27 Aprile, 2024
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Il Comitato Montebello all’attacco: “Criticità” inaudite – Responsabilità del Comune”

Riceviamo dal Comitato autonomo di quartiere Villaggio Montebello (Bracciano) la lettera rivolta alla magistratura, al Prefetto e all’Anac.

La pubblichiamo consapevoli che lo stesso Comitato è responsabile unico di tutto quanto affermato nel testo

 

Dr. Andrea Vardaro, Procuratore-capo Tribunale Civitavecchia

Dr. Andrea Lupi, procuratore reg. Lazio della Corte dei Conti

Dr. Matteo Piantedosi, prefetto di Roma

Dr. Giuseppe Busia, Direttore Anac (Agenzia Anti-Corruzione)

e p. c.: Dr.ssa Luciana Lamorgese, ministro del’Interno

Comando Generale Arma dei Carabinieri, Roma

Dr.ssa Diega Carmela Lo Giudice, vice-prefetto Roma

 

e per ulteriore conoscenza: Dr. Armando Tondinelli, sindaco del Comune di Bracciano

Segretaria comunale del Comune di Bracciano

Capi-area Legale, Urbanistica, Patrimonio e Polizia Locale

Tutti gli Assessori e i Consiglieri comunali del Comune di Bracciano

 

Bracciano, 4 gennaio 2021

Oggetto: Montebello (Bracciano) – “Criticità” inaudite – Responsabilità del Comune

Sommario – Il Comitato autonomo di quartiere Villaggio Montebello (Bracciano) chiede udienza ai Procuratori della Repubblica e della Corte dei Conti, al Prefetto e al Direttore dell’Anti-corruzione per illustrare alcuni inaccettabili fatti amministrativi, che i propri Legali ritengono illegittimi e meritevoli di indagini, perché possono danneggiare l’erario per cifre milionarie.

Da ultimo il 4 dicembre, in un summit della Prefettura, il Comune di Bracciano s’oppose alla demolizione (o acquisizione pubblica) d’un mega-ristorante, d’una piscina e di 4 gazebi, benché i suoi Uffici e un Commissario ad acta li giudichino abusivi. Gli edifici, peraltro, son già comunali, per sentenza costitutiva Tar-Lazio 3326/2014; ma il Comune non se li carica, non li manutiene, non li chiude; ed anzi li  manda in rovina attraverso un varco, alla mercé di vandali e  intemperie.

C’è intanto un’altra “storia”, che può costare all’erario 900.000 euro, per la bizzarra relazione d’una Ctu, che, incomprensibilmente, azzererebbe (o quasi) le fidejussioni dell’ex Lottizzatore, col Comune “svogliato”, che difende poco e male i propri interessi. Altrettanto dicasi nella difesa degli interessi comunali contro gli abusivismi dell’ex-Lottizzatore in alcune cause al Tar.

 

Illustr.mi signori Procuratori, signor Prefetto, signor Direttore,

il Direttivo del Comitato autonomo di quartiere Villaggio Montebello (Bracciano) chiede udienza alle SS. VV, per illustrare alcune “criticità” inaudite del territorio, che finiscono con l’agevolare gli interessi privati, contro quelli pubblici (in particolare dell’erario). Fermo restando il rispetto ad personas, è comprensibile che un ex Lottizzatore provi a massimizzare i profitti, ma è intollerabile che un Comune  ne “faciliti” le “bulimie”, contro i bisogni e le aspettative della Collettività.

 

Premesse – Montebello è una lottizzazione 1985, scaduta nel 2002, a firma dell’archistar Portoghesi. Doveva servire per il rilancio turistico del Lago. Oggi è invece un letamaio, per colpa del Comune e dell’ex-Lottizzatore. A fronte dell’abbuono degli oneri-Bucalossi, l’ex-Lottizzatore doveva completare a regola d’arte le opere d’urbanizzane (comprese aree verdi e strade di spettanza comunale). Non l’ha fatto, col Comune assai spesso assente, rinunciatario, immotivatamente ostile agli Abitanti  Tra il 2002 e il 2005 l’ex-Lottizzatore, imitando Totò con la Fontana di Trevi, vende al proprio entourage le strade e il verde pubblici, su cui costruisce manufatti abusivi. Il Comune, svegliatosi con deplorevole ritardo, nel 2010 chiede al Tar-Lazio la restituzione di quel ch’è suo; e il Tar-Lazio glielo concede, con sentenza costitutiva 3326/2014, trascritta all’Agenzia delle Entrate.

Prima “criticità”: difesa abusivismi dell’ex-Lottizzatore (e entourage) Nel 2019 la Regione Lazio nomina l’arch. Enzo Paniccia commissario ad acta, per verificare gli abusivismi dell’ex-Lottizzatore (e entourage) nel Villaggio: a) – un mega ristorante, sorto su verde pubblico e strada, oltre che triplo rispetto ad una discutibile concessione (1016 mq invece di 365); b) – una piscina, 4 gazebi ed uno spogliatoio, sorti senza titolo su area o comunale, o  propria (ma con servitù militare e fuori-lottizzazione). Benché gli Uffici comunali avessero rilevato gli abusi, il Comune non demolì mai nulla  Da qui la sua inerzia e la nomina del Commissario.

Per fortuna degli Abusivi, il Commissario non ebbe l’incarico per altri abusi (vedi rapporto-Forestale 33772 del 17-11-2009): a) – n. 5 vani all’inevaso parcheggio ovest: b) – m. 300 d’un muro in c. a., alto m. 3, privo di titolo, orribile e inesistente in Convenzione. Tutta “roba” non demolita dal Comune, benché sia anche pericolosissima, per gli spuntoni di ferro, mai coperti.

Incredibile! Il Comune, sostituendosi all’Abusivo nella propria difesa, col denaro dei Cittadini impugna al Tar-Lazio la nomina del suddetto Commissario; e ne richiede la sospensiva, eccependo un ricorso dell’Abusivista al Consiglio di Stato. Ma la II sez. quater del Tar, con ordinanza  5539 Reg. Provv. Caut. del 7-9-2020, gli respinge brutalmente il petitum, perché, “anche a prescindere dalla ammissibilità dell’atto, il danno prospettato (sarebbe) evitabile dal Comune, provvedendo in proprio, per evitare l’attivazione del Commissario ad acta”. Un vero schiaffo.

Il Commissario, completato il lavoro, chiede al Comune (che però si rifiuta) d’indire la gara per le demolizioni. Non gli resta che investire il Prefetto, il quale convoca per il 4 dicembre un summit in remoto, per definire tempi e modi. Invita Regione, Min. Difesa, Comune, Commissario. Presiede la vice-prefetto dr.ssa Diega Lo Giudice. Tra il disagio generale, il Comune non sostiene l’opera delle Istituzioni (propri Uffici, Min. Difesa, Regione, Prefettura), ma  difende gli interessi d’un Privato, che i suoi Uffici ritengono “inadempiente, abusivista e recidivo”  Mai visto prima!…

E’ pacifico. Gli abusi van sempre demoliti, senza se e senza ma, chiunque sia il proprietario (privato, o pubblico), altrimenti si vanifica l’autorità dello Stato. A meno che il Consiglio comunale non acquisisca il quid abusivo per usi propri. Nel caso de quo, la Regione, verificata l’inerzia del Comune, nominò il Commissario. Prima di procedere, comunque, egli chiese al Sindaco, se volesse o no destinare i manufatti abusivi ad uso pubblico, per evitare le demolizioni. Ma egli si rifiutò.

L’aspetto surreale è che i manufatti son già del Comune, per la citata sentenza costitutiva Tar-Lazio 3326/2014, registrata all’Agenzia delle Entrate. Il Comune, però, si rifiuta di prendere in carico i “suoi” manufatti e di manutenerli, talché essi vanno in rovina. Non essendo neanche chiusi, attraverso un largo varco son preda di vandali, bestiacce e intemperie, che li stan rottamando. Chiunque veda lo scempio inorridisce, come il Commissario ad acta e il Verificatore. Gravi i danni erariali al patrimonio pubblico. Ma nessun se ne cura… Stupefacente!…

 

Seconda “criticità”: si vuol (quasi) azzerare il quantum di 2 fidejussioni per le opere inevase – A Civitavecchia si svolge da 11 anni la causa del Comune di Bracciano contro 2 Assicurazioni e l’ex-Lottizzatore di Montebello, i quali s’oppongono all’accesso a 2 fidejussioni, per 115.000 e 1,1 milioni di euro, con cui completare e/o normare le urbanizzazioni inevase.

All’ultima udienza, propedeutica alla sentenza, i Legali avversi presentano in fretta e furia, fuori tempo, una perizia, estrapolata da altra causa, che riduce drasticamente, contro ogni realtà, il danno da garantire ad appena 244.000 euro (valore d’oggi), con gravi danni per l’erario  Ecco come.

Un paio d’anni fa un Padroncino avvia, a latere, una causa contro ex-Lottizzatore e Comune. Chiede il quantum delle urbanizzazioni inevase. Benché evidentissimo, il Comune non “annusa” (?) il pericolo, si difende di malavoglia con una breve comparsa, “dimentica” atti essenziali, rinuncia ad un proprio Ctp (gli altri ce l’hanno!), diserta i 2 sopralluoghi. Nella causa a latere, dunque, il Ctu del Giudice l’orientano i soli Avversari. Non il Comune, che pure avrebbe vita facile.

Giacciono infatti due soli collaudi finali, in 18 anni mai contestati in giudizio. 1) – Il 3809 del 24-5-2003 (Giunta centro-destra), a firma ing. Vincenzo Fusco. Egli definisce tali opere non collaudabili, perché incomplete e/o non a norma. E cita casi a bizzeffe. 2) – Il 4759 del 12-2-2009 (Giunta centro-sinistra), a firma arch. Massimo Cavalieri. Egli conferma i rilievi-Fusco e fissa il quantum in 954.000 euro (moneta d’epoca), dettagliando i lavori uno ad uno, coi relativi costi, tra cui: strada principale; strade laterali; illuminazione a norma (oggi son lumini cimiteriali!); completamento marciapiedi, eliminando le barriere architettoniche; un parco di 6 ettari da disboscare, piantumare e attrezzare con giochi per Bimbi e sport; sistemazione pozzetti, ecc.

C’è poi il citato Rapporto Forestale 2009, che aggiunge qualcosa di suo. a) – Strade non a dorso d’asino, ma inclinate, con un unico scorrimento acque, a pericolo inondazioni. b) – Vie pedonali e parcheggi inevasi. c) – Flusso acque nere che non si congiunge all’impianto comunale. Senza scordare i già citati abusivismi. 1) – lungo muro in c. a. 2) – Cinque vani.

Da allora nulla è mutato. Ma nei mesi scorsi (lo ribadiamo) nella già menzionata causa a latere, la Ctu del Tribunale, col Comune assenteista, deposita una bizzarra relazione, che riduce il quantum ad appena 244.000 euro. I casi son due: o dichiararono il falso l’ing. Fusco, l’arch. Cavalieri e la Forestale. Oppure la relazione de qua, orientata dagli Avversari (e col Comune quasi inerte), prende un super-abbaglio. Creando le premesse per un danno all’erario di 900.000 euro.

Come nasce il super-abbaglio? Ecco gli strascichi della “storia”, che van narrati separatamente, perché esempio di scuola della “disinvoltura” amministrativa d’ogni colore.

 

Strascichi della “cartuccella-farsa” – Il 21-12-2000. vigilia natalizia di 20 anni fa, son in sella un Sindaco e un Assessore d’opposta faida politica, nemica giurata dell’attuale, di cui però l’attuale segue incomprensibilmente le orme A Convenzione già allora scaduta, i vecchi Amministratori studiano (la finesse!) un cadeau natalizio all’ex-Lottizzatore (per i suoi Uffici già “inadempiente”). Che “regalo” apprezzerà di più? Pensa e ripensa…Beh, condoniamogli la costosa strada principale pubblica di lottizzazione. In cambio egli amplierà un po’, con 4 soldi, una viuzza di sua proprietà, fuori-lottizzazione, con servitù di transito. Quel giorno pre-natalizio di 20 anni fa nasce (unanime!) la delibera di Consiglio 59, coi Consiglieri che sciamano per le Feste.

E’ una farsa, simile ai futuri esami d’italiano del bomber Suarez…. Sindaco e Assessore rendono digeribile il cadeau, usando un’esca. Con la tav. 7 (variante 43 dell’aprile 2000), si “inventano” una bellissima rotonda, da costruirsi lassù, all’innesto della via privata col suolo pubblico. Per disciplinare il traffico. Ma ci sono 2 scogli: a) – la bellissima rotonda non c’è nella Convenzione, che lì prevede il verde; b) – la 59 non è un “affarone” per l’Erario. Il Comune rinuncia infatti ad una strada pubblica ex novo, con fari a norma, posteggi e marciapiedi, per una vecchia via privata, oscura, senza aree di servizio, fuori-lottizzazione. Occorrerebbe una Convenzione aggiuntiva, vistata dalla Regione, che cambi il Prg e il PdL, perché s’amplia la superficie lottizzata. E occorrerebbe la cessione della via privata al Comune. Non c’è nulla di tutto ciò. A pezzi le leggi amministrativeE allora? Come giustificarsi?… Idea “geniale”! Si taccia ogni quiproquò, anche se si rischia il falso in atto pubblico e la nullità ex tunc. Chi vuoi che se ne accorga?… Chapeau!

Per i nostri Legali, la “geniale” trovata era (ed è) carta straccia, oltre che nulla ex tunc.  Serviva sol a gettare fumo negli occhi e a convincere gli Abitanti che la strada nuova era kaputt.

La delibera 59 avrà comunque vita breve, appena 15 mesi. Defunse il 15 febbraio 2002, quando il Consiglio approvò la delibera 10, che, a Convenzione scaduta e a urbanizzazioni inevase, “regalava” ulteriormente all’ex-Lottizzatore una variante per nuovi alloggi. Tale variante, tra l’altro, nei disegni controfirmati dall’ex-Lottizzatore: a) – ripristina la strada di lottizzazione originale (tanto, la Gente s’è rassegnata che non si farà);  b) – “dimentica” l’ampliamento illegittimo della 59, che non sarà più menzionato in alcun testo ufficiale, perché incompatibile con le nuove regalie.

Ciò, peraltro, accade non per un raptus di legalità, ma per l’esatto contrario: perché bolle in pentola un ennesimo cadeau illegittimo all’ex-Lottizzatore. Il quale, peraltro, s’era ben guardato dal costruire la bellissima rotatoria, perché costosa. Ed anzi, con l’inerzia del Comune, ci aveva messo gli occhi addosso, per appropriarsene illegittimamente e costruisci sopra illegalmente quel ristorante abusivo, di cui alla richiesta 12848 dell’8-5-2002 (il giorno dopo, il 9, vigilia di elezioni amministrative, l’approverà di corsa la Commissione Edilizia, creando le basi per la concessione del 2 settembre). Il 31-5-2002 quelle particelle pubbliche della rotonda l’ex-Lottizzatore le venderà (come nella citata gag di Totò) ad una srl, di cui diventerà amministratore unico suo Figlio; e ove l’Acquirente dichiarava di sapere che quelle particelle son vincolate alla proprietà comunale…

In sintesi. Coi vecchi e nuovi Amministratori in simbiosi, benché si guerreggino, si costruisce un ristorante su area pubblica, pur sapendo che l’area è inedificabile; lo si costruisce in misura tripla sulla discutibile concessione.  Infin si prova ad aver ragione con un mare di cause, puntando sull’ignavia del Comune, chiunque l’amministri… Inaudito!….

Non è finita, però. Nuova idea “geniale”, dall’incerta paternità, ma degna d’un “horror-film”. Dopo 20 anni, si riesumi dalla tomba il cadavere della dimenticata  “cartuccella-farsa”, che servì per le “birichinate” 2000-2002 Il motivo? Abbattere, col Comune inerte, il quantum delle urbanizzazioni inevase, di cui alle fidejussioni. A spese della Collettività…

Ed è così che si giunge alla stramba relazione Ctu sui 244.000 euro, che si basa anche su quella “cartuccella”, non contestata dal Comune nella causa a latere; e che si vorrebbe trasferire nella causa sulle fidejussioni. La cui Giudice, correttamente, boccia la tardiva relazione Ctu; ma non può ignorarla. E nomina una propria Ctu, ch’è già alacremente al lavoro, per accertare la verità.

 

Ricapitolando – La verità è una sola. Dal collaudo Cavalieri, nulla cambiò, se non i prezzi alle stelle. Per cui le 2 fidejussioni sono insufficienti, per realizzare 10 opere, come da Convenzione e 9 allegati: 1) – Via principale, con parcheggi, marciapiedi e luci a norma; 2) – Asfalto via delle Ginestre, a dorso d’asino, con marciapiedi e luci a norma; 3) – Via delle Ginestre già asfaltata: rifacimento a dorso d’asino e luci a norma; 4) – Luci a norma su via delle Rose, con demolizione barriere architettoniche sui marciapiedi; 5) – Disboscare e piantumare 6 ettari di parco, con giochi per Bimbi e sport; 6) – Completamento rete di raccolta acque piovane e fognarie; 7) – Normare i parcheggi Nord ed Est; 8) – Fare i camminamenti pedonali; 9) – Messa in quota dei chiusini, oggi inaccessibili, perché coperti da vegetazione; 10 – Abbattimento muri in c. a. + 5 vani abusivi.

            Noi denunceremo chiunque procuri danni erariali al Comune. In tal senso abbiamo già dato ampio mandato agli Studi Legali Riuniti di Roma. Un’avvertenza per tutti: se forse son prescritte le “birichinate” 2000-2002, certamente non è prescritto rinverdirle oggi.

 

Conclusione – Signori Procuratori, signor Prefetto e signor Direttore, il Comitato auspica profondi accertamenti. E chiede a tutti udienza, per illustrare, documenti alla mano, quanto scritto.

Nel caso di attività investigative, suggeriamo l’uso di “Forestieri”. Per ovvi motivi.

Distinti saluti.

 

  1. S. – Ennesima “criticità”. Il Tar-Lazio unificò numerose cause (forse pretestuose) dell’ex-Lottizzatore (e entourage) al Comune. Il Comitato si costituì ad adjuvandum del Comune; ma il Comune sembra ondivago. Caccia il Legale che vinse le sospensive e ne nomina uno che vive in Puglia, a 500 km, scrive comparse “tacitiane”, diserta le udienze orali, si oppone a noi Alleati.

Il Tar nomina un Verificatore, che il 4 dicembre compie un sopralluogo. Il Comitato è lì col suo Legale e col suo Ctp. La Controparte con un combattivo Legale. Il Comune è assente. Non nominò un Ctp, non c’è il suo Legale, non c’è la Capo-area. Solo in foto-finish giunge trafelato un Geometra, senza documenti, che confessa di non saper nulla. Senza di noi,, anche qui Il Verificatore l’informerebbero i soli Avversari del Comune. In compenso il 21 dicembre, a giochi (quasi) fatti, il Comune nomina un Ctp del Basso Lazio. La parcella? Ben 4.440 euro… Et de hoc satis

 

Il Presidente del Comitato autonomo Villaggio Montebello

(Dr. Amedeo Lanucara)

 

Gen. Feliciano Mancini, vice presidente

Amm. Luigi D’Elia, past president

Dr. Alberto Perra, past president

Sign. Enrico Ricciatti, segretario

Sign. Giorgio Pastori, tesoriere

Sign.ra Francesca Giansanti, componente Direttivo

Sign.ra Giancarla Bonalumi, componente Direttivo

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