19 Marzo, 2024
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Bomba rifiuti su Roma: sequestrato Tmb di Rocca Cencia, indagati i vertici Ama. Una nota de L’agone

Il Tribunale di Roma ha disposto il sequestro totale dell’impianto di Ama di Rocca Cencia e la nomina di un amministratore giudiziario

 

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Rifiuti a Roma l’emergenza diventa doppia. Il sequestro parziale dell’impianto di trattamento meccanico biologico di Rocca Cencia Salario da parziale diventa totale.
E l’Ama finisce ko con una serie di accuse pesantissime che vanno dalla violazione delle regole sul ciclo del trattamento sino all’ipotesi di inquinamento doloso dell’aria.

Il provvedimento di sequestro di tutto l’impianto di Tmb di Rocca Cencia è stato notificato all’Ama nella tarda serata di mercoledì e porta la firma del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, Paolo Andrea Taviano e vede indagati i vertici dell’Ama e i responsabili dell’impianto. In particolare, Pietro Zotti, responsabile della direzione industriale, Marco Casonato, responsabile degli impianti e della logistica; Emanuele Lategano, responsabile dell’impianto Tmb, Stefano Bina direttore di Ama, Massimo Bagatti ex amministratore unico e ora responsabile della Direzione Operativa e Riccardo Stracqualusrsi, attuale capo impianto.

L’accusa, come detto è pesantissima e riguarda le sistematiche e reiterate violazioni dell’Autorizzazione Integrata dell’impianto (Aia). Si legge nella notifica: “Violando sistematicamente e continuativamente le condizioni generali di esercizio stabilite dal’Aia, effettuavano una produzione di rifiuti difforme rispetto alle condizioni generali di esercizio.. con una produzione di rifiuti difforme rispetto alle quantità e nelle specifiche, omettendo di stabilizzare la frazione putrescibile dei rifiuti urbani tale da non potersi ritenere biostabilizzato”. E precisa: la condotta è in atto dal 2016. Tradotto: nell’impianti di trattamento, entrano rifiuti che puzzano e il risultato della lavorazione sono ancora rifiuti che puzzano e biologicamente instabili, cioè che tendono a proseguire il processo naturale di degrado. Pi c’è il capitolo relativo all’impianto vero e proprio, nel quale sono state riscontrate sistematiche violazioni della sicurezza sul lavoro, inefficienza del sistema di areazione e che l’Ama ha ignorato alcune delle 93 prescrizioni indicate dall’Aia, tra le quali il sistematico accumulo di rifiuti all’aperto. Insomma, pur di far lavorare l’impianto di Rocca Cencia i piazzali sono stati utilizzati come discarica temporanea. Alla fine il giudice ha nominato l’avvocato Luigi Palumbo, già commissario per Malagrotta, amministratore giudiziario di Rocca Cencia. E la “bomba Rocca Cencia”, esplode su Ama e sul Consiglio Regionale del Lazio dove da due giorni la Giunta Zingaretti tenta di far approvare un inutile Piano Rifiuti.

(Affaritaliani)

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Dopo il sequestro l’impianto è tornato a funzionare per decisione del commissario, che ha motivato tale decisione con l’obiettivo di garantire il decoro e l’immagine di Roma.

E’, questa, una vicenda davvero sconcertante, che evidenzia tutta l’incapacità del “sistema romano” (politico e tecnico-operativo) di affrontare in maniera adeguata un problema annoso.

Continuare ad affidarsi ad impianti vecchi ed obsoleti, concepiti per trattare il materiale indifferenziato di scarto dalla raccolta differenziata ma che invece sono stati usati per “scavalcare” la raccolta differenziata, è davvero inconcepibile nel 2020: “..non c’e’ bisogna della differenziata, tanto poi interveniamo con gli impianti TMB…”, questa è la logica davvero miope  e contro ogni criterio di buon senso.

Il risultato di questa concezione non è il riciclo ed il recupero di materia (economia circolare), ma continuare a bruciare e gettare in discarica: gli attuali impianti TMB, infatti, trattano i rifiuti indifferenziati e producono, in uscita, rifiuti da conferire in discarica e materiale per alimentare gli inceneritori.

A Roma, la Sindaca Raggi ed il vertice di AMA hanno di fatto rinunciato alla raccolta differenziata, reintroducendo i cassonetti stradali, nella convinzione più volte espressa che nella capitale non si puo’ superare il valore del 50% di raccolta differenziata; la soluzione? Incenerimento e discarica. Siamo al medioevo, alla irresponsabilità politica, allo spregio di quanto da anni e anni viene chiesto dall’Europa, ed in contraddizione profonda con le indicazioni del Piano regionale di gestione dei Rifiuti in fase di approvazione alla Regione Lazio.

Su questo tema L’agone proporrà ulteriori approfondimenti.

(L’agone)

 

(L’agone)

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