29 Aprile, 2024
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Adolescenza e identità: le difficoltà della crescita nel post pandemia

Dare un senso ed essere consapevoli di sé come entità distinta dalle altre e continua nel tempo. Questo concetto, conosciuto come identità, non è un prodotto statico, bensì un processo dinamico e in continuo mutamento.

Durante la prima adolescenza l’identità inizia a plasmarsi, gettando le fondamenta del suo successivo sviluppo. La “crisi” vissuta dall’adolescente è causata dal trovarsi in bilico tra il non essere più bambini e il rivendicare autonomia rispetto alla famiglia, per comprendere aspirazioni, desideri, inclinazioni, che lo renderanno unico.

C’è un lasso di tempo durante il quale l’adolescente valuta le possibili alternative, scoprendo ogni giorno inediti aspetti di sé. Essenziale agente promotore di questa esplorazione è il contesto sociale nel quale egli cresce.

Dai pari agli insegnanti, passando per sport e momenti di aggregazione, l’adolescente può sfruttare ogni occasione per conoscersi in modo gradualmente più profondo. I pari, in particolare, rappresentano un punto di riferimento alternativo ai genitori, soprattutto quando si condividono insieme non solo le ore scolastiche, ma anche attività di svago. Un adolescente che riesce a definirsi, trovare gli aggettivi giusti per descriversi è un ragazzo che ha superato la “crisi” ed è riuscito a portare a termine la sfida della formazione dell’identità.

La pandemia da COVID-19, ha rimesso in discussione il concetto di identità, e tutti quei fattori che concorrono affinché si sviluppi al meglio. Durante il primo lockdown di marzo 2020, gli adolescenti hanno dovuto modificare la propria routine, interrompendo le relazioni faccia a faccia con i pari e riportando temporaneamente in primo piano la condivisione del tempo con la famiglia.

È dietro uno schermo che i giovani hanno vissuto le loro relazioni. In un momento così delicato, come quello dell’adolescenza, le esperienze passano per lo più attraverso il corpo. I cambiamenti fisici sono le prime modifiche alle quali i ragazzi devono far fronte. Veder cambiare il proprio corpo, i tratti del viso, l’accrescimento del seno e dei fianchi per le ragazze, la peluria e la voce per i ragazzi, sono spesso motivo di paura, timore di non piacere agli altri.

L’adolescente rivolge la sua attenzione al gruppo che diventa sempre più importante. Essere IN GROUP significa piacere, essere accettati, “far parte di “. Nel contempo, per l’adolescente essere in un gruppo vuol dire sentirsi più forte.

Là dove le prime esperienze mancano, sono circoscritte a video chiamate, chat, social, il giovane non ha più un terreno vero sul quale misurarsi, ma tutto assume una consistenza fluida, virtuale. È come se niente fosse vero o comunque sufficientemente vero per poter essere vissuto pienamente. Un video è un filtro che protegge ma che impedisce anche di vivere profondamente le relazioni e le emozioni che le accompagnano.

Famiglie e scuola sono i “confini” affettivi entro i quali l’adolescente può trovare la consapevolezza di vivere le relazioni e le emozioni.

Dott.ssa Ilaria Tonelli, Psicologa Clinica- Presidente Protezione Civile Prociv Arci PsicosocioSanitaria

Dott.ssa Serena Tagliente, Psicologa Clinica e di Comunità

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