6 Maggio, 2024
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LA PROVINCIA DI SONDRIO AUMENTA IL COSTO DELLE COPIE CARTACEE : UNA SCELTA CONDIVISIBILE – di Paola Scarsi

LA PROVINCIA DI SONDRIO AUMENTA IL COSTO DELLE COPIE CARTACEE : UNA SCELTA CONDIVISIBILE.

NELL’EDITORIALE IL DIRETTORE DIEGO MINONZIO TOCCA IL TASTO DOLENTE DEI COMUNICATI STAMPA

 

“Il Cantiere Editoria 5.0 deve segnare la differenza tra chi opera negli uffici stampa ed è iscritto all’ordine dei giornalisti e chi non lo è”

commenta Paola Scarsi, Membro del consiglio direttivo del GUS (Giornalisti Uffici Stampa) Lazio

La Provincia di Sondrio da oggi aumenta di 20 centesimi il costo della copia cartacea. Il direttore Diego Minonzio nel suo editoriale spiega ai suoi lettori il perché di questo ritocco allargando la riflessione al valore e al prezzo di una buona informazione. Una scelta condivisibile, come tutte le motivazioni che porta, tranne una.

Mi riferisco alla frase “Quanto valore c’è dentro un comunicato copiaincollato da chissà chi e chissà come e chissà perché?”.

Per la precisione, anche tale affermazione è attualmente condivisibile, ma mi batto da anni affinché non si debba più ascoltare.

Si deve segnare la differenza tra chi opera negli uffici stampa ed è iscritto all’ordine dei giornalisti e chi non lo è.

Nel settore pubblico quest’attività è riservata agli iscritti all’ordine, tutelati dalla Legge 150/2000, mentre nel privato, specie tra i free lance, categoria cui appartengo, chiunque può scrivere e diffondere comunicati stampa, con la “piccola” differenza che gli iscritti all’ordine proprio in quanto tali rispettano etica e deontologia, si aggiornano, possono essere deferiti ma, ironia della sorte, non hanno alcuna tutela nei confronti del lavoro abusivo.

Perché la loro professionalità non è riconosciuta.

E’ necessario fare chiarezza, a partire dal coinvolgimento nel Cantiere Editoria 5.0 anche di noi uffici stampa privati, “vecchi” e “nuovi” attori del mondo dell’informazione.

Alcune note:

1) L’art.1  del contratto giornalistico recita ” Il presente contratto regola il rapporto di lavoro fra gli editori di quotidiani, di periodici, le agenzie di informazioni quotidiane per la stampa, anche elettronici, l’emittenza radiotelevisiva privata di ambito nazionale e gli uffici stampa comunque collegati ad aziende editoriali, ed i giornalisti che prestano attività giornalistica quotidiana con carattere di continuità e con vincolo di dipendenza anche se svolgono all’estero la loro attività.”  Riconosce l’attività di ufficio stampa non in quanto tale, ma sempre e comunque collegata ad aziende editoriali, assenti nella maggior parte delle realtà private.

2) Noi uffici stampa privati siamo ” professionisti in cerca di riconoscimento”, come ribadito anche dall’ordine del giorno approvato all’unanimità dal precedente Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti di cui ero componente “Ciò – recitava il testo – rende tra l’altro impossibile sanzionare l’abuso della professione che, per gli uffici stampa privati come già avviene per quelli pubblici, dovrebbe essere svolta esclusivamente dagli iscritti all’Ordine, con tutte le garanzie di professionalità, rispetto della deontologia e aggiornamento formativo che ciò comporta. Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti auspica che il legislatore intervenga per colmare il vuoto normativo sopra evidenziato, a tutela della professione dei propri iscritti e del diritto dei cittadini di essere informati in maniera corretta”.

3) Non essendo questa professione riconosciuta come attività giornalistica chi la svolge in via esclusiva – cioè migliaia di colleghi – non riesce ad avere titolo per continuare ad essere iscritto all’Ordine, all’Inpgi ed eventualmente alla Casagit.

Non riesce ad avere una qualche forma di tutela dal sindacato ed è anche fuori dal tavolo sull’equo compenso.

4)Tra le difficoltà che vengono poste c’è quella di non avere una controparte definita. Ma se un’azienda privata vuole aprire una postazione medica nei suoi uffici, si deve obbligatoriamente rivolgere ad un medico, non può affidarsi a un elettrauto. Ciò avviene senza che ci siano stati accordi con tutte le controparti, perché al medico fanno capo competenze specifiche ed esclusive. Lo stesso dovrebbe avvenire per l’azienda privata che volesse dotarsi di un ufficio stampa.

Paola Scarsi

Giornalista.

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