19 Aprile, 2024
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L’irrealtà delle cose e quel “viver bene” che scompare

Sconfina nell’irrealtà la tragedia della Marmolada, col solito gioco del rimpiattino, anche se pare stavolta sia colpa di nessuno. Sconfina nell’irrealtà l’assassinio dell’ex premier giapponese, avvenuto per mano di un quarantenne in disaccordo con la “gestione delle cose” portata avanti dallo stesso Shinzo Abe. Sconfina nell’irrealtà la reazione alla sentenza del processo per la morte di Willy Montero Duarte da parte dell’entourage dei fratelli Bianchi, con un gruppo di persone che punta il dito contro un processo mediatico perfino vessatorio nei confronti dei due ergastolani.

Sconfina tutto nell’irrealtà, mentre giorno dopo giorno ci si rende conto che la società peggiora, nonostante i buoni propositi di iniziative volte al “volemose bene”. Dicono sia colpa dei social, che prima certa acredine c’era ma era impossibile da ostentare, e se veniva ostentata, al massimo la frase cretina restava circoscritta in un bar, o nel salone del barbiere; adesso invece, in Rete, c’è la gara a dimostrarsi “cuori cattivi”. Forse, aggiungiamo, è colpa del fatto che non riusciamo a far tesoro dei consigli degli anziani, ultimi baluardi di un’educazione e di un modo di vivere “per bene” che sta evaporando come una bolla di sapone.
Massimiliano Morelli

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