25 Aprile, 2024
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Trump vince la partita della Corte Suprema

Amy Barrett confermata dal Senato, l’America è più conservatrice.

Cattolica, sette figli, potrebbe essere subito chiamata ad esprimersi su un punto delicato: l’eventuale guerra di ricorsi dopo le presidenziali del 3 novembre. 

“Un momento epocale per l’America” e un trionfo dal punto di vista politico per Donald Trump a una settimana dall’Election Day. Il Senato ha approvato 52 a 48 la conferma alla Corte Suprema di Amy Coney Barrett, 48 anni e 7 figli, cattolica, conservatrice e anti-abortista. È il terzo giudice della Corte Suprema (su 9) scelto dal tycoon. Prima di lui solo Ronald Reagan era riuscito in questa impresa.

Donald Trump riceve il giudice designato alla Corte Suprema, Amy Coney Barrett

Barrett sostituisce la giudice e icona liberal Ruth Bader Ginsburg, scomparsa lo scorso 18 settembre all’età di 87 anni. “Sarò indipendente dalla politica e dalle mie preferenze”, assicura Barrett dopo il giuramento durante una pomposa cerimonia alla Casa Bianca con tanto di saluto finale dal balcone del South Lawn stile regina Elisabetta da Buckingham Palace.

Successo di misura

La senatrice Susan Collins è stata l’unica repubblicana a votare contro la nomina dell’ex pupilla del giudice Antonin Scalia, padre degli “originalisti”. È la prima giudice della storia moderna a venire confermata con una maggioranza così risicata, ovvero senza sostegno bipartisan.

La sua conferma non è mai stata in dubbio, ma quello che premeva a Trump è che avvenisse prima dell’Election Day. Così è stato e lui ha festeggiato alla grande, tra l’altro nel giorno del compleanno della perenne rivale: Hillary Clinton. Un dettaglio maliziosamente sottolineato su Twitter dai senatori repubblicani della commissione giustizia: “Amy Coney Barrett confermata. Buon compleanno @Hillary Clinton”.

Il precedente del 2000

La composizione della Corte vede ora una schiacciante maggioranza di conservatori (Samuel Alito, Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh, Clarence Thomas, il giudice capo John Roberts e Barrett) e solo tre liberal (Stephen Breyer, Elena Kagan, Soi Sotomayor).  Nel 2000 fu la Corte Suprema a consegnare la vittoria al repubblicano George W. Bush contro Al Gore e proprio Scalia consigliò ai democratici di “farsene una ragione”.

Il Grand Old Party non ha perso un minuto. La corsa per la conferma è scattata la stessa notte della morte di Ginsburg. “Abbiamo dato un importante contributo al futuro di questo Paese. Molto di quello che abbiamo fatto potrebbe venire disfatto prima o poi ma non saranno in grado di disfare questo per molto tempo a venire”, ha sottolineato il leader di maggioranza al Senato Mitch McConnell. L’incarico alla Corte Suprema è a vita e i tre giudici nominati da Trump sono tutti giovani: Barrett ha 48 anni,  Gorsuch 53 e Kavanaugh 55.

Complessivamente il tycoon ha nominato oltre 200 giudici nel suo primo mandato, compresi 53 in influenti circuiti e 162 giudici distrettuali. A questo punto è secondo solo a Jimmy Carter per numero di giudici nominati. Il 3 novembre si vota. Sul tavolo della Corte potrebbe arrivare la decisione più grande: chi ha vinto le elezioni e chi è il presidente degli Stati Uniti. Solo in questo caso, il favorito non è il democratico Joe Biden ma Donald Trump.

(Agi)

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