20 Aprile, 2024
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Caso Suarez, sospesi i vertici dell’Università. I pm: “La Juve si attivò”. Paratici indagato.

Coinvolta anche De Micheli

Il giocatore aveva fatto a Perugia il test di italiano per la cittadinanza. La società torinese difende il suo dirigente: «Operato corretto» L’accusa: «Contattò anche la ministra»

Giro di boa dell’inchiesta della procura di Perugia sull’esame – definito farsa da chi indaga – sostenuto dal calciatore Luis Suarez lo scorso 17 settembre. I militari della Guardia di Finanza di Perugia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare interdittiva della sospensione, per otto mesi, dall’esercizio del pubblico ufficio rispettivamente ricoperto dal Rettore Giuliana Grego, dal Direttore Generale Simone Olivieri, dalla professoressa, Stefania Spina e dal componente della commissione «Celi Immigrati», Lorenzo Rocca dell’Università per stranieri di Perugia. Sono indagati anche alcuni manager della Juve. Si tratta di Fabio Paratici, direttore dell’area tecnica, oltre allo storico legale bianconero Luigi Chiappero e alla collega Maria Turco. I reati contestati, a vario titolo, agli indagati sono quelli di rivelazione del segreto d’ufficio finalizzata all’indebito profitto patrimoniale e plurime falsità ideologiche in atti pubblici.

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Le carte
Le indagini sul caso Suarez, si legge negli atti, «hanno fatto emergere ipotesi (invero tuttora al vaglio degli inquirenti) di false dichiarazioni al pm rese dall’avvocato Chiappero e dal dirigente (della Juventus – ndr) Paratici in occasione delle audizioni presso la procura di Perugia». Dalle carte emerge anche che Paratici contattò il ministro dei Trasporti Paola De Micheli, sua amica di infanzia, «per velocizzare la pratica ministeriale di riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez». De Micheli, si legge ancora, «ha ammesso» di aver procurato il contatto.

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La conferma della Juventus 
La conferma delle indagini a carico di Paratici è arrivata nel tardo pomeriggio quando la stessa società, attraverso una nota, ha comunicato che l’uomo del mercato, è sotto inchiesta: «È stata notificata a Fabio Paratici un’Informazione di garanzia e sul diritto di difesa. Il reato ipotizzato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia è esclusivamente l’articolo 371 bis c.p». Alla Continassa la difesa del loro dipendente è totale»: «La società ribadisce con forza la correttezza dell’operato di Paratici e confida che le indagini in corso contribuiranno a chiarire la sua posizione in tempi ragionevoli».

La Guardia di Finanza 

Dopo le perquisizioni e sequestri del 22 settembre 2020, le indagini hanno significativamente corroborato il quadro probatorio che già si era delineato in ordine  all’organizzazione, da parte degli indagati, nel corso di una sessione istituita ad personam, di un esame “farsa”, che ha consentito il rilascio dell’attestato di conoscenza della lingua  italiana del tipo “B1” al calciatore uruguaiano Suarez, requisito indispensabile per l’ottenimento della cittadinanza. In particolare, è emerso che i contenuti della prova erano stati preventivamente comunicati allo stesso calciatore, giungendo a predeterminare l’esito ed il punteggio d’esame, per corrispondere alle richieste che erano state avanzate dalla Juventus, con la finalità di conseguire un positivo ritorno di immagine, tanto personale quanto per l’università.

Gli accertamenti investigativi hanno consentito, altresì, di comprendere come, nei primi giorni del mese di settembre del 2020, la dirigenza del club torinese si fosse attivata, anche ai massimi livelli istituzionali, per “accelerare” il riconoscimento della cittadinanza italiana nei  confronti di Suarez, facendo, quindi, ipotizzare nuove ipotesi di reato a carico di soggetti  diversi dagli appartenenti all’università, tuttora in corso di approfondimento. Condividendo le ipotesi accusatorie, il giudice per le indagini preliminari ha disposto le misure cautelari avendo rilevato «il concreto ed attuale rischio che gli indagati, se non sottoposti ad idonea cautela, ripropongano condotte delittuose analoghe a quelle per le quali si procede, avendo mostrato di considerare l’istituzione di cui fanno parte e che rappresentano alla stregua di una res privata gestibile a proprio piacimento».

(La Stampa)

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