Di fronte all’omaggio verso un tiranno come Al-Sisi
gli italiani che hanno ricevuto la Legion dβonore
dovrebbero fare un atto simbolico dalla fortissima valenza politica:
restituire l’onorificenza.
Non lasciate solo Corrado Augias. Non lasciatelo solo quando, come ha annunciato dalle colonne diΒ Repubblica, domaniΒ Β si recherΓ allβAmbasciata di Francia a Roma per restituire la Legio dβonore, come atto di protesta per il conferimento dellβonoreficenzaΒ Β al presidente-carceriere egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Eβ giusto chiedere al Governo di fare il suo, eΒ GlobalistΒ non smetterΓ un solo giorno nel chiedere, a fianco di Paola e Claudia Regeni, di ritirare il nostro ambasciatore al Cairo fino a quando non sarΓ fatta veritΓ e giustizia sul delitto di Stato di cui Γ¨ stato vittima Giulio Regeni e fino a quando Patrick Zaki non sarΓ rimesso in libertΓ . Ma quando in gioco sono i diritti umani, non cβΓ¨ delega che regga. Ognuno deve fare il suo. E il βloroβ, per gli italiani che hanno ricevuto la Legion dβonore Γ¨ essere protagonisti di un atto simbolico dalla fortissima valenza politica: restituire la Legion del disonore.
Non lasciatelo solo
In una lettera pubblicata su Repubblica,Β Augias scrive: βCaro direttore, domani lunedΓ¬ 14 dicembre, andrΓ² allβAmbasciata di Francia per restituire le insegne della Legion dβonore a suo tempo conferitemi. Un gesto nello stesso grave e puramente simbolico, potrei dire sentimentale. Sento di doverlo fare per il profondo legame culturale e affettivo che mi lega alla Francia, terra dβorigine della mia famigliaβ. Dopo aver dato annuncio della sua decisione, il giornalista e scrittore spiega le motivazioni del suo gesto: βLa mia opinione Γ¨ che il presidente Macron non avrebbe dovuto concedere la Legion dβonore ad un capo di Stato che si Γ¨ reso oggettivamente complice di efferati criminali. Lo dico per la memoria dello sventurato Giulio Regeni, ma anche per la Francia, per lβimportanza che quel riconoscimento ancora rappresenta dopo piΓΉ di due secoli dalla sua istituzioneΒ». Augias parla piΓΉ volte di un limite che non dovrebbe essere superato: β Ci sono occasioni in cui anche i capi di Stato dovrebbero attenersi a quella che gli americani chiamanoΒ the right thing, la cosa giusta. Credo che il presidente Emmanuel Macron in questo caso abbia fatto una cosa ingiustaβ.
Augias sempre suΒ RepubblicaΒ ha anche pubblicato il testo integrale della lettera consegnata allβambasciatore, in cui scrive. βLβassassinio di Giulio Regeni rappresenta per noi italiani una sanguinosa ferita e un insulto,Β mi sarei aspettato dal presidente Macron un gesto di comprensione se non di fratellanza, anche in nome di quellβEuropa che – insieme – stiamo cosΓ¬ faticosamente cercando di costruire. Non voglio sembrare piΓΉ ingenuo di quanto non sia. Conosco abbastanza i meccanismi degli affari e della diplomazia – perΓ² so anche che esiste una misura, me la faccia ripetere con le parole del poeta latino Orazio:Β Sunt certi denique fines, quo ultra citraque nequit consistere rectum. Credo che in questo caso la misura del giusto sia stata superata, anzi oltraggiata. Con profondo rincrescimentoβ.
Un rincrescimento che non deve restare isolato. Anche perchΓ© una cosa Γ¨ certa: lβEgitto non continuerΓ a indagare sullβassassinio di Giulio Regeni nΓ© tanto meno processare i quattro membri dei servizi egiziani indicati dalla Procura di Roma come autori o complici del rapimento, della tortura e dellβassassinio del giovane ricercatore friulano.
Scrive Mada Masr, giornalista egiziana in un articolo tradotto e pubblicato daΒ Internazionale: βCon lβavvicinarsi dellβatto di accusa formale, la procura della repubblica egiziana aveva annunciato il 30 novembre, in un comunicato rilasciato in contemporanea con la procura italiana, che le indagini sullβincidente sarebbero state βtemporaneamenteβ chiuse.
Questa dichiarazione Γ¨, secondo una fonte del governo egiziano che ha parlato a Mada Masr, βla fine di qualsiasi trattativa sul caso Regeni. Ormai il caso non sarΓ piΓΉ discusso dallβEgittoβ. Questβultimo commento si riferiva ai sospetti espressi dal procuratore italiano sui cinque esponenti dei servizi di sicurezza egiziani.
Sempre secondo questa fonte governativa, per lβEgitto nessuno degli ufficiali dei servizi di sicurezza egiziani potrΓ mai essere indagato o condannato in questo caso.
La fonte ha anche spiegato che lβaccordo tra il Cairo e Roma funziona cosΓ¬: βLβItalia farΓ ciΓ² che vuole, lβEgitto farΓ ciΓ² che vuole, e intanto i due paesi rimarranno amiciβ.
Secondo la stessa fonte, inoltre, lβItalia non puΓ² fare a meno degli accordi economici con lβEgitto β in particolare la vendita di armi attualmente in discussione: βSi tratta di guadagni davvero enormiβ. CiΓ² Γ¨ anche stato confermato dalla stampa italiana che ha scritto negli ultimi giorni che il governo italiano aveva approvato nuove garanzie finanziarie per lβEgitto, in previsione di un nuovo contratto per una fornitura di armamentiβ.
Tra i quattro individuati dai magistrati italiani cβè il Maggiore GeneraleΒ Tarek Ali Saber. Chi sia costui lo racconta molto bene suΒ Ilfattoquotidiano.itΒ Pierfrancesco Curzi: βLui, considerato lβelemento di maggior spicco del gruppo di ufficiali finiti nelle indagini sul rapimento, le torture e lβomicidio di Regeni Β e regista della ridda diΒ depistaggiΒ messi in scena nei mesi successivi al ritrovamento del cadavere del ricercatore diΒ FiumicelloΒ lungo lβautostrada il Cairo-Alessandria dβEgitto, il 3 febbraio 2016. Nessuna punizione per quella serie di azioni da parte dei vertici del Ministero dellβInterno e tantomeno del governo e del PresidenteΒ Abdel Fattah al-Sisi, anzi la conferma del ruolo come una sorta di premio e diΒ scelta protettivaΒ nei suoi confrontiβ.
Ed ancora: βUfficialmente il responsabile dei servizi segreti egiziani Γ¨ svanito nel nulla, ma in questi anni non si Γ¨ mai parlato del suo eventuale successore. Ulteriore conferma sulla sua permanenza in ruolo. Dopo aver raccolto la testimonianza legata al totale coinvolgimento di Tarek Saber negli affari della sicurezza egiziana,Β ilfattoquotidiano.itha approfondito la questione e tra le tante fonti raccolte nessuno ha mostrato dubbi o sorpresa: βMi Γ¨ capitato di leggere spesso, in questi ultimi anni, specie sui giornali italiani, articoli dedicati al generale Saber β aggiunge lβaddetto legale di una organizzazione che si batte per i diritti della persona in Egitto β Si parlava del suo pensionamento, ma in realtΓ Γ¨ tuttora al comando delle operazioni con la qualifica diΒ Deputy Assistant Interior Minister of the National Security Agency. Lui Γ¨ in costante contatto con tutte le organizzazioni, le monitora da vicino,Β ci fa sentire il suo fiato sul collo. Insomma, Γ¨ ancora inΒ pieno possesso dei suoi poteriΒ e, mi creda, sono molto ampiβ…β.
βDalla presunta regia dietro lβaffare Giulio Regeni allβoffensiva nei confronti dellβorganizzazione con cuiΒ Patrick ZakiΒ ha collaborato per anni. β scrive ancora Curzi-. Lβorecchio lungo dei servizi segreti Γ¨ infatti riuscito ad entrare anche nelle stanze della Eipr,Β lβIniziativa egiziana per i diritti personali: βIlΒ protocollo EiprΒ lβha coordinato lui e sempre lui di fatto ha favorito lβarresto e la detenzione, anche se per appena due settimane, dei tre dirigenti dellβorganizzazione, oltre al congelamento dei loro conti bancariβ.
Β IΒ video della metropolitana cancellatiΒ
Secondo i magistrati della Procura di Roma,Β Β nel giorno in cui Regeni venne prelevato da appartenenti ai servizi segreti egizianiΒ i video della metropolitana de Il Cairo sono stati “verosimilmente” cancellati. “Ufficiali appartenenti al team investigativo – Γ¨ scrittoΒ nel documento – riferiranno di avere visionato i video della metropolitana de Il Cairo, circostanza che dapprima sarΓ Β smentita e che, poi, porterΓ Β verosimilmente alla cancellazione dei video di interesse”.
L’insabbiamentoΒ
Nel provvedimento di archiviazione del quinto 007,Β si afferma inoltre che “il 24 marzo sera i vertici della National Security indicheranno ufficialmente i cinque componenti della banda, deceduti, come i responsabili dei fatti in danno di Regeni. Successivamente ufficiali della National Security saranno arrestati dalla Procura egiziana per omicidio premeditato plurimo e falso”.
Il movente
Per quanto riguarda il movente “deve escludersi certamente che sia da ricondurre a ragioni sessuali, ad una rapina, ad una lite per strada o ad attivitΓ Β di raccolta di informazioni per conto di servizi di informazione”. Il movente “trae origine – scrivono i magistrati – in occasione delle attivitΓ Β di osservazione partecipata delle attivitΓ Β del sindacato indipendente dei rivenditori di strada il cui capo, il sindacalista Abdallah, equivocando le ragioni per cui Regeni gli parla di un bando della fondazione inglese Antipode, lo denuncia come ‘spia’ alla National Security”.
Fonti giudiziarie italiane hanno condiviso con Al JazeeraΒ un video di 25 secondi che mostra comeΒ Giulio RegeniΒ fosse stato seguito dalle forze di sicurezza egiziane nei giorni precedenti la sua scomparsa, avvenuta il 25 gennaio 2016. Si tratta della prova dell’attenzione delle autoritΓ Β del Cairo per il ricercatore italiano, trovato morto alla periferia della capitale il 3 febbraio 2016 con segni di tortura sul corpo. Il video sarebbe stato inviato ad Aser Kamal, il funzionario responsabile dellaΒ sorveglianza degli stranieri, da un sindacalista, Mohammed Abdullah, che si ode chiedere istruzioni sul pedinamento. Le fonti hanno riferito inoltre adΒ Al Jazeerache le forze di sicurezza egiziane avevano perquisito l’appartamento di Regeni e minacciato il suo coinquilino nei giorni precedenti il suo rapimento.
“Ho solo bisogno che qualcuno mi chiami per quello che ho con me”, sono le parole pronunciate da Abdullah nel video, “il ragazzo se ne è appena andato. Posso spegnere o continuare a registrare. Tutto quello che volete che faccia. Non capisco cosa dovrei fare adesso”.
Il luogo del pedinamento, scriveΒ Al Jazeera, è Nasr City, il distretto a est del Cairo dove fu trovato il cadavere del ventottenne a nove giorni dalla sua scomparsa. Secondo le fonti giudiziarie sentite dall’emittente qatariota, il video risale a due settimane prima del rapimento di Regeni.
Cosβaltro occorre sapere per non lasciare solo Corrado Augias?
P.S.Β Tra gli italiani che hanno ricevuto nel corso degli anni la Legion dβonore vi sono esponenti storici del Partito democratico e della sinistra . Ne citiamo i piΓΉ importanti e conosciuti, in ordine alfabetico:
Massimo DβAlema;Β Piero Fassino;Β Dario Franceschini;Β Sandro Gozi;Β Giovanna Melandri;Β Roberta Pinotti;Β Giuliano Pisapia;Β Β Romano Prodi;Β Β Beppe Sala;Β Walter Veltroni.Β Β Carlo De Benedetti, Emma Bonino, Franco Frattini…Β
GlobalistΒ chiede loro:Β perchΓ© non seguite Augias?
(Globalist)


