6 Maggio, 2024
spot_imgspot_img

Roma, “tentò di corrompere l’assessore D’Amato”: Angelucci rischia il processo

 

Promesse di denaro, visite a Trigoria e assunzioni di amici. Un giro di corruzione per cui rischia di finire a processo Antonio Angelucci, patron delle cliniche e deputato di Forza Italia. La procura di Roma ha chiuso un filone di indagine in cui gli viene contestato di aver offerto, a dicembre del 2017, 250 mila euro (di cui 50mila subito) all’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato per sbloccare dei pagamenti pretesi da una delle sue strutture, il San Raffaele di Velletri, che, però, aveva subito la revoca dell’accredito per gravi irregolarità.

Non c’è solo questo. In un giro in cui il favore sembra essere parte integrante del sistema, finisce anche Antonio Vallone, amministratore delegato della San Raffaele Spa che corrompeva Luigi Macchitella, Commissario straordinario della Asl di Frosinone, per ottenere la liquidazione di un credito da 30 milioni che il San Raffaele di Cassino vantava con l’azienda sanitaria. In cambio il dirigente pubblico otteneva che i suoi nipoti potessero assistere, grazie a un accredito rilasciato da Vito Scala (estraneo alle indagini), agli allenamenti della Roma, la loro squadra del cuore.

Infine, i pubblici ministeri coordinati dall’aggiunto Paolo Ielo, contestano un terzo episodio che coinvolge anche Salvatore Ladaga, padre di Silvia la compagna incinta di Gabriele Bianchi, il maggiore dei due fratelli accusati dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte. Ladaga, consigliere comunale forzista a Velletri in attesa di rielezione, si era dato da fare per ottenere la riapertura della casa di cura San Raffaele di Velletri in cambio dell’assunzione di persone da lui segnalate nelle strutture di Angelucci.

(La Repubblica)

Ultimi articoli