28 Aprile, 2024
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Lazio e Lombardia chiamate al voto, le due regioni voteranno il 12 e il 13 febbraio

Regione, D’Amato è il candidato del centro sinistra. Ma la tempesta è dietro l’angolo…

Le elezioni regionali si avvicinano e, per questa volta, la data di voto sarà duplice. A spingere a favore di questa decisione sono stati Attilio Fontana e Matteo Salvini.

La “notizia calda” per quanto concerne la Regione Lazio è un susseguirsi di news sul “toto nominativi” del candidato di punta e le rotture a seguito della scelta finale di quest’ultimo.

Inizialmente le ipotesi ricadevano su due politici: Alessio D’Amato, assessore della Regione Lazio, e Marta Bonafoni, fondatrice di “Pop-idee in movimento”, ma la scelta del candidato proposto dal Partito democratico è ricaduta sul primo. Soprannominato “Mister Vaccino”, D’Amato è stato uno dei protagonisti del periodo pandemico, superato con la promessa (che difficilmente non può non sembrare anche uno slogan elettorale) di “ridisegnare la sanità rafforzando la rete territoriale”.

Classe 1968, l’assessore alla sanità è a capo della cabina di regia della sanità della Regione dal 2013, ma precedentemente ha ricoperto altri ruoli: tra il 2005 e il 2010 è stato membro della commissione Sanità e Bilancio del consiglio regionale del Lazio e della commissione sicurezza sul lavoro. Contemporaneamente (dal 2008 al 2010) ha ricoperto l’incarico di presidente della commissione affari costituzionali, ma la sua personalità si è affermata durante il periodo del Covid19, quando ha rappresentato uno dei portabandiera contro la lotta alla pandemia nella Regione Lazio. Un uomo amato e odiato per le decisioni prese tempestivamente (c’è chi gliene ha riconosciuto una virtù, chi un demerito) nel contesto della crisi sanitaria, promotore dell’investimento di 10 milioni di euro per la gratuità dei contraccettivi a favore delle fasce d’età più giovani tra i 14 e i 19 anni e nella speranza di migliorare la tutela delle donne all’interno della regione.

Nel maggio 2022 aveva espresso la volontà di partecipare alle primarie del centrosinistra in vista delle elezioni ormai imminenti. In sostanza, quello di D’Amato era un nome che poteva comparire tra i candidati per il centrosinistra in vista delle regionali.

E questo è proprio ciò che è accaduto, la direzione regionale del Pd ha accolto in blocco la decisione dei vertici di convergere sulla sua candidatura, su indicazione del Terzo polo. D’Amato ha raccolto un consenso quasi unanime nella riunione del 14 novembre: 49 votazioni a favore su 50 (l’unico contro è stato quello del deputato Marco Miccoli). Tuttavia è notizia di questi giorni, quella che vede già una frattura interna al centrosinistra. Una nota Ansa del 9 dicembre riporta la dichiarazione di Sinistra Italiana: “Non staremo con il Pd e Calenda. Per un’incompatibilità su elementi portanti e un profilo politico a guida Calenda che sostiene Alessio D’Amato”. Ma febbraio è ancora lontano: la partita è ancora aperta.
Lucrezia Roviello

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