26 Aprile, 2024
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Asl Roma4,su vicenda paziente autistico: “Ragazzo non “recluso” ma bensì accolto in un area aperta”

In riscontro all’articolo uscito in data odierna che denuncia in modo grave un disinteressamento da parte della Asl Roma 4 nei confronti di un ragazzo autistico, la Asl risponde evidenziando i fatti.
Si contesta innanzitutto la notizia riportata che il ragazzo sia tenuto “recluso in una stanza”, il paziente è accolto in mantenimento elevato in una struttura ex art.26 regolarmente accreditata e per la quale l’SSR paga il 70% della retta, il rimanente 30%  è integrato dall’amministrazione comunale in compartecipazione con l’utente che versa l’indennità di accompagnamento.
La stanza dove alloggia il ragazzo è aperta, e affaccia sulla sala da pranzo dove gli altri utenti sostano quando non sono impegnati nelle loro attività.
Si ricorda che per accedere alle strutture di questa tipologia è necessaria la domanda del MMG e del tutore o amministratore di sostegno a cui segue la valutazione multidimensionale.
Il ragazzo è seguito da un Oss che si occupa di lui,attivando così un rapporto 1 a 1.
A seguito dell’istituzione del fondo nazionale denominato “dopo di noi  legge 112 del 2016”  e destinato alla de-istituzionalizzazione delle persone affette da autismo dalle strutture ex art.26 è emerso che la mamma del ragazzo aveva espresso la volontà di trasferirlo presso la Casa Famiglia “Villa Arcobaleno” la quale in seguito ad una valutazione ha dichiarato disponibilità ad accoglierlo.
Nell’ultimo  PAI (piano assistenziale individualizzato ) redatto  presso la struttura di ricovero, l’equipe multidimensionale ha ritenuto possibile  il passaggio ad un setting assistenziale  a minore intensità medica in struttura residenziale socio assistenziale (Casa Famiglia ) convenzionata con il comune di Roma ,per mettere in atto un PEI  (piano educazionale individuale ) individuato quindi nella Casa Famiglia Villa Arcobaleno.
La Asl non ostacola in alcun modo la dimissione del paziente in modo che sia accolto nella casa famiglia, ma bisogna far capire che la procedura intera deve essere seguita e autorizzata da più di un ente, enti che concorrono insieme a garantire al paziente un percorso di assistenza personalizzato.
Pertanto l’accusa “manca una firma della Asl”corrisponde al falso, ed è evidente che chi ha scritto l’articolo non è a conoscenza delle complesse dinamiche che sono alla base dell’assistenza sia sanitaria che sociale del paziente.
La Asl Roma 4 da parte sua in attesa della firma di tutti i coinvolti ha già autorizzato la cifra corrispondente alla parte sanitaria.

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