30 Aprile, 2024
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Biodigestore, il punto della situazione

Il progetto, voluto dalla Regione Lazio, non piace a tutti

«Per scaricarci i rifiuti di Roma. A questo serve in realtà il maxi biodigestore che Zingaretti vuole realizzato a Civitavecchia», questa è l’accusa mossa al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il quale aveva annunciato che i rifiuti di Roma sarebbero stati smaltiti nel comune sopracitato. Il “sì” al progetto del biodigestore nel Lazio, presentato da “Ambyenta Lazio”, era arrivato a fine gennaio: un’operazione, definita da taluni “un folle progetto”, bocciata dal Comune designato a questo scopo e ostacolato, in aggiunta, dalle istituzioni delle città limitrofe. Le accuse dirette al presidente della Regione Lazio provengono direttamente da un comunicato diramato dai consiglieri regionali del Lazio di Fratelli d’Italia: “Per incapacità e per calcolo politico, Zingaretti e le sue giunte non sono state in grado, o non hanno voluto, attuare una efficiente e funzionale gestione dei rifiuti di Roma e del Lazio, scaricando il problema e le sue gravi conseguenze di salute pubblica e ambientale sulla popolazione di Civitavecchia e delle altre province”. A conferma delle motivazioni mosse dai consiglieri regionali, sarebbero i dati: “Centoventimila tonnellate annue di biomassa da trattare quando il fabbisogno locale è di settemila tonnellate annue”. Oltre alla possibilità dello sviluppo di energia elettrica da fonti rinnovabili, risultato dalla trasformazione dei rifiuti organici dalla quale si otterrebbe la miscela di biogas (per l’appunto, una “fonte rinnovabile”). Al momento non ci sono impianti come questi nella Regione Lazio, in verità la maggior parte di essi sono situati nel nord Italia.
I cittadini e le associazioni
Intanto la cittadinanza e le associazioni cittadine di Civitavecchia si sono fatte sentire. Durante le giornate del 3 e del 26 febbraio, al piazzale del Pincio e il parcheggio del Tribunale, si sono riunite per opporsi al biodigestore. Un intervento di protesta sostenuto da molti giovani di “Fridays for future Civitavecchia” e dalle associazioni ambientaliste. Il movimento sopracitato si è speso con molta tenacia e, recentemente, ha riaperto il dialogo sulla questione di Civitavecchia in un comunicato: “Chi sostiene che con queste modalità si chiude definitivamente il ciclo dei rifiuti, che, oltre al biometano, questi impianti producono scarti inquinanti (il digestato) estremamente pericolosi e difficili da smaltire. La soluzione proposta in questi giorni dai cittadini, ovvero un piccolo impianto di compostaggio aerobico modulato sulle esigenze del comprensorio, è l’unica possibile per chiudere in modo virtuoso il ciclo dei rifiuti e l’unica che possa essere inserita nel contesto di una città che traguarda concretamente ad una reale transizione ecologica”.
I bastian contrari
A contrastare il progetto di Zingaretti anche la Lega: “Rimarchiamo la nostra ferma opposizione al maxi impianto biogas che la Regione Lazio vorrebbe realizzare a Civitavecchia, cittadina di poco più di cinquantamila abitanti che vedrebbe il suo territorio completamente annichilito a livello ambientale, sanitario e sociale per soddisfare logiche economiche e politiche calate dall’alto”.
Tuttavia, Legambiente, nel periodo in cui bisognava inviare dei progetti per stabilire la ripartizione dei fondi del PNRR, aveva proprio richiesto ai comuni di presentare dei progetti per la realizzazione dei biodigestori e, nonostante le proteste, pare che il progetto del biodigestore nel Lazio stia prendendo vita in questi giorni.
Lucrezia Roviello

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