4 Maggio, 2024
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Dal cibo all’abbigliamento, dove sono aumentati di più i prezzi in Italia e in Europa

Allarme Unione nazionale consumatori: in Italia il mese di maggio ha registrato rincari per i prodotti alimentari del 6,4% su base annua a Caltanissetta, Trieste, (+5,1%, era +5,3%), Avellino e Trapani (+4,7% per entrambe)

Paese che vai, prezzi che trovi. L’adagio, sempre attuale, lo è ancora di più in questi giorni non facili, dopo circa tre mesi di lockdown a causa dell’emergenza Covid-19 che hanno colpito duro il potere d’acquisto degli italiani. Le vacanze estive, per chi potrà concedersele, sono alle porte. E, con esse, il rischio di dover fare i conti con stangate inattese. A fornire una bussola per orientare le persone negli acquisti ed evitare, per quanto possibile, un alleggerimento dei portafogli sono da una parte l’Eurostat, dall’altra l’Unione nazionale consumatori. Dal primo canale arrivano “dritte” per chi si trova o si troverà a fare acquisti nei paesi europei; il secondo invece scatta una fotografia della situazione dei prezzi dei prodotti alimentari in Italia.

Tra i confini Ue il paese più caro è senza dubbio la Danimarca, mentre le mete più vantaggiose sono la Bulgaria e la Romania. In Italia invece il mese di maggio ha registrato rincari per i prodotti alimentari del 6,4% su base annua a Caltanissetta, Trieste, (+5,1%, era +5,3%), Avellino e Trapani (+4,7% per entrambe). Per quanto riguarda le regioni, dal report dell’Unione nazionale dei consumatori viene fuori che il cibo più caro, in termini di aumento dei prezzi, si trova in Basilicata, +3,9%. Seguono Umbria, Lazio e Calabria (+3,4% per tutte), al terzo posto Campania e Sicilia (+3,3%).

Eurostat: ecco dove si spende meno in Europa, da cibo a moda

Per chi nei prossimi giorni avrà la possibilità di viaggiare in Europa, un utile punto di partenza per risparmiare qualcosina arriva dunque dall’Eurostat. L’ufficio statistico dell’Unione europea ha analizzato i livelli dei prezzi dei 27 paesi e stilato una classifica di quelli più e meno cari per sei tipologie di prodotti e servizi. Se da una parte è opportuno considerare che la rilevazione si basa sui prezzi dell’anno scorso, quindi in un contesto molto diverso da quello attuale post pandemia, gli spunti in questo documento non mancano. Attenzione dunque ai ristoranti danesi, mentre veri affari si potrebbero fare con lo shopping di vestiti in Bulgaria. E l’Italia? È conveniente per i prodotti di elettronica, ma il cibo costa di più della media europea.

In Danimarca prezzi superiori di tre volte alla Bulgaria

In generale il posto più caro è la Danimarca, con prezzi superiori di tre volte a quelli della Bulgaria, il paese più economico. Prezzi alle stelle contraddistinguono telefonia, computer e simili a Parigi, così come è meglio essere preparati a spendere molto se si vogliono comprare alcolici a Dublino, Helsinki o Stoccolma. In Italia i costi sono poco più alti della media (l’indice è pari al 103%): è lontana dalle stangate della Danimarca (141%), e anche di Irlanda (134%) e Lussemburgo (131%). Ma appaiono distanti pure i mini-prezzi di Bulgaria (53%) e Romania (55%).

Copenhagen la più cara d’Europa

Gli amanti del risparmio si dovrebbero guardare da Copenhagen, che è la città più cara d’Europa dal cibo ai vestiti, dai trasporti ai ristoranti. Mangiare fuori in Danimarca costa oltre il 50% in più della media (e anche dell’Italia che è sostanzialmente in linea con l’insieme degli altri paesi). Come si diceva, qualcosa potrebbe cambiare dopo il Coronavirus. Per esempio, il ristorante simbolo dell’alta cucina danese Noma (due stelle Michelin, menù degustazione da oltre 350 euro) ha riaperto, da maggio, dopo il lockdown come winebar con prezzi più accessibili e cheeseburger e hamburger vegetariani nel menu.

Dove si risparmia: Bucarest, Sofia, Bratislava e Varsavia

Le capitali del risparmio sono Bucarest per il cibo, Sofia per la moda, i ristoranti e gli hotel, gli alcolici e il tabacco, Bratislava per i mezzi di trasporto e Varsavia per l’elettronica. Se, è vero, viaggiare non ha prezzo, un occhio alla bussola degli acquisti non guasta.

(Il Sole24Ore)

 

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