26 Aprile, 2024
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Lucattini: “Suicida per colpa dei bulli”

In seguito alla tragica vicenda di Alessandro, il ragazzo di 13 anni di Gragnano (Napoli), morto cadendo dal quarto piano e che avrebbe deciso di togliersi la vita a causa delle vessazioni di una gang di bulli, abbiamo ritenuto indispensabile una riflessione, su quanto accaduto, sia per i giovani che per i genitori, che hanno un ruolo determinante nella guida dei propri figli. Così abbiamo chiesto il parere di Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista della società psicoanalitica italiana e dell’International Psycoanalytical Association, al fine di comprenderne quali possono essere le possibili motivazioni di un gesto così estremo, di quanto sia pericoloso il comportamento innescato dai “bulli” e di come i genitori possano  intervenire per cercare di  evitare dinamiche di cyber bullismo.

“Il cycerbullismo è ormai una piaga sociale che uccide” – spiega Adelia Lucattini

Perché i ragazzi non si ribellano?

Sono sopraffatti dall’aggressività e dalla violenza. La loro mente in crescita e l’emotività che ancora oscilla tra infanzia e prima adolescenza, non è in grado di far fronte da sola alle aggressioni violente.

La mente e inconscio primitivo gruppale del ‘branco’, questo sono i bulli, sopraffà la mente e l’inconscio individuale della vittima se questa non trova un aiuto in chi ha intorno.

Perché secondo Lei,  non ne parlano con i genitori?

Perché spesso i figli hanno paura di far loro dispiacere o di deludere i genitori. Inoltre, soprattutto nei maschi, può innescarsi un moto di orgoglio mosso dal bisogno di affermarsi sul sé stesso ancora bambino, che li porta a credere che se ne parlano i genitori, questi pensino che “non sa difendersi da solo”.

Cosa possono fare i genitori?

Innanzitutto avere sempre un pensiero “protettivo” nei confronti dei figli pur correggendoli se sbagliano.

È importante che i genitori si assumano la responsabilità di indicare cosa è giusto e cosa è sbagliato. Anche gli adulti possono sbagliare ma a qualsiasi errore si può porre rimedio.

Bisogna dare fiducia ai figli, ascoltarli e credere loro fino a prova contraria. Sono gli adulti a dover essere forti anche per i figli, finché questi non saranno cresciuti e autonomi.

Cosa possono fare i genitori per cercare di evitare che si inneschino dinamiche di cyber bullismo?

Controllare insieme ai figli il loro telefono;

Mettere il parentale control fino all’età di legge;

Chiedere se va tutto bene  anche quando non ci sono particolari segnali di disagio, è un modo per prendersi cura e aprire il discorso;

Coinvolgere i figli in attività familiari online, come: chat della famiglia e chat con i parenti, giocare insieme ai videogiochi;

Farsi insegnare dai figli come funzionano i dispositivi elettronici e le applicazioni, avere delle applicazioni condivise di musica, piattaforme digitali di film in modalità famiglia;

Dotare i figli di una propria email ‘filiazione’ dell’email di uno dei genitori.

Marialuisa Roscino

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