28 Aprile, 2024
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Riceviamo e pubblichiamo – A proposito dell’ex sindaco Armando Tondinelli

“Incontinenze” politiche di Tondinelli, ex-sindaco di Bracciano

Il 30 e il 31 marzo u.s., sui giornali on-line, è apparsa una dura polemica sulle capacità realizzatrici dell’attuale Leadership di Bracciano: di qua l’ex-sindaco, dr. Armando Tondinelli (insieme ai suoi 2 consiglieri prof.ssa Roberta Alimenti e Dr.ssa Claudia Marini); di là il neo-sindaco dr. Marco Crocicchi. L’accusa lamenta lentezze e ritardi operativi, come l’asfalto di strade e la nomina del Responsabile “Prevenzione Corruzione”. Per la difesa, il protrarsi dei tempi si dovrebbe a pasticci pregressi dell’ex-Sindaco, segnalati dalla Burocrazia, che nel frattempo li ripara.
Non avendo i documenti, noi non ci permettiamo di pontificare su torti e ragioni. E’ comunque positivo che la Minoranza pungoli e riveda le bucce alla Maggioranza; né spaventino le tonalità accese e le enfasi da melodramma (quando Tondinelli era al potere, però, ogni critica gli procurava l’orticaria).
Il problema è che l’ex-Sindaco non si limita alle critiche, sempre legittime; egli talvolta “deborda” verso “l’incontinenza”. E rovina così il suo indubbio talento politico. Un po’ come Renzi e Salvini, inclini a suicidarsi per una battuta di troppo. E un po’ come lo zar Putin, “abilissimo”, con la sciagurata strafexpedition in Ucraina, a mettersi fuori-legge, pur avendo motivi di lamentele. All’epoca Dc, il caustico Fanfani li avrebbe bollati col suo celebre: “la fan fuori dal vaso”…
Ecco la frase che il dr. Tondinelli doveva risparmiarsi, nel suo interesse: “Mi spiace dover riprendere (…) le parole utilizzate a giugno 2019 dall’ex-sindaco e padre dell’attuale presidente del Consiglio comunale Giuliano Sala”.
Trasecolo. Tutti sanno che l’attuale presidente del Consiglio è Giulia, non Giuliano Sala, suo padre. La dizione corretta della frase, rispettosa dei fatti, avrebbe voluto 3 cose: 1) -che “Giuliano Sala” si ponesse subito dopo “ex-sindaco”; 2) – si cancellasse la vocale “e”; 3) – si aggiungesse “ di Giulia” dopo “padre” e si cancellasse il successivo “dell”. In modo che la frase suonasse così: “(…) dall’ex-sindaco Giuliano Sala, padre di Giulia, l’attuale presidente del Consiglio comunale”. Molto più brutto, asfittico e farraginoso, ma corretto nella sostanza, sarebbe stato mettere tra parentesi “e padre dell’attuale presidente del Consiglio”.
Una svista stilistico-sintattica, dunque? Un peccatuccio veniale? Ma Tondinelli, pur discutibile come ogni Politico, ha il dono della chiarezza, eleganza, puntigliosità stilistico-sintattica. E allora? Non ci rimane che un’ipotesi “politichese”: “fingere” di confondersi tra i due nomi. Per insinuarci l’idea (perno della sua campagna elettorale d’autunno, peraltro persa) che Giuliano e Giulia combaciano; e che lei sia la controfigura di lui. Del tipo: si scrive “Giulia”, ma si legge “Giuliano”.
Come che sia, gaffe o no, associare i due nomi lo direi offensivo per entrambi. Nei sistemi giuridici civili la responsabilità è individuale e non trasmissibile. Ce l’insegna la filosofia giuridica cristiana sull’unicità e irrepetibilità di ogni Uomo.
Per quel che so, Giuliano, come ogni Papà con una Figlia unica, adora Giulia e pende dalle sue labbra. Con due moine lei se l’addomestica. E’ più probabile che sia lei a strumentalizzare lui. Giulia, d’altra parte, è una donna emancipata di 37 anni. Che convive con un Compagno ad Anguillara ed è avvocatessa, studio al centro. Lei è longa manus di se stessa; ed è anzi nel periodo edipeo più acuto, in cui ogni Nuova Generazione sogna di superare la Vecchia e non ne accetta i consigli, mentre ogni Genitore sogna di essere superato dal Figlio (ma soltanto da lui, neh!). E’ in tal cornice che Laio si fa “uccidere” da Edipo. Giulia, d’altronde, giunge al Comune dopo una lunga gavetta nel Pd, con un record di preferenze, quasi 700. E’ apprezzata per la sua pazienza certosina nel mediare tra i Gruppi, un dono che al Padre difetta.
Ora noi ci appelliamo al senso di responsabilità di ciascuno. Basta con l’ordalia Tondinelli-Sala, che ci avvelena da 15 anni. Bracciano ne è stufa; e s’attende una normale dialettica tra Maggioranza e Minoranza, senza sbranamenti. O diluvi di denunce. Che, se inflazionate, perdon peso e credibilità, con effetti boomerang Una normale dialettica com’è dappertutto, insomma. Ove ogni Amministrazione si giudica per quel che fa di positivo o di negativo; o anche, signorsì, per i ritardi nel fare.
Tondinelli, peraltro, non ha compreso che perse di brutto l’ultima elezione, proprio per il suo insistere ossessivo nell’ordalia. Che a sua volta è figlia d’una scarsa attitudine a mediare. Col pericolo delle litigiosità permanenti. Nei 5 anni del suo regno (2017-2022), egli ha litigato con due suoi fraterni vice-sindaco, da lui stesso imposti: Gianfranco Rinaldi (traslocatosi poi con Crocicchi) e Luca Testini, che ha presentato addirittura una lista alternativa, insieme ai “suoi” ex-fedelissimi Enzo Picone, “suo” ex-presidente del Consiglio comunale, e alla suffragatissima “sua” ex consigliera Sabrina Sella. Che più? Ha “epurato”, o indotto alle dimissioni, ben 5 “suoi” mega-assessori: Remigio Marini, Elena Felluca, Alessandro Bonura, Sergio Osimo, Giovanni Bentivogli. E che dire d’un peso massimo come l’ex-delegato alla manutenzione, Fabrizio Marcantoni, traslocatosi poi con Bergodi? Per brevità, tralasciamo l’ecatombe di 4 Segretarie generali e di 12 Capi-area. Litigò persino coi suoi affezionati Elettori del Comitato Montebello!…
Conseguenze. Alle ultime elezioni Tondinelli, benché appoggiato da tutt’e tre i partiti di centro-destra (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia) ha preso appena il 27% dei voti, men della metà del suo bacino virtuale (56%). Infatti, si giunge al 56%, se al 27% sommiamo i bacini della diaspora, cui aggiungerei Alfredo Massi, già candidato sindaco del centro-destra nel 2012, ed oggi vice-sindaco di Crocicchi.
Conclusione. Crocicchi. oltre che per i meriti suoi e dei suoi Collaboratori, ha vinto perché Tondinelli s’è fatto karakiri, trascinando nel disastro il centro-destra. Il quale deva cambiar cavallo, presentando un nome condiviso (Bergodi, forse?), se vuol garantirsi anche nelle urne la maggioranza virtuale che ha tra i Cittadini.

P. S. – Tondinelli farebbe un figurone da grande Statista, se chiedesse scusa alle 17 Famiglie (in primis i Sala), che, dietro esposti anche suoi, furon colpite da fasulle accuse di associazione a delinquere, coi CC che, all’alba, buttavan giù dal letto chi dormiva, i Vicini a spettegolare, gli Amici a scansarsi. Cavalcando quelle accuse, egli diventò Sindaco. La stessa Procura scagionerà poi tutti. Fu un abbaglio. S’eran presi per reati alcuni presunti errori politici. Nel frattempo, quanto fango e quanto dolore ingiusto anche su chi non c’entrava, come le Mogli e i Figli!…

Amedeo Lanucara – Giornalista

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