27 Aprile, 2024
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Aprilia, test senza permessi: denunciati i titolari di un laboratorio di analisi

Finiti nei guai il legale rappresentante e il direttore sanitario: eseguivano gli antigenici per la ricerca del virus

 

Avevano attestato di essere in possesso dei requisiti strutturali e organizzativi per effettuare nel proprio laboratorio testi antigenici per la ricerca del virus del covid. E invece non era così: e i Nas hanno denunciato per questa falsa attestazione il legale responsabile e il direttore sanitario di un laboratorio di analisi di Aprilia (Lt).

Il controllo è avvenuto nell’ambito di un’operazione che vede impegnati i carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità scandagliare e verificare la regolarità delle attività imprenditoriali di prelievo ed analisi diagnostica per la ricerca del virus Sars-Cov-2.

Nell’ultima settimana, in tutta Italia, i Nas hanno ispezionato 285 aziende e laboratori di analisi, privati e convenzionati, e altre strutture che operano nel commercio e nell’erogazione di test di analisi molecolari, antigeniche e sierologiche per accertare la eventuale positività al covid.

94 le violazioni penali e amministrative riscontrate dalle ispezione nei 67 centri oggetto di controllo: l’ammontare delle sanzioni è di 145 mila euro. Di queste il 60 per cento è attribuibile all’inosservanza di norme e comportamenti connessi con l’applicazione delle misure di contenimento epidemico.

Come nel caso di Aprilia, tra le irregolarità più frequenti è stato rilevato il mancato possesso autorizzativo per i prelievi ematici e biologici (tamponi), svolti abusivamente e in ambienti non idonei (come nel 15 per cento delle violazioni contestate).

Un altro dato riguarda la omessa o ritardata comunicazione dei casi di positività emersi a seguito delle analisi cliniche sugli utenti: il dato è risultato pari al 14 per cento rispetto alle sanzioni rilevate, inosservanze particolarmente gravi per l’impossibilità di tracciare in maniera corretta e tempestiva i casi positivi e per la conseguente diffusione incontrollata di situazioni di contagio.

All’interno delle cliniche, nell’11 per cento dei casi, è stata riscontrata la mancanza di prodotti igienizzanti e di sanificazione dei locali, e in sei casi, l’assenza di requisiti tecnici e professionali per l’esecuzione degli accertamenti diagnostici: per assenza di tecnici di laboratorio abilitati, per l’uso di reagenti e diagnostici scaduti, ma impiegati ugualmente per le analisi.

Sono stati trovati anche punti prelievo abusivi, in aree improvvisate, in condizioni igienico sanitarie inadeguate. E farmacie o erboristerie che vendevano kit di analisi sierologiche.

(La Repubblica)

 

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