14 Ottobre, 2024
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Il ‘Muro delle Bambole’ a Manziana

Il Muro delle Bambole riprende una tradizione indiana secondo la quale ogni volta che una donna subisce violenza, una bambola viene affissa sulla porta della sua casa. È diventato il simbolo internazionale di tutte le vittime di femminicidio, che ha innescato delle realizzazioni artistiche dal grande impatto emotivo in diverse città italiane ed europee. La più nota in Italia è stata quella realizzata a Milano, idealizzata da Jo Squillo e Giusy Versace. Domenica 3 aprile, un mattoncino di questo muro è simbolicamente arrivato a Manziana, dove si è tenuto, presso l’aula consigliare del Comune, un convegno organizzato dall’Assessore alla Cultura, Eleonora Brini.


In un’aula consigliare gremita per quanto concesso dalle regole di distanziamento anti-covid, si sono succedute relatrici d’eccellenza tutte appartenenti alla Rete Europea delle Donne: l’europarlamentare Luisa Regimenti, Presidente onorario della Rete, la dott.ssa Antonella Sambruni, coordinatrice nazionale e la dott.ssa Stefania Arciello, responsabile locale. Dopo i saluti istituzionali del Sindaco Bruno Bruni e del Vicesindaco Massimo Piras, la dott.ssa Arciello ha condiviso gli scopi della Rete Europea delle Donne, che sono la sensibilizzazione nelle varie realtà territoriali sul tema della violenza di genere; “quello che facciamo” ha detto “vuole essere un messaggio che si trasforma in azioni”. Il convengo, ha spiegato, era previsto per il 20 marzo, giorno dell’equinozio di primavera, data scelta per il suo alto valore simbolico; durante questo periodo le ore del giorno sono uguali a quelle della notte, auspicio di raggiungimento di uguaglianza tra donna e uomo, dopo millenni di disparità. Tra i progetti in fase di realizzazione c’è quello di divulgazione culturale nelle scuole primarie, seme di speranza per sconfiggere il fenomeno anche prima del 2050, termine di previsione progettuale delle politiche europee. A seguire ha preso poi la parola la dott.ssa Sambruni: “non dobbiamo abituarci alla parola femminicidio, affinchè le vittime non diventino solo dei numeri”. La coordinatrice nazionale ha ricordato la Rete quale veicolo propulsivo di violenza verbale, che va combattuta di pari passo alla violenza agita. “Il linguaggio incide sulla percezione con il grande potere di creare pregiudizio”, ha detto, riprendendo quanto sottolineato poco prima dalla moderatrice Eleonora Brini: “bisogna lavorare sull’abbattimento del pregiudizio”. La coordinatrice ha ribadito l’importanza del progetto pilota che ha il proposito di educare al rispetto cercando di abbattere la violenza sin dalle scuole primarie.

La conclusione dei lavori è stata affidata all’Onorevole Regimenti che ha aperto il suo intervento ricordando il motto della rete: “Tutte per una, una per tutte!”. L’Europarlamentare ha definito la Rete Europea delle Donne “un contenitore pensante” che ad oggi riunisce oltre 900 donne provenienti da realtà professionali e territoriali diverse, ma tutte impegnate in attività sociali nelle proprie città. Il movimento ha la finalità di far percepire a ogni donna che subisce violenza di non essere sola; l’On. Regimenti ha ricordato quanto prima la pandemia, e adesso il conflitto in Ucraina, abbiano acuito gli episodi di violenza contro le donne. Ha tratteggiato i profili del suo progetto realizzato al Parlamento Europeo di Bruxelles, volto a contrastare tanto gli episodi di violenza contro le donne, quanto il fenomeno della violenza assistita in ambito domestico, approvato all’unanimità senza distinzione di appartenenze politiche. Al termine del convengo, che ha confermato l’attenzione dell’Amministrazione Comunale di Manziana verso il fenomeno, è stata posta una targa su un ulivo piantumato all’esterno del palazzo comunale. “La donna è un dono da amare” si legge sulla targa, che ci si augura possa essere il primo comandamento di ogni uomo del domani.

Ludovica Di Pietrantonio

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