L’indice in Eurolandia segna 63,1 punti, il dato più alto dall’inizio delle rilevazioni. L’Italia registra 62,3 punti. Gli Stati Uniti con 62,1 punti toccano il livello più alto da 14 anni. Positivo l’effetto sulle Borse, tutte in rialzo. Milano tornata ai livelli pre Covid

Il settore manifatturiero cresce nell’Eurozona e negli Usa a livelli record, e nelle Borse si diffonde un’ondata rialzista con tutti i listini europei e Wall Street posizionati sopra +1%. Piazza Affari è tornata ai livelli pre Covid

A maggio nell’Eurozona l’indice dell’attività manifatturiera calcolato da Ihs Markit, sale a 63,1 punti da 62,9 di aprile registrando il livello più alto nella storia dell’indagine (i dati per la zona euro sono disponibili da giugno 1997). L’indice si mantiene sopra la soglia dei 50 punti, che separa la crescita dalla contrazione, senza inversioni di tendenza da 11 mesi consecutivi. 

I produttori di beni di investimento sono stati quelli che hanno ancora una volta riportato la prestazione migliore, indicando espansioni veloci sia della produzione che dei nuovi ordini. Le altre due categorie, quelle dei beni intermedi e di consumo, hanno registrato aumenti quasi da record. A livello nazionale, i Paesi Bassi hanno registrato il Pmi maggiore, seguiti dall’Austria. In entrambi i casi, i rispettivi Pmi hanno raggiunto record assoluti. Tra le altre sei nazioni coinvolte nell’indagine, anche l’Irlanda e l’Italia hanno registrato i livelli più alti dei loro Pmi mai rilevati sinora, mentre Grecia, Francia e Spagna hanno riportato record pluriennali.

In Italia a maggio l’indice a 62,3 punti da 60,7 punti del mese precedente, la migliore prestazione delle condizioni operative dall’inizio della storia dell’indagine, nel giugno del 1997. La Germania è stata l’unica nazione a registrare una crescita più lenta, malgrado sia comunque riuscita a segnare un tasso di espansione vicino a quello record di marzo. La crescita della produzione manifatturiera, malgrado sia rimasta vicina al livello record d’indagine di marzo, è stata la più lenta osservata in tre mesi, sostenuta dall’aumento dei nuovi ordini.  

L’indagine di maggio ha mostrato vendite in aumento che segnano il terzo posto tra i valori più forti nella serie storica (superato solo dagli aumenti osservati nei precedenti due mesi). I nuovi ordini hanno registrato un aumento grazie alla maggiore domanda nazionale ed estera. Ad ostacolare la produzione sono state le attuali difficoltà di approvvigionamento di beni presso i fornitori. I tempi medi di consegna sono peggiorati notevolmente e a un tasso senza precedenti: ancora una volta infatti la domanda per i beni ha superato la capacità dei fornitori.

Il manifatturiero cresce a un ritmo senza precedenti anche in Gran Bretagna a maggio, grazie all’aumento della produzione e dei nuovi ordini.  L’allentamento delle restrizioni anti-Covid e gli alti livelli di domanda repressa hanno fatto sì che la rapida ripresa delle condizioni del mercato del lavoro proseguisse, con un aumento dei livelli di occupazione a un ritmo record. L’indice Pmi, calcolato da Ihs Markit/Cips Purchasing Managers, è salito a 65,6 a maggio  da 60,9 ad aprile, superando il precedente record di 61 di luglio 1994. 

Record anche negli Usa dove il Pmi manifatturiero sale a 62,1 punti a maggio dai 60,5 punti di aprile e dai 61,5 punti della stima flash. Il dato di maggio è il più alto nei 14 anni di storia di questo indicatore, calcolato da Ihs Markit. Il risultato record di maggio è legato ad una espansione della produzione e ad un aumento dei nuovi ordini, anche se si registrano ancora gravi interruzioni nella catena di approvvigionamento. 

(AGI)

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