4 Maggio, 2024
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Conte prepara le riforme. Renzi sancisce una tregua

Il lancio del suo nuovo libro corrisponde, per il leader di Italia viva, a un momento di pace con il premier e gli alleati di governo, impegnati nel gestire le prossime delicate fasi per il rilancio del Paese

Nessun rimpasto di governo, nessuna crisi e nemmeno tensioni all’orizzonte sul Recovery plan annunciato dal presidente del Consiglio: il lancio del suo nuovo libro corrisponde, per Matteo Renzi, a una tregua con il premier e gli alleati di governo. Il leader di Italia Viva, tuttavia, non rinuncia a lanciare proposte che, a ben guardare, non vanno esattamente nella direzione di una pacificazione interna.

Intanto, Renzi torna sul tema della legge elettorale sulla quale sembrava si fosse trovato un accordo di massima nella maggioranza. Ora che gli effetti del coronavirus si sono attenuati Pd, M5s e Leu vorrebbero accelerare in Commissione Affari costituzionali alla Camera e arrivare al primo passaggio parlamentare del ‘Germanicum’ entro l’estate.

Questo, sulla base di un accordo fatto dalla maggioranza mesi fa, anche se sul proporzionale con soglia di sbarramento al 5% si sono sempre registrate delle fibrillazioni, a partire dal tema del diritto di tribuna. Ma Renzi riporta la palla al centro del campo e, facendo leva proprio sulla nuova forza acquisita dal governo, afferma che non c’è fretta di chiudere e rilancia sul maggioritario, addirittura con la figura del Sindaco d’Italia: “Siccome voteremo nel 2023, c’è bisogno di rimettere mano alle regole del gioco per una leadership del Paese consolidata sulla base del voto, o la legittimazione rischia di passare per la democrazia sondaggistica e vince chi è più popolare nei sondaggi”.

Le altre proposte di Renzi

L’ex premier non si ferma, però, a questo: assieme alla proposta di rivedere le regole, anche quelle scritte sulla Costituzione, Renzi propone ricette di politica fiscale che risultano indigeste a diversi alleati di governo, a cominciare dai Cinque Stelle e da Leu. Una di queste è l’idea di una voluntary disclosure sulle liquidità nascoste.

L’obiettivo, spiega Renzi, è quello di portare alla luce quei denari che sono rimasti fin qui fermi e che reimmessi sul mercato sarebbero una boccata d’ossigeno per un sistema, come quello italiano in cerca di liquidità. Voluntary disclosure, tuttavia, fa rima con ‘condono’ per M5s e Leu.

“Per la fase 2 c’è bisogno di coesione sociale e di uno Stato protagonista per la protezione di imprese e famiglie dagli effetti negativi della crisi economica indotta dal Covid19. Non serve invece lisciare il pelo agli evasori con il vecchio vizio italico dei condoni, da ultimo quello proposto da Renzi per la riemersione del contante”, dice il capogruppo di Leu alla Camera, Federico Fornaro.

La posizione di Zingaretti

Fuori dalle polemiche politiche continua a tenersi Nicola Zingaretti che, anche oggi, ha rilanciato la necessità di instaurare un “clima di coesione” nel Paese che rappresenta la premessa per la ripresa economica post Covid-19.

“Tutto è cambiato. Gli effetti del coronavirus sulla sanità li abbiamo visti. Ora, gli effetti sull’economia potrebbero essere anche peggiori. Serve una concordia nazionale, non inciuci di palazzo, ma la capacità di discutere per capire dove vogliamo portare l’Italia. Abbiamo bisogno del disegno del Paese del futuro e io sono ottimista perchè con la massa finanziaria che sta arrivando, abbiamo la grande occasione per rimettere l’Italia in un ruolo di leadership europea”.

La linea del governo

Sulla stessa linea si muove il governo. A Palazzo Chigi si lavora al Recovery Plan, annunciato mercoledì dal presidente del Consiglio e che potrebbe essere presentato a breve nelle misure qualificanti. Per farlo, annuncia Conte, “avremo gli stati generali dell’economia a Palazzo Chigi con tutte le forze economiche e sociali del Paese per poter pubblicizzare e condividere con tutti questo nostro Recovery plan”.

Un piano che, spiega ancora il premier, sarà sostenuto e accompagnato da alcune riforme attese da tempo e che la crisi post Covid-19 rende ora imprescindibili: “Dobbiamo modernizzare il Paese con incentivi alla digitalizzazione per i pagamenti elettronici, rafforzare l’interconnessione fra le banche. Lo smartworking ci ha mostrato l’importanza di ridurre il divario digitale nel nostro Paese”.

Oltre a questo, “sostenere le filiere produttive con tutti gli investimenti e le misure fiscali”. Inoltre, “vogliamo realizzare una riforma che consenta ai pubblici amministratori di essere celeri nella loro amministrazione, circoscrivendo meglio la responsabilità erariale e più controlli sui ritardi, sulla inerzia del pubblico funzionario, ad esempio quando si spendono maggiori somme rispetto a quelle preventivate”.

E ancora: “Un green new deal” e “migliaia di posti per giovani ricercatori, per far tornare i nostri giovani dall’estero e avviare un programma di ricerca pubblico e privato per affrontare le grandi sfide del futuro. Resta centrale, in questo quadro, portare a compimento una riforma della giustizia civile. Se ragioniamo di accelerare i tempi possiamo trovare una grande sinergia con tutte le forze politiche del Paese”.

(Agi)

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