17 Giugno, 2024
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Morte Floyd, in carcere i poliziotti coinvolti. Oltre 10mila manifestanti arrestati. A Minneapolis la commemorazione

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Sono stati arrestati tutti e quattro gli agenti coinvolti nell’omicidio di George Floyd, l’afroamericano morto a Minneapolis dopo che un poliziotto gli ha premuto il ginocchio sul collo soffocandolo. Dall’autopsia, tra l’altro, è emerso che George Floyd aveva il coronavirus ma era asintomatico. Thomas Lane e Tou Thao sono stati portati nel penitenziario della contea di Hennepin intorno alle ore 17 locali. J. Alexander Kueng si era già consegnato nel pomeriggio. Dereck Chauvin, l’agente che teneva il ginocchio sul collo di Floyd, è in prigione dalla scorsa settimana con l’accusa di omicidio. Per tutti è stata fissata una cauzione da un milione di dollari. Per Chauvin l’accusa è destinata a essere aggiornata da omicidio colposo a omicidio volontario.

Sono oltre 10 mila le persone arrestate negli Usa da quando sono iniziate le proteste per la morte dell’afroamericano George Floyd, s

offocato durante un arresto a Minneapolis il 25 maggio scorso da un agente di polizia bianco e da tre suoi colleghi. Lo riferiscono i media Usa.

A Minneapolis la commemorazione fra canti e ricordi

Famigliari, amici, concittadini e manifestanti stanno rendendo omaggio alla salma di George Floyd nel santuario della North Central University di Minneapolis, mentre musicisti e cantanti eseguono brani spiritual, alternati ai ricordi di chi lo conosceva. Sullo sfondo un grande ritratto della vittima.

All’interno sono state ammesse solo cinquecento persone, a causa delle restrizioni per la pandemia di coronavirus. Tra gli invitati preannunciati dai media gli attori e comici Kevin Hart, Tiffany Haddish e Regina Hall; l’attore e produttore Tyler Perry; gli attivisti Martin Luther King III. Presenti il governatore del Minnesota Tim Walz, il sindaco di Minneapolis Jacob Frey e la senatrice Amy

L’ex capo Pentagono attacca Trump: deride la Costituzione

«Quando entrai nell’esercito, circa 50 anni fa, feci un giuramento per sostenere e difendere la Costituzione. Non avrei mai sognato che che ai soldati che fanno lo stesso giuramento sarebbe stato ordinato in qualsiasi circostanza di violare i diritti costituzionali dei loro cittadini, ancor meno per una bizzarra photo op del commander in chief con a fianco la leadership militare», afferma Mattis, riferendosi anche al suo successore Mark Esper.

«Militarizzare la risposta, come abbiano visto a Washington, crea un conflitto, un falso conflitto, tra l’esercito e la società civile. Erode le fondamenta morali che garantiscono un legame fiduciario tra uomini e donne in uniforme e la società che hanno giurati di proteggere e di cui essi stessi fanno parte», prosegue. «Mantenere l’ordine pubblico spetta ai leader civili statali e locali che meglio capiscono le loro comunità», aggiunge.

La risposta di Trump è arrivata su Twitter:

«Probabilmente l’unica cosa che io e Barack Obama abbiamo in comune è che entrambi abbiamo avuto l’onore di licenziare Jim Mattis, il generale più sovrastimato del mondo.

Chiesi la sua lettera di dimissioni e mi sentii benissimo. Il suo soprannome era ‘caos’, cosa che non mi piaceva, e l’ho cambiato in cane pazzo».

(La Stampa)

 

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