29 Aprile, 2024
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Zona arancione e regioni a rischio: quando firmano l’ordinanza Zaia e Bonaccini

Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia preparano un’ulteriore stretta contro assembramenti e spostamenti. Campania, venerdì la decisione del Governo. E a Napoli si valutano gli hotel Covid

Roma, 11 novembre 2020 – Sono ore frenetiche per le regioni a rischio, indicate dall’Istituto superiore di Sanità tra quelle per cui sono necessarie “misure anticipate” anti Covid e che sono in bilico tra la fascia gialla e la zona arancione.  I governatori di Emilia-RomagnaVeneto e Friuli Venezia Giulia sono già al lavoro sulle ordinanze che, con tutta probabilità, usciranno domani per entrare in vigore da venerdì. Si tratta di tre diversi provvedimenti per contrastare il Coronaviurs, basati però sullo stesso principio: dare una stretta contro gli assembramenti, soprattutto nel fine settimana. “Daremo delle regole a chi ancora non se le è fatte entrare in testa – spiega il governatore veneto Luca Zaia in conferenza stampa –. Dopo aver visto quanto accaduto lo scorso week end non possiamo far finta di nulla, tutti i sindaci si sono mostrati molto preoccupati per gli assembramenti”. Le ultime notizie sembrano confermare che anche l’ordinanza di Stefano Bonaccini e quella di Massimiliano Fedriga saranno firmate domani. Il bollettino di oggi 11 novembre, intanto, ha certificato per la prima volta un significativo calo della curva dei contagi: i nuovi casi sono in calo rispetto a ieri, a fronte di più tamponi.

Le ordinanze delle Regioni: cosa si potrà fare

Il principio guida, fermo restando le diversità tra le tre ordinanze, è quello di evitare assembramenti: dunque piazze e vie del centro chiuse e una stretta anche ai centri commerciali che, puntando sulla struttura ‘diffusa’ dei propri negozi, hanno tenuto aperto in queste settimane aggirando di fatto i Dpcm precedenti. Inoltre si parla anche di limitare gli spostamenti tra Comuni e province diversi da quella di residenza: una possibilità che però almeno Zaia sembra per ora aver escluso. Sicuramente saranno aumentati i controlli nelle strade da parte delle forze dell’ordine.

Zona arancione o gialla?

Queste misure non sarebbero (almeno stando alle dichiarazioni) direttamente collegate al colore delle regioni in questione, anzi è possibile che sia un estremo tentativo dei tre governatori di scongiurare il passaggio da giallo ad arancione dei territori. Eppure Campania, già rinviata lunedì nel corso della cabina di regia, e appunto Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto, sono tutte regioni che, secondo gli esperti dell’Istituto superiore di sanità (Iss), potrebbero veder schizzare verso l’alto i propri parametri nei prossimi giorni. Per la regione amministrata da Vincenzo De Luca, tra l’altro, c’è chi parla di un passaggio diretto di due scalini: da gialla la Campania può diventare zona rossa direttamente, visto che la pressione sulle strutture sanitarie è già insostenibile. La decisione per la Campania dovrebbe arrivare venerdì, spiegano fonti di Governo: si stanno completando le ispezioni degli ispettori ministeriali, col monitoraggio Iss di venerdì si attende il verdetto. Nel frattempo però, aggiungono le stesse fonti, “il governo non rimane con le mani in mano: se c’è stress sulle strutture sanitarie si interviene con l’esercito e con la possibilità di nuovi Covid hotel a Napoli”. In merito il premier Giuseppe Conte avrebbe sentito il capo della protezione civile Borrelli.

Quando arriva il monitoraggio Iss

Decisivi per il passaggio di colore, dunque, saranno i dati del monitoraggio settimanale, attesi solitamente per venerdì. Sarà il ministro della Salute, Roberto Speranza a decidere su un’ulteriore stretta. Se le notizie dei contagi non saranno buone, la situazione in Italia potrebbe vedere tra qualche giorno ben 14 regioni, più la provincia di Bolzano, in una situazione di allerta arancione – come Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana, Puglia e Sicilia – o rossa, come già Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta (oltre a Bolzano). Due terzi dell’Italia: qualcosa che assomiglia molto al lockdown nazionale che tutti , nelle dichiarazioni ufficiali, dicono ancora di voler evitare.

(Quotidiano.net)

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