“Da donna, da giovane donna violata, sento il diritto di parlare.
Da donna Democratica, mi sento tradita.
Tradita da una societΓ che tenta di tornare indietro, al buio. Abbandonata da chi dovrebbe comprendere, sostenere e difendere le battaglie portate avanti fino ad oggi, anzi fino a ieri. Beffata da un governo del cambiamento, a ritroso.
Quanto accaduto a Verona non puΓ² essere considerato un episodio fine a se stesso, bensΓ¬ bisogna collocarlo all’interno di una logica aberrante di ritorno al passato e d’esclusione delle diversitΓ e dei diritti acquisiti.
Una mozione leghista βcontro l’abortoβ, nello specifico contro la legge n. 194 del 22 maggio 1978 sulle βNorme per la tutela sociale della maternitΓ e sull’interruzione volontaria della gravidanzaβ, annichilisce senza se e senza ma, e prima di qualunque altro ragionamento, il diritto di essere donna.
Tanto piΓΉ grave il voto a favore del capogruppo PD Carla Padovani, dunque a favore di una logica discriminante, contrario alle libertΓ di scelta acquisite.
Un percorso di affermazione femminile che viene a disintegrarsi con una semplice mozione, presentata dal cosΓ¬ famigerato βgoverno del cambiamentoβ.
Una mozione che personalmente mi fa rabbia, e allo stesso tempo mi lascia incredula.
Come mi sconvolge il ritorno orgoglioso del concetto di βfamiglia tradizionaleβ, l’incitamento ad una guerra fra poveri, dove i βbianchiβ si sentono il diritto di vincere, perchΓ¨ βmiglioriβ; come mi infuriano le βrondeβ sulle spiagge e all’interno dei centri sociali e culturali, e mai sotto i cancelli dei boss mafiosi; come mi irritano le informazioni non date e un mondo social non controllato, dove gli insulti e la rabbia fanno da padroni; non sopporto il fatto che delle donne possano aver votato a favore di una perdita d’identitΓ .
A Verona delle donne hanno scelto di non esserlo piΓΉ. A Verona il cambiamento ha calpestato dei diritti.
Ma a Verona inizierΓ una nuova battaglia. A Verona le VERE DONNE dimostreranno di essere tali.
Benedetta Onori, segretario PD Anguillara S.”


