2 Maggio, 2024
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Scuola, il pressing dei presidi su Arcuri: “Dateci certezze sulla consegna dei nuovi banchi”

“I dirigenti chiedono di conoscere con urgenza il calendario di consegna dei banchi monoposto.

Non è possibile che lo vengano a sapere all’ultimo momento: l’organizzazione richiede tempo”. Antonello Giannelli, presidente dell’associazione nazionale presidi (Anp) incalza dopo la chiusura della gara europea per la fornitura dei banchi monoposto alle scuole, prevista dai primi giorni di settembre fino a ottobre. Lo fa in occasione della presentazione del vademecum per i presidi, stilato dall’Anp, dove si mettono in fila le cose da fare e, soprattutto, quelle da non dimenticare: dall’acquisto di mascherine a come usarle, al monitoraggio su spazi, docenti e bidelli che mancano all’appello sino alla nomina del medico competente.

I banchi sono ancora un’incognita: quando arriveranno nelle scuole?

“Della vicenda dei banchi ci sono rimasto molto male: ci era stato garantito dal commissario Arcuri che per l’inizio della scuola ci sarebbero stati e invece, dopo tante rassicurazioni, scopriamo che non solo arriveranno a ottobre” si arrabbia Giannelli.

Immediata la replica affidata a una nota del commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri, che ha indetto la gara per le forniture degli arredi:

“I banchi monoposto e le sedute attrezzate saranno consegnati a partire dai primi giorni di settembre e fino al mese di ottobre nei diversi istituti scolastici italiani che ne hanno fatto richiesta. La distribuzione avverrà secondo una programmazione nazionale e una tempistica che terrà conto delle effettive priorità scolastiche e sanitarie dei vari territori, garantendo in tal modo il normale avvio dell’anno scolastico in piena sicurezza. Altre ipotesi o affermazioni come quelle del presidente dell’Associazione nazionale presidi,. Antonello Giannelli, sono destituite di ogni fondamento”.

Ma non finisce qui. ”E’ necessario che i dirigenti scolastici e le famiglie conoscano la tempistica di consegna dei banchi inbisste Giannelli – Nessuno ha messo in discussione il lavoro fatto finora, solo abbiamo chiesto di far sapere a chi lavora sul campo i tempi di consegna. È lo stesso Commissario a dichiarare, nel comunicato di oggi, che le consegne dei banchi avverranno anche a ottobre e, quindi, dopo l’inizio delle lezioni del 14 settembre”.

In vista del rush finale per il rientro a scuola – manca meno di un mese, ma per il recupero gli istituti apriranno il primo settembre – i presidi (con gli insegnanti) hanno ancora una lunga lista di compiti da assolvere.

Perchè non basta misurare il metro di distanza tra i banchi, bisogna anche cambiare i regolamenti, inserire nel piano di formazione e aggiornamento l’attività di didattica a distanza, integrare il patto di corresponsabilità tra scuola e famiglia. E così via, tra decreti, protocolli, linee guida tra cui districarsi e con indicazioni che cambiano. Per questo l’associazione nazionale presidi ha predisposto un vademecum per l’avvio dell’anno scolastico.

Nel presentarlo, il presidente Antonello Giannelli alza la voce: “I dirigenti scolastici chiedono risorse adeguate per organizzare e gestire al meglio il rientro a scuola in sicurezza: servono locali,  banchi monoposto e un ampliamente dell’organico”. Il tempo stringe, alcuni nodi importanti sono ancora da sciogliere. “Non si devono vanificare gli enormi sforzi profusi dai presidi, dai loro collaboratori, dal Ministero e dai suoi uffici territoriali, dagli enti locali affinché la ripartenza avvenga per tutti nella massima sicurezza” continua Giannelli ricordando la questione della consegna dei banchi, per esempio, per garantire il distanziamento. Quando arriveranno esattamente in ogni istituto?

Sull’orientamento del Cts al solo uso della mascherine solo in casi emergenziali in cui mancano spazi, Giannelli sottolinea che “è impensabile che la mascherina sia l’unica arma di difesa dal contagio, perché sappiamo benissimo quanto sia faticoso – per gli alunni e per il personale – indossarla per ore”.

I fondamentali elencati nel vademecum sono già stati fatti o almeno dovrebbero: la richiesta del numero di aule necessarie all’ente proprietario degli edifici (Città metropolitane per le superiori e Comuni per gli altri ordini di scuola); la richiesta agli uffici scolastici dell’organico aggiuntivo; l’accordo con gli enti locali sui trasporti. Sulle mense viene suggerito di fare più turni o di ricorrere a pasti preconfezionati.

Poi ci sono le misure organizzative. Tra queste, l’aggiornamento del regolamento di istituto per rammentare ai genitori l’obbligo di misurare la febbre ai ragazzi e non mandarli a scuola con più di 37,5. Sull’uso della mascherina va ridordato che è obbligatoria dai 6 anni in su e che può essere abbassata in classe se ci sono le distanze assicurate, ma rimessa quando gli studenti si alzano dai banchi. E chi non rispetta le regole? Il vademecum spiega che va rivisto il regolamento di disciplina degli studenti. Alcuni istituti lo hanno già fatto prevedendo sanzioni disciplinari e interventi sul voto in condotta.

Sulla didattica il vademecum avverte: “Attenzione a non intervenire decrementando il monte ore di lezione

stabilite dai quadri orario disciplinari curriculari previsti dalla legislazione né il numero di ore contrattuali di lezione dei docenti”. Mentre per il ricorso alla didattica a distanza viene ricordato che è previsto solo in caso di nuova chiusura delle scuole o alle superiori come forma di integrazione se non si riesce ad assicurare il distanziamento nelle aule.

Per scaricare il vademecum clicca: 14-int documento

(La Repubblica)

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