19 Aprile, 2024
spot_imgspot_img

L’esame di maturità durerà un’ora e non ci sarà il 6 politico

Il ministro Azzolina: “Gli studenti saranno tutti ammessi. A eccezione di due casi, quelli che non hanno frequentato e quelli che sono  incorsi in provvedimenti disciplinari gravi”. Il ministero lavora intanto con le Regioni per la riapertura a inizio settembre.

“Ci tengo a rassicurare che seguiremo sempre lo stesso principio, quello di garantire la sicurezza delle persone: l’esame sarà in presenza compatibilmente con l’andamento epidemiologico nelle diverse aree del paese”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in videoconferenza stampa, a proposito dell’esame di maturità.

Il ministro ha confermato che le prove si terranno dal 17 giugno e non ci saranno prove scritte: La durata della prova orale sarà della durata massima di 1 ora”.  I commissari saranno tutti interni e agli studenti 60 crediti verranno dal percorso e 40 dall’esame, con eventuale lode.

“Gli studenti – ha aggiunto la ministra – saranno tutti ammessi all’esame di maturità e nel caso di insufficienze, potranno recuperarle, ma ci sono due eccezioni che nulla hanno a che fare con il coronavirus”.

“Solo in 2 casi circoscritti non saranno ammessi:

se il consiglio di classe non ha elementi per valutare lo studente perché nel primo periodo didattico non ha frequentato, quindi prima del coronavirus, e serve l’unanimità del consiglio di classe. E poi se lo studente ha ricevuto provvedimenti disciplinari gravi. Esclusi questi 2 casi – ha ribadito – lo studente verrà ammesso”.

Azzolina ha spiegato che il “colloquio orale avrà diverse fasi: ci sarà la discussione di un elaborato sulle discipline di indirizzo che i nostri studenti concorderanno con i loro docenti, poi la discussione di un testo di italiano studiato in classe e poi dei materiali preparati dalla commissione saranno assegnati agli studenti sul resto delle discipline”.

Quindi, ha espresso un auspicio “che non è un obbligo, ma una richiesta e infatti non è scritta nell’ordinanza: mi piacerebbe molto che gli studenti, nell’ambito degli studi di cittadinanza e Costituzione, abbiano la possibilità di raccontare come hanno vissuto l’esperienza del periodo di coronavirus perché questa esperienza credo li abbia resi veramente cittadini. È una richiesta, non un obbligo” ha ribadito.

Azzolina ha ricordato che tutti gli studenti saranno ammessi e che “le valutazioni ci saranno, le insufficienze saranno riportate nei documenti di valutazione ma gli studenti hanno il diritto di recuperare: se quel voto è sotto la sufficienza io penso che abbia tutto il diritto di recuperare e lo farà all’inizio dell’anno prossimo”. Non ci sarà, ha ripetuto, alcun 6 ‘politico’.

“Da qua al 17 giugno manca un mese e verrà fatto un monitoraggio costante con il ministro della Salute, Speranza, della curva dei contagi. Naturalmente nell’ordinanza abbiamo già previsto una sorta di clausola di salvaguardia, se la situazione sanitaria dovesse cambiare di fare anche l’esame a distanza, in modalità telematica” ha precisato Azzolina.

La scuola intanto potrebbe riaprire a settembre. “Per settembre stiamo già lavorando, – ha detto Azzolina – il metodo sarà lo stesso: giungeremo alla scrittura di un documento tecnico scientifico che prevederà diverse ipotesi: non abbiamo la sfera di cristallo per lo scenario epidemiologico”. “Avendo poi in mano questo documento lavoreremo con gli enti locali, le associazioni di volontariato, le scuole” ha concluso.

“Il documento prevederà diverse possibilità: lavoreremo con enti locali, scuole, comitato tecnico e tutti gli stakeholder presenti sui vari territori. Il nostro obiettivo è riportare gli studenti a scuola”.

Ma ha aggiunto: “Sarà una scuola diversa, forse anche migliore. Vogliamo immaginare una scuola aperta, nuova, non per forza chiusa in un edificio”.

Per quanto riguarda i programmi scolastici, ha sottolineato: “Rimetteremo mano alle linee guida solo se fosse necessario, ma gli studenti non sono imbuti da riempire con nozioni: esistono indicazioni nazionali sulle competenze e sulla crescita della persona perché la scuola serve a questo” ha concluso.

(Agi)

 

Ultimi articoli