28 Aprile, 2024
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Dpcm, Sileri: “È un provvedimento transitorio, non dobbiamo avere paura.

Se il virus aumenta andranno chiuse città o regioni”

 

Il viceministro della Salute interviene sul nuovo decreto: “Chiusure decise in base ai dati in possesso del Comitato tecnico scientifico e Istituto Superiore di Sanità”. Poi precisa: “Non lascio il M5S ma il governo al termine della legislatura, perché o mi ricandido o torno al mio lavoro”, ossia quello di medico chirurgo

 

“La prima urgenza ora è abbassare la curva del contagio. Il Dpcm va in questo senso e ha varato misure proporzionate all’aumento dei casi. Ma non dobbiamo avere paura: è un provvedimento transitorio. Una volta addolcita la curva queste necessarie misure saranno superate”. Il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri in un tweet rassicura gli italiani ed esprime la sua posizione riguardo al nuovo decreto firmato da Conte sabato notte, che contiene misure più rigide per cercare di fermare la seconda ondata d contagi da Covid-19 in Italia.

Sileri, chirurgo pentastellato, vuole precisare che “non ho mai detto che non sono d’accordo con il Dcm. Dove c’è un protocollo rispettato c’è sicurezza, laddove non c’è rispetto del protocollo non c’è sicurezza. È pur vero che una sospensione di queste attività già svolte in sicurezza in questo momento di contagio elevato, è opportuno. Spero che questo Dpcm sia una norma transitoria perché vorrà dire che i numeri si abbassano”, spiega intervenendo a ‘L’aria che tira‘ su La7.

LE REAZIONI

Entra poi nel dettaglio di alcune misure adottate. Sui dati a supporto della decisione politica di chiudere palestre e piscine, il viceministro alla Salute immagina che “siano in possesso del Comitato tecnico scientifico ma io non li ho visti”, spiega a 24Mattino di Simone Spetia su Radio 24. “I dati vengono presentati tra il giovedì e il venerdì ma l’analisi accurata delle varie attività divisa per settore immagino sia in seno al Cts, io ricevo delle analisi generali  – continua Sileri – Al Cts e all’Istituto Superiore di Sanità arrivano i dati prodotti dalle Regioni, immagino abbiano tutte le attività di contatc tracing che consentano di capire dov’è l’origine del contagio e stabilire i rischi stimati”.

Sileri osserva che “al momento non è in previsione un altro Dpcm, ma continua l’azione di monitoraggio: sono state fatte critiche per due Dpcm ravvicinati, ma i numeri sono quasi raddoppiati da una settimana all’altra, con alcune aree del Paese nelle quali è oggettivo il sovraccarico dei servizi, quindi era necessario procedere a un atto per proteggere il Servizio sanitario e le nostre strutture. Io – dice ancora il viceministro – non sono molto preoccupato dei numeri: i contagi ci è chiaro che più circola il virus e più è probabile che i soggetti più o meno giovani vanno a impegnare il Servizio sanitario con un rischio di sovraccarico. Ma questo ancora non sta avvenendo: mitigare la curva significa ridurre quanto più possibile la circolazione del virus a una forma contenuta”.

IL NUOVO DPCM

Secondo Sileri, poi, “se il virus dovesse circolare di più andranno declinate azioni a livello locale, anche chiusure di una città o di una regione, per prendere fiato e poi ripartire. Non ci troviamo nella situazione di marzo, quando ci fu un boom di contagi in pochissimi giorni, di impegno delle terapie intensive, ospedali sovraccarichi, persone che non riuscivano a fare il tampone. Ma è possibile che in alcune aree del Paese possa accadere”.

Una precisazione, infine, sui 5S. “Non li lascio, io ero 5 Stelle ancora prima di essere 5 Stelle: ho sempre preso a testate un po’ il mondo e continuerò a prenderlo anche dopo. Poi magari tra vent’anni non si chiameranno più 5 Stelle, ma l’area resta quella”. E sull’ipotesi di tornare in corsia e riprendere il lavoro del medico dopo l’esperienza politica aggiunge: “È inevitabile che lascerò il governo al termine della legislatura, perché o mi ricandido o torno al mio lavoro. Non ho mai nascosto che questa è un’esperienza a tempo definito e questo mi dà la libertà di dire quello che penso. Ma l’ho sempre detto: tornerò al mio lavoro, faccio quello che penso che sia giusto, che possa migliorare il mio essere cittadino”.

(La Repubblica)

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