il regime impedisce alle donne di assistere a manifestazioni sportive ma, nonostante il divieto, un gruppo di sei tifose decide comunque di seguire la partita andando allo stadio travestite da uomini.

27 ottobreNon uno di meno, 1999, 102′, Zhang Yimou – Cina

Una ragazzina di 13 anni viene assunta per una breve supplenza nella scuola di una zona rurale e misera della Cina, in cui anche i gessetti sono un bene prezioso. Affronta completamente impreparata le difficoltà dell’insegnamento e stenta a imporre attenzione e ordine ai piccoli scolari. L’assenza di uno degli alunni, costretto dalla situazione familiare a lavorare in città, la costringe ad affrontare un viaggio disagevole e un’affannosa ricerca.

3 novembreLe invisibili, 2018, 102′, Louis-Julien Petit – Francia

Quando il comune chiude Envol, il centro di accoglienza femminile per cui lavorano, le assistenti sociali Manu, Angelique, Audrey ed Hélène cercano di aiutare il gruppo di senza tetto a trovare un lavoro. Per farlo, decidono di mantenere aperta la struttura illegalmente. Fra profonde crisi personali, enormi difficoltà di inserimento, tradimenti e amori, le donne cercano in ogni modo di inserirsi nel mondo del lavoro.

10 novembreSami blood, 2016, 110′, Amanda Kernell – Lapponia

Christina è una donna anziana che, con il figlio Olle e la nipotina Sanna, torna al suo paese d’origine per assistere al funerale della sorella. Non vorrebbe andarci: infatti lei è di origine sami, ma detesta la sua gente. Poco dopo il funerale, chiede al figlio di andarsene subito, ma lui risponde che partiranno il giorno dopo, e le propone di alloggiare momentaneamente in casa della sorella defunta, ma Christina insiste nel dormire in un hotel. Christina ripensa alla sua gioventù nella comunità sami, quando il suo nome era Elle-Marja e conciava la pelle delle renne assieme alla sorella minore Njenna. Le due sorelle vengono iscritte ad un collegio per soli sami, dove gli viene imposto il divieto di parlare la loro lingua madre, pena severe punizioni corporali. Elle-Marja, rispetto alla sorella Njenna, sembra più disposta a seguire le regole.

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