30 Aprile, 2024
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Mascherine anche dai tabaccai. Arcuri: prezzo resta e resterà 61 centesimi

Mascherine chirurgiche a prezzo calmierato presto in vendita anche dai tabaccai, in confezioni da venti, come le sigarette. E ora si aggiunge l’interesse di cartolerie e ferramenta, con i supermercati che annunciano nuovi arrivi e già 19 milioni di dispositivi venduti.

Dopo lo scontro tra il Commissario per l’Emergenza e le categorie dei distributori di prodotti medici e i farmacisti sulla carenza di mascherine nei propri negozi, si aprono scenari alternativi per uscire da questa empasse.

Per Arcuri, Federfarma, Asf e Federfarma Servizi, è stata un’altra giornata di trattative. Ma il prezzo delle chirurgiche non cambia. “E’ 50 centesimi + Iva, ovvero 61 centesimi, e resterà quello. Purtroppo gli speculatori e altre categorie simili se ne dovranno fare una ragione”, ha tuonato il Commissario.

Nella conferenza stampa settimanale, Arcuri ha sottolineato che per una distribuzione, quella dei supermercati, la rete funziona ma per l’altra, quella che approvvigiona i farmacisti, non funziona. “I cittadini vanno al supermercato e le mascherine le trovano – ha precisato il Commissario respingendo ancora le accuse delle ultime ore – Non sono io a dover rifornire i farmacisti né i loro distributori. Qualche volta faccio degli errori, per i quali mi aspetto critiche e se serve reprimende, ma solo dai cittadini. Certo non posso togliere le mascherine dagli ospedali per darle ai farmacisti”, spiega Arcuri ricordando di essere riuscito a creare un ‘tesoretto’ di 55 milioni di mascherine nei magazzini delle regioni, un surplus rispetto al fabbisogno che garantisce al momento una certa serenità sulle disponibilità di enti e strutture sanitarie.

Ma in serata arriva la replica dei farmacisti. “In questa crisi – dice il presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti Andrea Mandelli – abbiamo pagato un pesante tributo in termini di colleghi contagiati e uccisi dalla COVID-19, mentre lavoravamo per i pazienti, e voglio credere sia stata messa la parola fine a illazioni e sospetti assolutamente intollerabili sul nostro operato”. Mandelli evidenzia di “prendere atto della precisazione del Commissario Arcuri, che ha confermato come la responsabilità della emergenza mascherine non possa essere in alcun modo attribuita ai farmacisti”.

Con i farmacisti ancora a secco, penalizzati dalle difficoltà per i loro distributori di reperire i dispositivi sul mercato, si fanno avanti i tabaccai, che vantano una diffusione capillare in tutto il Paese, presenti con 50mila negozi in oltre il 90% dei Comuni italiani. L’accordo – annunci Arcuri – potrebbe essere perfezionato nelle prossime settimane. Per la Federazione Italiana Tabaccai “l’idea è quella di vendere le mascherine a prezzo calmierato in pacchi da dieci o venti, come si fa con le sigarette. Contiamo di affidarci ai distributori di tabacco”. Ma ora l’interesse arriva anche da cartolerie e ferramenta, che si rivolgono alle associazioni come Confcommercio per entrare nella vendita.

Ipotesi mascherine obbligatorie a scuola a settembre – Mascherina obbligatoria in tutte le scuole italiane. E’ una delle ipotesi sul tavolo degli esperti che stanno lavorando al piano per consentire di tornare sui banchi a settembre. Oltre al distanziamento sociale nelle classi – con i banchi separati di almeno un metro e mezzo – l’altra ipotesi è che la mascherina sia obbligatoria per tutti gli studenti sopra i sei anni, i docenti e tutto il personale della scuola.

(Ansa)

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