18 Dicembre, 2025
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E’ giunto il momento di ragionarci seriamente: per un buon presidente, cominciamo a discutere.

La scelta del nuovo Presidente della Repubblica รจ una questione di nomi solo se essi sono legati alla rappresentanza dellโ€™unitร  della nazione, alla tutela della Costituzione e allโ€™onorabilitร  dellโ€™Italia in Europa e nel mondo. Non possono valere criteri come la notorietร  e la capacitร  di aggregare voti fin dalle prime votazioni, a prescindere. La velocitร  dellโ€™elezione a discapito della qualitร  รจ solo pericolosa. I nomi, quindi, sono importanti ma debbono rispecchiare nella persona eletta i valori e le aspettative degli italiani.

La discussione attuale, purtroppo, รจ priva di questa elementare considerazione. Si assiste ad un gioco preliminare tattico che seppur necessario non deve perรฒ mai offuscare il merito valoriale e politico della scelta stessa. Sarebbe pertanto opportuno cominciare a discutere di quali valori lโ€™Italia dovrร  garantirsi e rappresentare nella figura del nuovo Presidente. Le donne e gli uomini, le forze politiche che sono chiamate ad eleggere il nuovo capo dello Stato farebbero un gravissimo errore se pensassero solamente alle dinamiche dei livelli istituzionali separandoli dal sentire comune. Gli italiani si aspettano una scelta chiara: continuare con le logiche politiche del recente passato fatte di compromissioni con condannati, di commistione immorale tra interessi privati e cosa pubblica, oppure rappresentare la politica degli onesti e degli interessi comuni? Si sceglie lโ€™Italia che cerca di trovare vie dโ€™uscita alla mancanza di lavoro lungo la via della giustizia e della qualitร  sociale e ambientale del modello economico oppure quella della continuitร  con il parassitismo e il rigorismo delle destre europee? Si sceglie ancora il monopolio maschile, magari con personalitร  improvvisate?

Dal paese arriva la richiesta di rappresentare lโ€™Italia democratica e perbene, del lavoro e delle migliori risorse. Ciรฒ รจ evidente se si hanno in considerazione i dati sullโ€™astensionismo, sulla nascita di nuovi partiti e quelli sulla mobilitazione sociale del mondo del lavoro per lโ€™occupazione e i diritti sociali e civili. Lo stesso governo Renzi, pur essendo di emergenza e zavorrato a destra, segnala lโ€™esigenza di cambiamento, basti pensare che quando ha approvato provvedimenti concreti e positivi sulle questioni sociali ha avuto un significativo consenso. La voglia e il bisogno di cambiamento lo abbiamo visto anche nei giorni passati, quando cโ€™รจ stata la sollevazione della stragrande maggioranza degli italiani contro il decreto salva-Berlusconi che depenalizza le frodi e lโ€™evasione fiscale premiando i ricchi. Renzi si รจ intestato la paternitร  del decreto e ha dichiarato di voler rimediare. Bene. Ha negato ogni accordo/scambio con Berlusconi in vista della elezione del nuovo Presidente della Repubblica ma ciรฒ sembra poco credibile poichรฉ รจ intenzionato a spostare tutta la questione a dopo lโ€™elezione del capo dello Stato.

Molti altri esempi si possono elencare per evidenziare che cโ€™รจ una forte spinta nel paese, e necessitร , per cambiare nella direzione della pulizia morale, del lavoro, di una Europa amica e di una diversa qualitร  sociale e ambientale dello sviluppo.

Questa spinta รจ alimentata dai giovani e da una pluralitร  di forze sociali e culturali: essa va raccolta e fatta pesare nella scelta del nuovo Presidente, perchรฉ solo cosรฌ sarร  possibile ricostruire un rapporto positivo tra istituzioni e cittadini, oggi usurato, e recuperare vaste aree di sfiducia.

รˆ intorno a questa richiesta di onestร , di fedeltร  alla Costituzione, di difesa della libertร  contro il terrorismo e il razzismo, di rilancio dellโ€™europeismo in termini nuovi, di visione democratica del bipolarismo, che va costruita una nuova unitร  nazionale quale base necessaria per individuare il nuovo capo dello Stato. Non sono questioni parziali da maggioranza politica quanto interessi comuni a tutti. รˆ urgente rappresentare il nuovo in quanto non รจ piรน possibile continuare a confondere lโ€™unitร  nazionale con lโ€™accordo con chi rappresenta il vecchio da cui lโ€™Italia vuole e deve uscire. E per vecchio รจ chiaro che non sโ€™intende un dato anagrafico ma un modo dโ€™essere della politica quello della personalizzazione, dellโ€™elettoralismo, del trasformismo e della subalternitร  ai poteri forti.

Il Pd di Renzi dovrร  scegliere quale linea seguire: rappresentare la nuova unitร  nazionale o il vecchio compromesso con Berlusconi? Mentre le forze moderate e di destra, dentro e fuori Forza Italia, hanno tutto lโ€™interesse a superare definitivamente la vecchia gabbia berlusconiana in quanto per loro sarebbe la condizione migliore per una riorganizzazione credibile del loro campo politico senza lโ€™ipoteca razzista della Lega.

Sarebbe utile, poi, che il M5S scegliesse da che parte stare. Vuole esser protagonista e sostenere il nuovo che vuole cambiare oppure ritrarsi, essere contro tutto e tutti, come ha piรน volte fatto, rendendo sterile la sua forza e la voglia di cambiamento che essa rappresenta?

Sergio Gentili

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