19 Aprile, 2024
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Coronavirus, l’Iss fa marcia indietro:”Rt è solo un indicatore, in Umbria bassa incidenza”

Umbria e Molise restano aree del Paese a bassa incidenza di infezioni da Covid-19,

L’indice di contagiosità “non è una pagella ma un segnale da interpretare insieme agli altri dati”.

A precisarlo è l’Istituto superiore di sanità in una nota sabato sera dopo le polemiche divampate in Umbria in seguito alla pubblicazione del report che la indicava trale tre regioni da tenere sotto controllo per “rischio moderato”.

“Relativamente ai valori di Rt – si legge ancora nella nota – in regioni come Umbria e Molise, che restano aree del Paese a bassa incidenza di infezioni da Covid-19, anche piccole oscillazioni nei numeri, dovute verosimilmente ad un aumento dei tamponi eseguiti, possono comportare variazioni in singoli parametri particolarmente sensibili quali appunto l‘Rt.

Tali variazioni possono, paradossalmente, essere la conseguenza di un miglioramento della copertura dei sistemi di sorveglianza e pertanto segnalano la capacità dei Sistemi sanitari regionali di intercettare i casi e di adottare le misure adeguate per limitare la trasmissione del contagio”, aggiunge l’Iss. In particolare, “quando il numero di casi è molto piccolo, alcune regioni possono andare temporaneamente sopra soglia (Rt maggiore di 1) a causa di piccoli focolai locali che finiscono per incidere sul totale regionale, senza che questo rappresenti un elemento preoccupante. In questo senso – sottolinea l’Iss – vanno lette le informazioni ed eventuali situazioni analoghe che potrebbero verificarsi nelle prossime settimane in altri contesti regionali. Pertanto, il movimento di un singolo indicatore è un segnale che va interpretato con cautela in regioni comunque caratterizzate da un basso numero complessivo di casi”. Dunque i dati riportati “non possono e non debbono essere interpretati come una pagella e soprattutto – evidenzia l’Iss – vanno letti nel loro insieme come una fotografia della situazione e della capacità di risposta”. Il modello di monitoraggio e valutazione del rischio Covid-19 in Fase 2 si basa su “una serie di indicatori in grado di rilevare con elevata sensibilità modificazioni sia pur piccole negli andamenti epidemiologici nonché il livello di resilienza dei sistemi sanitari delle diverse regioni italiane. Si tratta di uno strumento importante, in quanto è necessario garantire la sicurezza dei cittadini in questa necessaria fase di rilancio delle attività economiche del Paese”, conclude l’Istituto.

(Corriere dell’Umbria)

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