Il 20 gennaio scorso si è festeggiato San Sebastiano, Patrono di Bracciano. Ma quanti sanno chi era Sebastiano e soprattutto quando e perché è stato eletto patrono della cittadina lacustre?
Il Museo Civico di Bracciano, diretto dall’Architetto Cecilia Sodano, ha dato vita da qualche anno ad una splendida iniziativa, che viene svolta proprio il 20 gennaio.
Ai bambini di Bracciano viene proposto un laboratorio, dal titolo “Storie in valigia: san Sebastiano” attraverso il quale possono scoprire qualcosa di più sul Patrono della città per raccontarlo poi, magari, ai loro genitori.
I bambini sono stati accompagnati alla chiesa collegiata di santo Stefano (detta anche duomo di Bracciano) dove l’educatrice museale Sara Maccioni ha proposto la lettura dello splendido dipinto raffigurante proprio il martire, dipinto nel 1669 da Giacinto Gimignani. L’attività è proseguita con l’osservazione dei reliquiari conservati in museo, tra i quali c’è quello di San Sebastiano, attraverso i quali è stata proposta ai bambini una riflessione sulle modalità con le quali la comunità cristiana ricorda i personaggi importanti da cui prendere esempio. Infine i bambini hanno realizzato la loro “scatola della memoria” su san Sebastiano, alla stregua delle boite en valise di Marcel Duchamp. Si tratta di una scatola nella quale i bambini pongono oggetti, simboli, scritte e riproduzione di opere d’arte sul santo che racconta, secondo la sensibilità di ognuno, la sua memoria.
Grande successo, anche quest’anno, del laboratorio, al quale i bambini hanno aderito con entusiasmo, attenti e partecipi mentre Sara proponeva le varie attività.
Sebastiano ha vissuto ai tempi dell’Imperatore Diocleziano. Era un abile combattente militare e infatti venne nominato Comandante della I° Legione, addetta alla protezione proprio dell’Imperatore, di cui divenne amico. Ma Sebastiano aveva un segreto: era cristiano. Qualcuno lo tradì e lui venne condannato a morte mediante il lancio di frecce. Creduto morto, il suo corpo venne lasciato in pasto agli animali. Sant’Irene, che voleva seppellirlo in modo cristiano, lo trovò gravemente ferito, ma ancora vivo. Lo cura e Sebastiano guarisce. Gli viene consigliato di scappare, ma lui decide di parlare con Diocleziano per chiedergli la grazia per tutti i cristiani. L’Imperatore non accoglie la supplica e condanna Sebastiano alla morte per flagellazione.
Per questo motivo, San Sebastiano è l’unico bi-martire, cioè un martire morto due volte. In seguito venne eletto Protettore dalle malattie, in quanto in tempi antichi si pensava che le malattie fossero come dei colpi di freccia nel corpo. Ma arriviamo alla parte relativa a Bracciano. La cittadina fu colpita da un’epidemia di peste che poi fortunatamente venne debellata. Gli abitanti ringraziarono per questo San Sebastiano, che da allora è il Patrono di Bracciano.
Nel Duomo è esposto un quadro del pittore Giacinto Giminiani che, nel 1669, ritrasse San Sebastiano al termine del primo martirio.
Come in tutte le opere che lo ritraggono, Sebastiano ha un aspetto dolce ed effemminato, e reca sul corpo i segni delle frecce, anche se non è rappresentato il sangue. Il martire volge gli occhi al cielo, verso i volti dei putti che spuntano dalle nubi, e la sua espressione è serena. Tre putti sono rappresentati a figura intera e portano i simboli del martirio: uno, seduto accanto a Sebastiano, tiene le frecce, un secondo gli pone una corona in testa ed il terzo porge la palma, pianta simbolo dei martiri in quanto, come dopo la caduta dei datteri le foglie sembrano morte, così i martiri, dopo aver fatto dono della propria vita alla terra, muoiono. Alle spalle di Sebastiano possiamo vedere un albero secco e spoglio, altro simbolo pittorico della morte terrena, e una interessante immagine di Bracciano.
Iniziative di questo tipo non sono inusuali per il Museo Civico; la speranza è che un numero sempre maggiori di genitori ed insegnanti decidano di collaborare.
Monia Guredda


