29 Aprile, 2024
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Ucciso Rafiki, il “re” dei gorilla di montagna dell’Uganda. Ora i bracconieri rischiano l’ergastolo

L’esemplare di 25 anni era il noto leader di un gruppo di 17 membri

 

Rafiki aveva 25 anni. Era uno dei più noti gorilla di montagna dell’Uganda. Ora quel “re” è stato ucciso dai bracconieri.

La polizia ha arrestato quattro persone che, in base a una legge sulla protezione della fauna selvatica approvata lo scorso anno, rischiano l’ergastolo o una multa di 5,4 milioni di dollari, se verranno giudicati colpevoli di aver ucciso un esemplare di una specie in via di estinzione.

Gli arresti sono arrivati dopo le indagini condotte dall’Uganda Wildlife Authority (Uwa) iniziate «dopo che un rapporto post mortem aveva rivelato che il gorilla era stato ferito con un dispositivo / oggetto acuminato conficcato nella parte superiore sinistra dell’addome fino a raggiungere gli organi interni». Uno degli uomini detenuti era stato trovato in possesso di carne di maiale selvatica, lacci e lance di fili e funi. L’accusato «ha confessato di aver ucciso il gorilla per autodifesa» sostenendo che il gorilla lo aveva attaccato mentre lui e un’altra persona erano a caccia di selvaggina nel parco.

Rafiki era uno di circa 400 gorilla di montagna nel Paese (metà della popolazione mondiale di questa specie) e l’Uwa definisce la sua uccisione un «colpo davvero duro».

L’esemplare maschio era il capo di un gruppo di 17 gorilla di montagna abituati ad avere contatti con l’uomo. E’ stato ucciso nel Parco nazionale impenetrabile di Bwindi.

«La morte di Rafiki lascia il gruppo instabile e c’è la possibilità che possa disintegrarsi» spiega Bashir Hangi della Uwa. Il gruppo «al momento non ha una leadership e Rafiki potrebbe essere sostituito da un gorilla selvaggio». In tal caso, il gruppo non vorrebbe più entrare in contatto con gli umani, il che potrebbe anche influire sul turismo dell’Uganda, per il quale i gorilla di montagna rappresentano una fonte di interesse.

(La Stampa)

 

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