28 Marzo, 2024
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Fabrizio Peronaci: “Morte di un detective a Ostiense e altri delitti”

Siamo nel pieno degli anni 90 a Roma e Fabrizio Peronaci, firma del Corriere della Sera, ci racconta la parte più buia della Roma di quegli anni. Numerosi infatti sono i casi irrisolti di omicidi avvenuti tra il 1995 e il 2000: in media circa 30 delitti all’anno, dei quali ne rimasero irrisolti circa il 30%, divenendo così tra i più grandi misteri della Capitale. Nel suo libro “Morte di un detective a Ostiense e altri delitti” ripercorre le storie di 13 fatti avvenuti tra i quartieri di Roma, mettendo in evidenza dettagli e sfumature rimasti per molti anni nell’ombra. La ricostruzione dei delitti presenta la caratteristica dell’inchiesta e i racconti sono talmente descrittivi che il lettore può immaginare di essere stato presente a quelle scene e di aver vissuto in prima persona quelle indagini.

Peronaci con il suo lavoro cerca di mettere in evidenza la superficialità con cui sono state condotte le indagini, nella maggior parte dei casi iniziate con colpevole ritardo da parte degli inquirenti. Il suo scopo, da giornalista che si rispetti, è quello di porsi delle domande suscitando nel lettore quella curiosità e attenzione ai dettagli che permettono di farsi un’idea attraverso una forte coscienza critica. Gli interrogatori, i dialoghi e le diverse piste prese in esame fanno in modo che chi legge si appassioni alla storia e allo stesso tempo diventi anch’esso un piccolo detective.

Leggendo le pagine del libro, dal delitto della stazione Ostiense fino ad arrivare all’omicidio della Di Veroli presso la sua abitazione e al doppio delitto di Ivano e Cinzia entrambi accoltellati (due omicidi diversi ma che paiono avere molti dettagli in comune e, chissà, forse anche l’assassino?) sembra quasi di entrare in un romanzo giallo o nella regia di una serie tv Netflix di quelle che riaprono i cosiddetti cold case. Quello che però non bisogna dimenticare è che queste storie non sono frutto di nessuna fantasia ma sono drammaticamente reali: vere sono infatti le sue vittime, veri sono i familiari che purtroppo non hanno mai avuto giustizia e soprattutto sono veri gli assassini, mai scovati e che quindi non hanno mai pagato per i feroci delitti commessi. Le storie sono poi accompagnate da immagini autentiche e reali delle vittime, delle scene del crimine e dei tipici schemi che i detective effettuano durante le indagini preliminari.

Chiara Marricchi

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