Cominciamo ad accogliere festosamente, nelle nostre classi, i primi spaventati bambini ucraini. Altri ne arriveranno presto e mi sento felice nel far notare che mai nessun alunno, anche se senza documenti, sia mai stato respinto da alcuna delle Scuole che dirigo. Anzi, sempre sono stati tutti accolti con l’amore ed il calore che i veri insegnanti hanno verso i piccoli allievi. Non abbiamo mai fatto differenza fra i bambini italiani e quelli romeni, francesi, ghanesi, olandesi, marocchini, tedeschi, senegalesi, cinesi, bulgari eccetera … nell’Istituto Comprensivo Corrado Melone abbiamo rappresentanti di circa 50 diverse nazioni ed i problemi li abbiamo avuti solo da parte dei razzisti di una certa età, ma che riteniamo siano nati vecchi e stupidi.
Non staremo qui a difenderci dagli sciocchi che ci accusano di disinteresse verso altre guerre perché la pace è il nostro obiettivo fondante del nostro insegnamento e sempre abbiamo spiegato ai ragazzi l’orrore di tutte le guerre. Non staremo nemmeno ad ascoltarli perché nessuno di loro prese le nostre parti quando fummo accusati di essere anti italiani perché nella nostra Scuola si insegna il romeno nelle ore curriculari.
Chi ci accusava allora e raccolse circa 600 firme per mandarmi via erano gli stessi che ora parlano di accoglienza verso gli ucraini, ma in passato hanno spostato i loro figli da questa Scuola perché da noi si insegna il romeno. Questi razzisti falsi e ipocriti sono vecchi e stupidi, anche se hanno una età minore di 60 anni, perché solo chi è vecchio e stupido può pensare che imparare una nuova lingua o conoscere la cultura dei compagni di banco dei propri figli possa essere diverso a seconda della Nazione da cui provengano.
Noi continueremo ad accogliere ucraini e russi perché noi non siamo “né con gli uni né con gli altri”, ma siamo “con gli uni e con gli altri”. Non è impossibile perché sono tutti bambini e la guerra non la vuole nessuno di loro, anzi siamo certi che non la vogliano nemmeno nessuno dei loro genitori. Per amore loro non ascolteremo le vuote chiacchiere di chi si dice pacifista, ma in fondo desidera la guerra, purché muoiano gli altri.
Con vero piacere riporto di seguito (e mi associo totalmente) la nota inviata dal nostro Presidente del Consiglio di Istituto.
<<Caro Riccardo.
vorrei mandare il saluto di tutto il Consiglio d’Istituto ai ragazzi provenienti dall’Ucraina che la nostra Scuola accoglierà domani. Vorrei dire loro che la “Corrado Melone” da anni persegue i valori della Pace, dell’Inclusione e dell’Accoglienza come principi universali guida di tutta la didattica e della vita scolastica.
Questi ragazzi avranno modo di apprezzare, purtroppo per una situazione drammatica, il carattere multietnico del nostro territorio e che il valore della Pace tra i popoli e della tutela delle diversità è portato avanti da te e tutto il corpo docente da sempre.
La Scuola e, più in generale, i cittadini tutti stanno facendo un semplice gesto, ma non meno straordinario: accogliere oggi chi fugge dalla violenza, come dovrebbe essere sempre per chi è costretto a scappare dalle ingiustizie e dalla fame, perché ogni individuo ha diritto a vivere felice e in armonia.
Non sempre il dettato evangelico di Marco 25,35-44 “avevo fame e mi avete dato da mangiare …” è stato praticato, anzi, e ci sarà da studiare il perché di questa empatia per il popolo ucraino quando nel mondo ci sono altri 58 conflitti che non ricevono uguale copertura mediatica. Ecco allora che questi eventi ci impongono un ulteriore momento di riflessione sul ruolo educativo della Scuola: perché non vediamo sempre in una persona che soffre una persona da aiutare? Posso conoscere l’altezza del monte Everest al millimetro, il giorno di nascita di Napoleone o le tabelline a memoria, ma se non riesco a provare dolore per un Uomo che soffre, la comunità in cui sono stato allevato avrà disatteso il suo scopo e reso ancora più profonde le radici dell’odio e della distruzione.
Buona giornata dell’accoglienza a tutti e che la presenza di questi ragazzi ci ricordi che mettersi al servizio della comunità è già fare comunità.
Luca Massenti, presidente del consiglio di istituto