26 Aprile, 2024
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Mattarella firma il decreto “ristori”: aiuti raddoppiano o si quadruplicano, non per tutti

 Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto cosiddetto ristori, contenente ulteriori misure la tutelare della salute e per sostenere i settori produttivi colpiti dall’emergenza Covid.

Il testo aveva ricevuto questa sera la bollinatura della Ragioneria generale dello Stato e sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale in edizione straordinaria.

Scorrendo le tabelle con l’elenco delle attività produttive che hanno diritto agli aiuti previsti dal decreto “ristori” si capisce anche perché nelle ultime ore tassisti e Ncc siano scesi in piazza parlando di “mance”, a proposito del Dl:  sono infatti l’unica categoria produttiva per la quale viene erogata la stessa cifra della volta precedente, l’unica casella con su scritto “100%” a fronte delle gelaterie che ottengono il 150%, dei ristoratori che arrivano al 200% e soprattutto delle discoteche e night club che arrivano al 400%. I settori produttivi sono identificati con i codici Ateco, sistema criticato dalle associazioni di categorie perché in diversi casi dà luogo a discriminazioni tra situazioni molto simili: tra gli esclusi dai contributi erogati dal governo, per un ammontare complessivo di 5,4 milardi, il comparto della distribuzione automatica (danneggiate dallo svuotamento degli uffici tornati in smart working), le lavanderie industriali (parte, mai considerata tale, della filiera del turismo), gli agenti di commercio, le imprese della ristorazione collettiva.

Ristori al 100%

Le due categorie che devono “accontentarsi” di ricevere lo stesso contributo dell’ultimo decreto sono solo due: trasporto con taxi e trasporto mediante noleggio di autovetture da rimessa con conducente. Oggi sono entrambe scese in piazza, bloccando in alcune città anche il traffico in alcune zone. I rappresentanti dei tassisti hanno incontrato  i vice ministri dell’Economia, Laura Castelli e Antonio Misiani. I rappresentanti degli Ncc hanno manifestato per ore in piazza Montecitorio: “Il decreto non indennizza le imprese Ncc auto e bus, se non con una “mancia” di 1000/2000 euro – contesta Barbara Galli, di Fia Confidustria Federvarie – a fronte di chiusure effettive di tutto il comparto a causa della mancanza di richiesta di mobilità, che comportano perdite di milioni di fatturato”.

Ristori al 150%

Molto variegato il gruppo che include i ristori al 150% e che va dalle gelaterie e pasticcerie, comprese quelle ambulanti, a tutto il settore dell’ospitalità, alberghi, villaggi turistici, ostelli della gioventù, rifugi di montagna, campeggi, affittacamere, agriturismo. Stessa quota per i bar senza cucina, mentre la ristorazione con somministrazione è al 200%. Stessa differenza anche per pasticcerie e gelaterie ambulanti rispetto alla ristorazione ambulante: rimborsi al 150% le prime e al 200% per le seconde, nonostante la forte affinità tra le due attività.

Ristori al 200%

Tutta la ristorazione ha ottenuto di raddoppiare i rimborsi rispetto alla quota precedente.  Non solo ristoranti, ma anche le attività di ristorazione connesse alle aziende agricole, il catering per banchetti ed eventi. Inoltre in questa tipologia di ristoro rientrano gli operatori dello sport e dello spettacolo, palestre, club sportivi, piscine, stadi, cinema, sale da concerto, attività di supporto alle attività artistiche, l’elenco è molto dettagliato e cerca anche di includere “l’indotto”. E ancora, centri termali, sale da gioco, organizzazioni congressuali, attività di organizzazioni associative. Tuttavia proprio i ristoratori oggi sono scesi in piazza in tutta Italia, chiedendo di poter lavorare l’intera giornata: i ristori, anche al 200%, non compensano neanche lontanamente le entrate perdute, protestano.

Ristori al 400%

C’è un’unica categoria: quella delle discoteche, sale da ballo, night club e simili. Evidentemente il governo ritiene che sia questa la categoria che ha ricevuto i danni maggiori.

Smart working se quarantena figli under 16

Il decreto prevede anche che sarà possibile richiedere il lavoro agile – il cosiddetto smart working – anche per i genitori con i figli tra 14 e 16 anni che siano costretti a stare in quarantena. E’ una delle norme a tutela dei lavoratori con figli che frequentano le scuole introdotta nel decreto Ristori che aumenta fino a 16 anni la possibilità finora prevista per i figli under14. Tra le norme anche quella che consente di ottenere, per uno dei genitori, l’astensione dal lavoro in caso di sospensione dell’attività didattica e di impossibilità di usufruire del lavoro agile. In questo caso fino a 14 anni si ha diritto al congedo al 50% della retribuzione, mentre tra i 14 e i 16 anni l’astensione non viene retribuita.

Stanziati 30 milioni per i tamponi rapidi

Nel decreto ristori ammonta a 30 milioni di euro lo stanziamento per i tamponi rapidi per le varie regioni. All’articolo 18 del testo, sono indicate le ‘disposizioni urgenti per l’esecuzione di tamponi antigenici rapidi da parte dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera sceltà. “Al fine di sostenere ed implementare il sistema diagnostico dei casi di positività al virus Sars-Cov-2 attraverso l’esecuzione di tamponi antigenici rapidi da parte dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, secondo le modalità definite dagli Accordi collettivi nazionali di settore, è autorizzata per l’anno 2020 la spesa di euro 30.000.000”, si legge nel decreto.

Cinquanta milioni per le associazioni e le società sportive dilettantesche

All’articolo 3 del decreto ristori, è poi previsto un ‘fondo per il sostegno delle associazioni e società sportive dilettantistiche’. “Al fine di far fronte alla crisi economica delle associazioni e società sportive dilettantistiche determinatasi in ragione delle misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, è istituito nello stato di previsione del ministero dell’economia e delle finanze il ‘Fondo per il sostegno delle Associazioni Sportive Dilettantistiche e delle Società Sportive Dilettantistiche’, con una dotazione di 50 milioni di euro per l’anno 2020, che costituisce limite di spesa, le cui risorse, sono trasferite al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, per essere assegnate al Dipartimento per lo Sport”.

(La Repubblica)

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