27 Aprile, 2024
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Fa accoltellare un 19enne dal fidanzato e da un amico per vendicare gli abusi sessuali subiti

Piano studiato assieme anche ad un amico, in sei finiscono ai domiciliari. I fatti risalgono al 2019

Avevano architettato tutto per vendetta. Una studentessa italiana di 17 anni, il fidanzato e un amico, entrambi di 19, lo avevano attirato su una panchina vicino alla stazione ferroviaria di Novate, alle porte di Milano, con una scusa. La ragazza aveva detto di voler acquistare il suo iPhone: era solo una trappola per vendicare una violenza sessuale di gruppo che aveva subito mesi prima, a gennaio dello scorso anno, ubriaca dopo una serata in discoteca. Mai aveva denunciato gli abusi, ma non voleva permettere al suo aggressore, un pakistano di 19 anni, di farla franca. Così, una sera di novembre, aveva attirato il ragazzo su quella panchina, per permettere ai suoi amici di accoltellarlo. Dopo alcuni mesi di indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Rho, tutti sono finiti agli arresti domiciliari.

Alle 8 di sera di martedì 12 novembre sono stati i passanti a lanciare l’allarme. C’era un ragazzo pakistano ferito e agonizzante su una panchina vicino la stazione di Novate.

I soccorsi del 118 lo hanno trasportato in fin di vita all’ospedale Niguarda con un grosso taglio sul fianco destro. Salvo per miracolo dopo un delicato intervento d’urgenza. Subito i carabinieri, diretti dal comandante Simone Musella, hanno trovato e sequestrato in un parco lì vicino l’arma del delitto: un coltello a serramanico ancora sporco di sangue.

Attraverso le testimonianze e i video delle telecamere della zona, gli investigatori hanno scoperto che il 19enne era stato aggredito da due ragazzi mentre era in compagnia di una 17enne italiana. È stata lei la prima persona ad essere identificata e interrogata. Ai carabinieri ha raccontato che quella sera aveva preso un appuntamento con il 19enne pakistano per comprare il suo  iPhone, che lei avrebbe poi voluto regalare al fidanzato.

Sotto le domande pressanti degli investigatori, la ragazza aveva rivelato che conosceva già quel 19enne, che una sera di diversi mesi prima, dopo aver trascorso una serata con lui in discoteca, assieme a due connazionali, aveva abusato di lei.

La ragazza, però, mai aveva denunciato o confessato a qualcuno la violenza. Ai militari ha anche spiegato che all’appuntamento non era andata da sola: si era fatta accompagnare dal fidanzato e da un suo amico. I due ragazzi, entrambi di 19 anni, erano rimasti a debita distanza. Almeno finché – stando sempre al racconto della 19enne – non era stata lei a urlare perché il pakistano aveva provato di nuovo a metterle le mani addosso. Così fidanzato e amico erano intervenuti per difenderla e, nella lite, il pakistano aveva tirato fuori un coltello con cui si era poi ferito accidentalmente all’addome.

La ricostruzione, da subito ritenuta poco credibile, ha portato i carabinieri sulle tracce dei due 19enni. L’amico, in particolare, aveva qualche precedente per aggressione. Interrogati hanno confermato la versione della ragazza. Ma le indagini, coordinate anche dalla procura minorile, hanno permesso di ricostruire il piano dei tre: una vendetta preparata nei minimi dettagli, dopo gli abusi sessuali che la 17enne aveva effettivamente subito. Così tutti sono finiti agli arresti domiciliari. Non solo la ragazza e i suoi due amici accusati di tentato omicidio, porto d’arma e tentata rapina (perché hanno anche provato a rubare l’iPhone al pakistano). Anche la vittima dell’aggressione e due suoi connazionali di 25 e 37 anni, accusati della violenza sessuale di gruppo della 17enne.

(La Stampa)

 

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