16 Giugno, 2024
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Firenze, Renzi indagato nell’inchiesta Open con Luca Lotti e Maria Elena Boschi.

Lui:”Dai pm mi aspettavo delle scuse , invece arriva un’indagine”

 

I tre parlamentari hanno ricevuto l’invito a comparire il 24 novembre in procura. Nell’indagine erano già coinvolti Alberto Bianchi e Marco Carrai

 

Il Giglio magico sotto inchiesta. La Procura di Firenze ha notificato un invito a comparire nei confronti del senatore Matteo Renzi, leader di Italia Viva, per finanziamento illecito ai partiti: con l’ex segretario del Pd sono stati iscritti nel registro degli indagati dai sostituti procuratori Luca Turco e Antonino Nastasi anche la deputata Maria Elena Boschi, capogruppo di Italia Viva alla Camera, e il deputato Pd Luca Lotti.

Le accuse sono partite nel corso dell’inchiesta sulla Fondazione Open, giudicata dagli inquirenti una articolazione della corrente renziana del Pd, in cui già erano finiti l’imprenditore Marco Carrai e l’avvocato Alberto Bianchi. I tre politici toscani,  come anticipato oggi da La Verità, hanno ricevuto un invito a comparire in Procura per il prossimo 24 novembre “per rispondere ad interrogatorio con l’assistenza del difensore di fiducia già nominato”.

Durissimo l’attacco ai magistrati del leader di Italia Viva in diretta Facebook :

“L’inchiesta su Open è stata un danno di immagine pazzesco per noi di Italiaa Viva, chi avrebbe voluto finanziarci non ha avuto coraggio di farlo, molti non sono venuti nel nostro partito, comprensibile del resto”, dice Matteo Renzi aprendo l’assemblea nazionale su una terrazza romana. “Dopo un anno dalla nostra nascita abbiamo luci e ombre, abbiamo avuto risultati straordinari in alcuni casi e in altri siamo andati davvero male. In questo scenario dobbiamo liberarci dall’ansia del sondaggio, perché questo meccanismo permette di rincorrere le cose peggiori”, dice Renzi.  “Un anno fa dopo la Leopolda eravamo partiti alla grande, stavamo puntando al 10% nei sondaggi e avevamo centinaia di migliaia di euro di finanziamento, poi cosa è successo? Uno scandalo, o meglio un presunto scandalo – spiega – Un pm di Firenze manda 300 finanzieri a casa di 50 persone per bene per chiedere se hanno contribuito alla Leopolda o alla fondazione Open: e certo che hanno contribuito, tutto alla luce del sole. Quella vicenda ci ha causato un danno pazzesco: i sondaggi hanno cessato di crescere, i finanziamenti di arrivare, un danno enorme anche alla nostra capacità attrattiva: molte persone non sono passate da noi perché avevano paura, ed è legittimo”.

“Da quei  pm di Firenze che hanno svegliato con 300 finanzieri i nostri finanziatori di prima mattina mi sarei aspettato una lettera di scuse e invece stamani arriva una convocazione in procura a tutto il cda di Open.

Tra l’altro con un assurdo giuridico, visto e considerato che la sentenza della Cassazione di pochi giorni fa andava in tutt’altra direzione. Se ne occuperanno i nostri legali, la dottoressa Severino per Boschi, il dottor Coppo per Lotti, il dottor Caiazza per il sottoscritto. Credo che ci siano vari modi per replicare a quello che sembra un assurdo giuridico. A chi cerca la battaglia e la visibilità mediatica, bisogna rispondere con il diritto e pensiamo che la verità sia nella sentenza della Cassazione”. Poi un attacco diretto: “Loro passano le informazioni alla Verità mentre noi pesnaimo che la verità l’abbia detta la Cassazione. Nel caso il pm di Firenze non abbia capito, sarà compito degli avvocati dare le spiegazioni di diritto. Purtroppo l’ansia di visibilità di qualcuno rischia di nuocere anche agli altri magistrati e sono in tanti a fare il loro lavoro onestamente. Noi le sentenze della Cassazione le leggiamo e crediamo anche di capirle”

Nella prima fase l’inchiesta si era concentrata sull’“intreccio tra prestazioni professionali rese da Bianchi e i finanziamenti alla Fondazione”, e le attività di procacciatore di sponsor rivestito secondo le accuse da Carrai. Al centro degli accertamenti proprio la presunta natura di articolazione di partito della Fondazione, che aveva portato a perquisizioni e sequestri anche tra finanziatori non indagati. I nuovi sviluppi riguardano somme messe a disposizione dalla Fondazione per i 3 politici toscani: “ricevevano in violazione della citata normativa contributi di denaro che i finanziatori consegnavano a Open”, scrivono i pm, indicando un totale di 7,2 milioni la somma ottenuta tra il 2012 e il 2018. Secondo le accuse quei soldi erano destinati proprio “a sostenere l’attività politica di Renzi, Lotti e Boschi e della corrente renziana”.
Sorpresa e incredulità esprimono fonti di Italia Viva per le scelte della procura di Firenze. Renzi, che interverrà nel pomeriggio all’assemblea del suo partito, intende evitare polemiche politiche con i magistrati e affiderà la discussione nel merito del provvedimento agli avvocati.

(La Repubblica)

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