17 Maggio, 2024
spot_imgspot_img

L’editoriale – A proposito di lavoro….

Art. 4 della Costituzione. “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.

“Cipputi, Il lavoro nobilita l’uomo”, “Vaglielo a spiegare a quei cafoni dei disoccupati”: questa vignetta di quel genio di Altan mi torna sempre in mente quando in Italia si parla di lavoro.

Perchè il lavoro è un diritto costituzionalmente garantito, ed è talmente garantito che se non ce l’hai da qualche anno hai anche un reddito di cittadinanza per avere quel sostegno minimo per tirare a campare anche se lavoro non ne hai, anche se non è la stessa cosa, che comunque e per l’appunto è il lavoro a nobilitare l’uomo, vecchio adagio che vorrebbe significare che attraverso una occupazione l’uomo accresce il suo stato morale in uno stadio di fondamentale crescita personale.

La frase, e quel che ne consegue, fanno pensare, se calate nel mondo di oggi, dove il lavoro è principalmente fonte di reddito, e solo in seconda istanza, e raramente, anche foriero di crescita personale.

Se è vero che negli ultimi 200 anni la tutela del lavoratore ha fatto enormi passi in avanti, è altrettanto vero che vi sono tante e tali sacche di sfruttamento dei lavoratori che l’ultima idea che questi lavoratori hanno è che il lavoro possa nobilitarli, anzi semmai hanno l’idea contraria. E non basta la semplice occupazione, più o meno pagata, ad assicurare quella nobiltà dell’animo che eleva il cittadino di livello, facendolo diventare un cittadino consapevole a 360 gradi, in grado di effettuare nella vita di tutti i giorni scelte razionali che possano aiutare anche il Paese ad essere di conseguenza migliore.

L’introduzione del reddito di cittadinanza, poi, determina un epocale cambiamento dell’antico concetto di nobiltà del lavoro; se fino a qualche anno fa ad essere tutelato, per dei periodi, era il lavoratore che perdeva il lavoro, oggi il reddito di cittadinanza consente a tutti, anche a chi non abbia mai lavorato in vita sua, di avere accesso a un reddito minimo senza mai lavorare.

La discussione se il reddito sia giusto o sbagliato ci porterebbe lontano, ma certamente questo cambia le dinamiche del lavoro, e in qualche modo le distorce: se ho 700 euro mensilmente dallo Stato per stare a casa, quale il vantaggio di lavorare per portarne a casa magari 1000?

La cosa ovviamente ha una doppia valenza: dicono i sostenitori del reddito che questo aiuta non solo ad avere un sostegno ma anche a prevenire abusi dei datori di lavoro, dicono quelli contrari che così facendo non trovano più lavoratori disposti a lavorare per quel salario, e dunque si trovano spesso a dover utilizzare gente che lavora in nero e parallelamente usufruisce del reddito di cittadinanza.

Ma questo discorso ci porterebbe lontano, il problema è capire se oggi ha senso ancora affermare che il lavoro nobilita l’uomo, e la risposta, nonostante la premessa, è si.

Lo nobilita se gli consente di lavorare con adeguate tutele, se lui ha voglia di affrontare il mondo del lavoro con la giusta testa, se il panorama circostante lo consente: quanto questo oggi accada non so, anche sotto forma della consapevolezza di molti lavoratori di avere comunque la fortuna di svolgere quel lavoro e percepire una corretta retribuzione, mentre altri magari anche più idonei sono a casa lamentandosi di essere senza occupazione.

Rimane dunque, nel giorno della festa del lavoro, tutelato dalla Costituzione ed anzi nucleo fondante di questa, l’eterno dubbio se il lavoro sia un diritto o un dovere del lavoratore, e se il progresso materiale e spirituale della società dipenda da lui quale lavoratore o se solo una società già progredita ne consenta il giusto e meritevole sviluppo.

Dalla risposta a questi due dubbi dipende buona parte del futuro del mondo nel terzo millennio; buona fortuna.
Alessandro Tozzi
Avvocato e scrittore

 

 

Ultimi articoli