17 Maggio, 2024
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I test rapidi arrivano negli aeroporti di Roma. Attesi in settimana anche in Lombardia

I test rapidi arrivano negli aeroporti di Roma. Attesi in settimana anche in Lombardia

I box negli aeroporti sono pronti quasi ovunque. I test rapidi per rilevare il coronavirus direttamente allo sbarco arriveranno tra oggi e metà settimana, fa sapere il Ministero della Salute. La situazione resta a macchia di leopardo nelle varie Regioni. I kit per verificare la presenza del virus in 10-15 minuti hanno ancora un’affidabilità limitata: rilevano due casi su tre, spesso mancano della validazione ufficiale e in caso di positività vanno confermati dal tampone tradizionale. Ma intanto ci si inizia a muovere. Gli esami che permettono di testare sul posto i viaggiatori che rientrano dalle ferie dai quattro paesi a rischio (Malta, Croazia, Spagna e Grecia), senza mandarli a casa affidandosi al loro impegno di effettuare il tampone entro due giorni, fanno il debutto in tempo di vacanze, ma promettono di aiutarci anche ad affrontare l’epidemia in autunno, alla riapertura delle scuole.

Nel weekend di Ferragosto è partito il Lazio, con i primi 2.300 test rapidi. Un infermiere preleva un campione nel naso o nella gola. Il contenuto viene diluito e versato in una scatoletta simile a un kit per il test di gravidanza. Nel giro di dieci minuti, massimo mezz’ora, il test si colora se entra in contatto con l’antigene del coronavirus. Esauriti i kit, a Roma Fiumicino, domenica si è tornati ai tamponi tradizionali, che richiedono un’analisi in laboratorio e un tempo di attesa di circa 8 ore. Ma il commissario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri sta procedendo agli acquisti. Gli stock nei prossimi giorni raggiungeranno le Regioni con più viaggiatori che tornano dalle vacanze.

 

In Lombardia i test rapidi sono attesi per mercoledì. Intanto, nei box allestiti dalla Regione e dalle autorità aeroportuali, i passeggeri effettueranno il prelievo dei campioni con i cotton fioc e poi attenderanno i risultati dei tamponi tradizionali. A Orio al Serio, complice la vicinanza dell’ospedale di Seriate, i viaggiatori in arrivo vengono dirottati in quella struttura. Tra i 10 nuovi casi segnalati oggi in Lombardia 9 sono registrati in provincia di Como, “e sono riferiti a giovani di età compresa tra i 18 e i 21 anni, alcuni dei quali rientrati dalla Croazia”, ha comunicato la Regione.

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Anche a Roma, negli scali di Fiumicino e Ciampino, il vecchio tampone da analizzare in laboratorio viene usato in attesa dell’arrivo del nuovo carico di 30 mila test rapidi, previsto già per oggi. Un ragazzo di ritorno da Malta con Ryanair intanto è stato trovato proprio con il tampone tradizionale a Fiumicino. Nell’attesa dei risultati è rientrato a casa sua, a Pescara, dove è stato avvisato e posto in isolamento. Con il test rapido sarebbe stato fermato già a Roma. Altri tre ragazzi provenienti da Malta e atterrati all’aeroporto d’Abruzzo di Pescara il 15 agosto sono stati individuati con i tamponi tradizionali. Il test rapido invece ha individuato a Fiumicino una ragazza romana asintomatica di ritorno da Skiathos, in Grecia, e un francese proveniente dalla Croazia.

Il ritardo della Lombardia nell’allestire i test negli scali è stato commentato dall’infettivologo Massimo Galli, direttore dell’ospedale Sacco di Milano, con un “no comment, ma il confronto con Fiumicino è impietoso”. L’assessore alla salute del Lazio Alessio D’Amato fa presente che a Roma “arriva un flusso di oltre la metà dell’intero numero dei viaggiatori italiani” che sono stati nei quattro paesi a rischio. “Abbiamo chiesto al Ministero una fornitura adeguata e così è stato”. In Piemonte i test rapidi sono in arrivo oggi. L’Emilia sta conducendo una sperimentazione sui 4-5 modelli migliori per decidere quale usare in autunno, al netto di un eventuale invio da parte del Ministero della Salute già in questi giorni. In Campania e in Abruzzo l’uso dei test rapidi è limitato ai pronto soccorso: erano stati acquistati dalle singole Asl e servono a controllare che le persone da ricoverare con urgenza non siano positive.

L’università dell’Insubria intanto sta mettendo a punto un test rapido che non prevede nemmeno il prelievo del tampone in naso o gola. “Basta una goccia di saliva. Siamo in fase di industrializzazione dei prototipi insieme a un’azienda italiana” spiega Massimo Caccia, professore di fisica sperimentale all’università dell’Insubria. I test con la saliva, oltre a richiedere poche decine di minuti, hanno il vantaggio di poter essere eseguiti da soli a casa, senza bisogno di personale sanitario. “Ma abbiamo ancora molte prove da fare per valutare la loro affidabilità, che non è ancora ottimale” spiega Caccia. Negli Stati Uniti finora è stato approvato per l’uso in emergenza solo un test salivare messo a punto dall’università di Yale.

(La Repubblica)

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