Siamo a un passo dal default, ma non siamo in default. Abbiamo capacità sufficiente per riprenderci dallo stallo nel quale siamo caduti.
Il momento non è dei migliori ma siamo alla vigilia di una votazione importante (25 settembre) che può essere di svolta per la politica italiana, se consideriamo che l’Italia è stata tra i paesi fondatori della CEE e della UE e ha ancora un ruolo importante e strategico nel Mondo.
Spetta a noi votare la coalizione che meglio garantisce la nostra permanenza nell’ONU e nella Nato cioè nel Patto Atlantico, per la pace e la sicurezza. L’Italia, anche per la sua posizione geografica, ha proficue relazioni commerciali, economiche e politiche a livello internazionale.
Durante la campagna elettorale ho sentito da parte di esponenti di partito mettere in dubbio oggi l’appartenenza a queste Organizzazioni. In un Mondo globalizzato non ci si salva da soli.
In vista del 25 settembre ho passato al vaglio, con profonda introspezione, alcune esperienze vissute, al fine di conoscere meglio me stesso e portare agli altri il senso delle mie riflessioni.
Mentalmente ho rivisto la cronaca politica di Berlusconi, di Salvini, della Meloni, di Letta, del PD (con le sue anime), di Calenda, di Renzi e di tanti altri attori che vivono di politica.
Una visione non esaltante, per le tante cose malfatte o incompiute o non prese in esame.
Un lascito negativo di bugie nei diversi ambiti: giustizia, stato sociale, precarietà, povertà, disuguaglianze.
Oggi il tutto ha assunto proporzioni incalcolabili con l’arrivo del covid pandemico, della crisi climatica e della guerra in Ucraina.
Mi sono chiesto: cosa posso fare? D’acchito mi sono detto nulla, ma poi riflettendoci ho scoperto che posso fare qualcosa e mi sono imposto un decalogo. Serve a me, ma potrebbe servire anche ad altri.
- Conoscersi e credere in sé stessi, prima di presumere di conoscere gli altri.
- Evitare polemiche sterili che non aiutano, anzi complicano.
- Vincere l’isolamento e promuovere le relazioni di vicinato.
- Riflettere prima di schierarsi contro, farsi venire qualche dubbio sulla propria verità.
- Rivedere le abitudini: sulla raccolta differenziata, lo spreco d’energia, lo spreco dell’acqua, il rispetto della natura, il rispetto del prossimo.
- Credere nella democrazia partecipata.
- Presenziare per avere diritto di parola.
- I diritti sono importanti ma lo sono anche i doveri.
- Votare è un dovere civico
- Gli elettori sono i revisori della politica.
Credo nella capacità di ciascuno per riprendersi dallo stato di indifferenza, di superficialità, di noia. La mia non è utopia è invece eutopia, reale possibilità se si dà ascolto alla coscienza e alla ragione.
Iniziamo con l’andare a votare.
Io ci andrò e voterò la coalizione di sinistra perché attraverso la ricostruzione storica personaggi significativi di quest’area come Di Vittorio e Berlinguer, per esempio, si sono spesi per le classi meno protette e il DNA della sinistra è sempre quello, se pure sotteso o dimenticato per l’assenza di politici capaci, ma non cancellato.
Il mio auspicio è che gli astensionisti riconoscano che siamo una Comunità che naviga in brutte acque e il contributo partecipativo è un dovere civico (Cost.art.48).
Franco Marzo
Redattore L’agone