Per il leader di Forza Italia la ripresa economica non potrà esserci “se il 60% della ricchezza prodotta viene incamerata dallo Stato con le tasse”. Sul centrodestra: “Giorgia Meloni una risorsa ma il futuro premier lo sceglieranno come sempre gli elettori”

In un’intervista esclusiva a Il Giornale, il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi parla del suo stato di salute e dice di stare “gradualmente migliorando” e che in ambito sanitario “la svolta c’è stata” e “possiamo vedere finalmente un po’ di luce in fondo al tunnel” e anche sul piano politico scommette che “i buoni rapporti stabiliti da Draghi negli anni in Europa gli saranno d’aiuto” perché “i rapporti internazionali sono fatti anche di credibilità e di fiducia personale” come “io ho fatto per molti anni” e “sono rapporti che durano anche oggi”, assicura Berlusconi, che si augura che Draghi anche in materia di immigrazione “saprà usare “il metodo Berlusconi”: “non contrapposizioni muscolari ma rapporti c ostruttivi sia con gli europei che con i governi della sponda Sud del Mediterraneo”.

Del governo Draghi dice: “È un’anomalia destinata a durare fino a quando l’emergenza non potrà dirsi davvero superata” e poi “la politica tornerà a far emergere le naturali distinzioni”.

I ministri forzisti? “Sono fra i migliori del governo Draghi”. Poi Berlusconi rilancia il suo slogan preferito: meno tasse per tutti, e dice: “Se l’Italia esce dall’emergenza sanitaria grazie ai vaccini, non esce dall’emergenza economica se non ripartono occupazione e consumi e se le aziende non tornano a fare utili”, perciò “tutto questo non accadrà mai se il 60% della ricchezza prodotta viene incamerata dallo Stato con le tasse”

Quindi propone “no tax area fino a 12.000 euro di reddito, una tassazione al 15% fino a 25.000 euro, al 23% fino a 65.000 e al 33% oltre i 65.000”.

E dice che una delle riforme “delle quali sono più orgoglioso è l’abolizione della tassa di successione” perché “patrimoniale e tassa di successione significa tassare per la seconda volta il patrimonio”.

Su Salvini: “Ha evidenziato una difficoltà che evidentemente esiste: se con la sinistra siamo avversari politici da trent’anni” e “ci sono questioni di fondo molto importanti che ci dividono”, tuttavia “questo governo deve fare cose importanti anche in materia di giustizia e fisco: senza non si esce dalla crisi”.

Su Brugnaro e Toti, il presidente dice che l’operazione “mi ha rattristato perché fa l’opposto di quello che sarebbe necessario: unire le forze per rilanciare una grande area liberale, cattolica, europeista, garantista, del governo del Paese” mentre “tutti i tentativi di frammentazione hanno avuto vita breve e nessuna prospettiva politica”.

Giorgia Meloni? “È una risorsa importante” ma il futuro premier “se governerà il centrodestra, lo sceglieranno come sempre gli elettori, decidendo a quale partito dare più voti”.

(AGI)

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