27 Aprile, 2024
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Afroamericano ferito alle spalle dalla polizia resterà paralizzato. Seconda notte di proteste in Wisconsin

“Otto buchi” nella schiena hanno paralizzato Jacob Blake dalla vita in giù.

Lo ha detto il padre del ragazzo al Chicago Sun-Times, sottolineando che suo figlio ha “otto buchi” sul corpo e i medici non sanno al momento se la paralisi sarà permanente. E intanto si è catenata la rabbia della piazza. Seconda notte di proteste a Kenosha, in Wisconsin, la città dove domenica pomeriggio la polizia ha ferito a colpi d’arma da fuoco alle spalle  l’afroamericano ventinovenne. Le forze dell’ordine hanno lanciato gas lacrimogeni contro le centinaia di persone che non hanno rispettato il coprifuoco e hanno invece iniziato a scagliare bottiglie e fuochi d’artificio contro gli agenti dispiegati al tribunale.

La città è diventata l’ultimo scenario delle proteste legate al movimento Black Lives Matter, contro il razzismo sistemico e la brutalità della polizia, dopo che sono stati diffusi online video in cui si vede la polizia sparare in pieno giorno per sette volte a Blake, mentre questi era di spalle, apparentemente piegato per entrare nell’auto dove si trovavano i suoi tre figli. Il 29enne, con diversi precedenti penali, è in ospedale in gravi condizioni; secondo l’avvocato della famiglia era intervenuto per placare una lite familiare.

Nel 2017 le autorità della città avevano fatto passare l’ordinanza che prevedeva l’obbligo della body camera per i poliziotti come strumento per migliorare la credibilità delle forze dell’ordine e come misura di prevenzione per assalti brutali e ingiustificati.
Non l’hanno mai indossata. Gli eventi di domenica infatti sono stati ripresi da un cellulare di un passante e non dagli agenti.

La città è blindata e pattugliata dalla guardia nazionale. Ieri sera cittadini armati hanno presidiato negozi e altri locali commerciali. Vestiti in mimetica, con mascherina ed elemetti. I dimostranti scandivano slogan come ‘No justice, no peace’ (niente giustizia, niente pace). La tensione si è alzata quando una conferenza stampa del sindaco John Antarmian, che si sarebbe dovuta svolgere in un parco, è stata spostata in un edificio pubblico. Centinaia di persone hanno tentato di entrare, forzando una porta, e la polizia ha sparato spray urticanti contro di loro. Mentre la polizia non ha fornito informazioni sulla sparatoria e sull’eventuale possesso di armi da parte di Blake, le indagini sul caso sono condotte dal dipartimento di Giustizia statale. I poliziotti sono stati sospesi, secondo la politica standard della polizia, e su di loro non sono state fornite informazioni.

Proteste violente si sono scatenate anche a Portland in Oregon. Dove almeno duecento manifestanti hanno messo a fuoco la città urlando il nome di Jacob Blake. A Portland le proteste non si sono mai fermate dalla morte di George Floyd, raggiungendo ora quasi cento giorni.

(La Repubblica)

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