30 Aprile, 2024
spot_imgspot_img

Verbier, sciatori ammassati all’ingresso della funivia. Bufera in Svizzera

Il governo locale ha subito chiesto provvedimenti, che sono stati adottati: rispetto dei segnali a terra, distanziamento e personale aggiuntivo. Ma si scia dappertutto

La foto di una funivia a Verbier affollata in piena pandemia ha scatenato un putiferio in Svizzera, costringendo la direzione dell’impianto ad una robusta correzione di rotta. Il caso, riferisce LeNouvelliste, è nato da una foto che mostrava un folto gruppo di persone ammassate ieri all’ingresso della funivia della stazione sciistica di Verbier, nel Canton Vallese. Il governo locale ha subito chiesto provvedimenti, che stamane sono stati adottati: rispetto dei segnali a terra, distanziamento e personale aggiuntivo.

Stazioni aperte e impianti in funzione

Oltre a Verbier, anche altri comprensori accolgono già i visitatori: al Saas-Fee -Morenia-Felskinn dove è possibile sciare si 40 km di piste; aperto anche il Diavolezza nella magica valle dell’Engadina, con 350 km di piste aperte dal 28 novembre. A sole due ore da Milano nella località di Andermatt (Canton Uri), una delle zone a maggiore innevamento della Svizzera, è possibile sciare sul ghiacciaio del Gemsstock, già aperto dal 31 ottobre, mentre dal 12 dicembre sarà possibile fare sport invernali anche nell’intera Skiarena che collega Andermatt tramite le piste fino alle località di Sedrun e Disentis nel cantone dei Grigioni.

Da Zermatt a Davos a St.Moritz, sommersa di neve

In prima fila è la bellissima Zermatt, alle pendici del Cervino, che ha spalancato completamente le sue porte e gli impianti da sci a partire dal 5 dicembre. E ancora, si può sciare al Col du Pillon-Le Diablerets aperto tutti i giorni e dove, oltre a sciare, è possibile attraversare senza pericolo una parte del ghiacciaio a 3.000 metri fino al Quille du Diable, con una vista da mozzare il fiato. Anche le piste sul ghiacciaio Titlis, con degli impianti di risalita sono aperte già da ottobre. A Davos sono attive alcune piste del comprensorio Davos Parsenn, mentre Schatzalp ha aperto il 28 novembre. Splugen è attivo dal 5 dicembre, così come Aletsch Arena. Si scia regolarmente anche a Wengen, Corvatsch, Engelberg, Saas-Fee, Leukerbad, Stoos, come pure a Arosa Lenzerheide e Flumseberg. La neve è caduta così forte in Svizzera che ha costretto alla cancellazione dei due superG femminili previsti da calendario nelle giornate di ieri e oggi a Sankt Moritz. Chiusa per pericolo valanghe la Ferrovia retica, ovvero la linea del Bernina tra Pontresina e Poschiavo .

Sei milioni di vaccinazioni entro l’estate

Dall’inizio della pandemia, oltre 350.000 casi di Covid-19 sono stati confermati in Svizzera su un totale di oltre 2,9 milioni test effettuati. In totale si contano 4.848 decessi e il numero di persone ospedalizzate si attesta a 14.041. In Svizzera si contano attualmente 27.525 persone in isolamento e 25.411 entrate in contatto con loro e messe in quarantena. A questi se ne aggiungono 190 di ritorno da altri Paesi rischio e posti in quarantena. L’Ufficio federale della sanità pubblica svizzera (Ufsp) stima che la campagna di vaccinazione contro il coronavirus inizierà all’inizio di gennaio nella Confederazione Elvetica. Sono previste 70.000 vaccinazioni al giorno, per un totale di 6 milioni di persone vaccinate entro l’estate, in un paese che conta poco più di 8,5 milioni di abitanti. A fornire le cifre è stata Virginie Masserey, responsabile della sezione di controllo delle infezioni dell’Ufsp, in un’intervista alla Nzz am Sonntag. Il primo vaccino dovrebbe essere autorizzato in Svizzera entro gennaio, ha dichiarato Masserey al settimanale in lingua tedesca. Si prevede poi di avviare contemporaneamente le vaccinazioni in tutto il Paese.

Le terapie intensive

Nella Confederazione i reparti di cure intensive hanno assorbito lo choc del Covid senza dover applicare il discusso protocollo sul trattamento degli anziani, con criteri di selezione per età e numero di patologie presenti. Non vi sono stati quindi casi di anziani non curati. Tuttavia, negli ospedali svizzeri i posti letto, che prima dell’emergenza erano 876 (ed a un certo punto sono stati tutti occupati), sono stati portati a 1.600, grazie anche all’intervento dell’esercito, e potrebbero presto essere aumentati a 2.000, stando a quanto affermato dal ministro della sanità Alain Berset. Il 20% di questi letti sono occupati da pazienti affetti da Covid-19. Ve ne sono ancora 342 liberi.

(Corriere della Sera)

Ultimi articoli