27 Aprile, 2024
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Solidarietà a Riccardo Agresti (Corrado Melone)

Riceviamo e pubblichiamo –

On. prof. Giuseppe Valditara, ministro dell’istruzione e del merito

e p. c.: dr.ssa Anna Paola Sabatini, direttore generale USR (Ufficio scolastico regionale)

Bracciano, 28-3-2024

Oggetto. Solidarietà al dr. Riccardo Agresti, preside del “Melone” di Ladispoli

Signor Ministro,

le scrive il Comitato autonomo di quartiere “Villaggio Montebello” di Bracciano, che ha tra i suoi migliori soci il prof. Riccardo Agresti, ottimo dirigente scolastico (nuovo nome del vecchio preside), oggi al “Corrado Melone” di Ladispoli, dal prossimo settembre in pensione. Egli è ovunque apprezzato per serietà, competenza, senso civico, assoluta dedizione al lavoro, in un quadro di politica inclusiva degli Alunni e di collaborazione attiva con le Famiglie, qualunque sia il loro ceppo geografico, religioso, di censo. Qualche pelandrone semmai lo critica per eccessivo zelo.

Ci ha quindi sorpresi e stupiti la campagna giornalistica di martedì 12 marzo scorso, che l’indicava come uno “che allontanò da scuola un bimbo iperattivo di 6 anni”, e che per questo era stato sospeso dal lavoro per 30 giorni, raddoppiabili.

Abbiamo cercato, signor Ministro, di approfondire la verità. E non sempre i conti tornano. Ci corregga, per cortesia, laddove noi si sbagliasse.

Premessa. L’Istituto “Melone” è il maggiore della zona, 1.200 alunni dai 3 ai 14 anni, 130 docenti, 25 amministrativi. È perciò “appetito” dai club partitici. Va a lode del Preside l’altolà ai cafarnai pro-tizio o pro-caio. Al “Melone” si parla sì, anche di politica, ma quella “alta”, in un democratico pluralismo di voci e d’idee. Col Comune di Ladispoli ci fu un contenzioso per la mensa. Poi il clima si distese.

I fatti. L’Istituto ha in carico, tra altri, un Bimbo “problematico”. Ugo il nom de plume. Il suo Babbo, per le Maestre, fa lavori gravosi, fin a tardi; ed avrebbe scarso tempo per il Figlio. Perciò riterrebbe la scuola un “baby-sitteraggio”.

Il policlinico Gemelli, che l’ha in cura, certifica che Ugo, purtroppo, “ha un disturbo da deficit di attenzione con iperattività (ADHD), di tipo combinato, associato a marcata difficoltà nella regolazione degli aspetti comportamentali e aggressivi”. Negli ultimi tempi i suoi disturbi son cresciuti. Egli, si dice al Melone, vede male, non segue le lezioni, lancia addosso agli altri quel che gli capita, spintona i banchi, corre avventatamente per i corridoi senza fermarsi; potrebbe addirittura uscire per strada, coi relativi pericoli, qualora trovasse un uscio casualmente socchiuso, o fosse in grado d’aprirlo. Rovista nella spazzatura alla ricerca di cibo e quant’altro. Dulcis in fundo, ingiuria chiunque, comprese le Maestre: usa chiamarle “fallite”, forse perché lo Stato le paga poco, per quel molto che fanno. Grandissime in ogni caso le loro responsabilità civili e penali, qualora egli si faccia del male, o ne faccia ad altri. È insomma una mina vagante, ingestibile senza Personale di sostegno 40 ore su 40. Ma Governi e Comuni, si sa, fan gli spilorci. Per un Bimbo così “difficile” la scuola riceve dall’ex Provveditorato una Maestra di sostegno per sole 11 ore, che lei, con autonomo senso di responsabilità e di sacrificio, fa salire a 13, di cui una gratis e l’altra quasi. Nessuno l’ha mai ringraziata. Il Comune aggiunge due ore di sostegno con un Educatore. In totale, 15 ore su 40, un terzo del necessario.

Proprio per sanare quel deficit, la Scuola chiese più e più volte al Babbo di portare personalmente in segreteria un papier originale del Gemelli (o in copia autenticata), che certificasse il peggioramento della malattia. Adducendo o il lavoro, o un funerale, o altri impegni, egli si defilava di continuo. E non si capiva il perché.

(Gli Ispettori accerteranno poi che sua Moglie inviò una e-mail, che restò chiusa, perché non era una pec. Con una foto del papier, senza valore giuridico).

Messo alle strette, il Consiglio di Classe, d’intesa col Preside, prova un’ultima carta di riserva: allontanare il Bimbo per 15 giorni dai banchi, per costringere il Babbo a farsi vivo. L’allontanamento, ben diverso dalla sospensione, non è né una sanzione, né una punizione, non incide sul curriculum, obbliga le Maestre a ripetergli le lezioni perse. Dal 2000 la sua disciplina s’affida all’autonomia d’ogni scuola.

Prime stranezze. Il Babbo poteva ottenere l’immediata e gratuita revoca della misura, rivolgendosi all’Organo di Garanzia che ha ogni scuola. E invece intraprende la costosissima e incerta strada della guerra legale, con un ricorso al Tar, ove si costituisce anche l’Avvocatura dello Stato. Il 4 marzo il Tar concede la sospensiva.

Il 5, il Babbo ha due strade, o di pace, o di guerra. Potrebbe chiedere udienza al Preside, consegnandogli copia della pronuncia Tar. Preferisce presentarsi all’ingresso minacciosamente alle ore 8, spingendo il Bimbo affinché entri. Ma la Bidella lo blocca, la scuola non ha ancora una comunicazione ufficiale del Tar. Ne nasce una gazzarra. Che si sgonfia poco dopo, quando s’apre finalmente una pec, inviata dal Legale del Babbo il giorno prima, alle 16, quando la segreteria era chiusa.

Altre stranezze. Mattino del 10 marzo, domenica. Agresti sta sorbendo a casa un caffè, quando squilla il telefono. Una Collega l’informa. Secondo il giornale on-line “Tecnica della scuola”, una pec riservata dell’USR (Ufficio Scolastico Regionale, ex Provveditorato), l’avrebbe sospeso per 30 giorni, raddoppiabili. Egli casca dalle nuvole e chiede alla sua vice un controllo in Segreteria. Ove infatti giacciono ben due pec dell’USR, a firma entrambe d’un suo Direttore, che ha ottima fama d’equilibrio e prudenza. La data d’entrambe le pec è sabato 9, quando la segreteria è chiusa. La prima, ore 12,22, annuncia un procedimento disciplinare, con contestazione di addebiti, sulla base di due articoli di giornale; e invita Agresti a difendersi. Non ad horas, però. Si difenderà un mese dopo, il 9 aprile 2024, ore 12, sede USR. La seconda pec, ore 13,03, annuncia la sua sospensione immediata, un mese prima della sua difesa. Incredibile svista! Si condanna prima del processo. E si condanna prima del deposito delle relazioni di due Ispettori, nel frattempo inviati dal Ministero. S’ignora peraltro in che modo il giornale on-line ebbe le due riservatissime pec, prima del Preside.

Scoppia una nuova e più ampia bufera giornalistica, che non fa bene né al Ministero, né al Preside, né alla scuola, né alla Famiglia del Bimbo.

Ma scoppia anche una bufera tra i comuni Cittadini, che stimano Agresti, son certi della strumentalità delle accuse, e impiantano una spontanea petizione per il suo immediato reintegro, che in poche ore raggiunge e supera le 1.500 firme.

La revoca. Il 20 marzo vede la luce l’accertamento ispettivo e un verbale del GLO (Gruppo Operativo per l’Inclusione). Entrambi favorevoli al Preside.

E il 21, con pec ore 11,43, il medesimo Direttore di prima torna sui suoi passi; e “revoca con effetto immediato (…) il decreto con cui il dr. Riccardo Agresti (fu) sospeso dal servizio”.

Poco dopo il Provveditorato e il Comune daranno alla scuola le 40 ore di sostegno per il Bimbo. Non si poteva far prima? Evitando l’ambaradan?

Il 22, signor Ministro, ella non ha potuto vedere l’entusiasmo di popolo, oltre un migliaio, con cui il nostro socio Agresti è stato riaccolto a scuola, al suono dell’inno nazionale. Mancava solo la Marcia trionfale de l’Aida.

Ma chi lo risarcirà dei 20 giorni di fango gettati ingiustamente sulla sua persona? È troppo chiedere maggiore prudenza agli Uffici del suo Ministero? Sarà mai possibile individuare eventuali registi (politici e non) di questa brutta storia?

Voglia gradire, signor Ministro, i sensi del nostro cortese rispetto, con la speranza che non finisca tutto a tarallucci e vino. All’italiana, insomma.

Il Presidente del Comitato Villaggio Montebello

(Dr Amedeo Lanucara)

Gen. Feliciano Mancini, vice-presidente

Sign. Maurizio Capparella, vice presidente

Amm. Luigi D’Elia, past president

Dr. Alberto Perra, past president

Cap. corvetta, dr.Leonardo D’Elia, responsabile settore legale

Sign. Enrico Ricciatti, segretario

Sign. Giorgio Pastori, elemosiniere

Dr. Riccardo Russo, componente Direttivo

Sign.ra Francesca Giansanti, componente Direttivo

Sign.ra Giancarla Bonalumi, componente Direttivo

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