28 Aprile, 2024
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No al deposito di scorie nucleari nella Tuscia

Una marcia lunga tre chilometri, 3000 persone, 60 comuni, più di 200 organizzazioni per dire NO al deposito di scorie nucleari nella Tuscia

Sono state settimane di straordinaria mobilitazione. Questa giornata che si conclude all’interno del “Monumento Naturale” di Corchiano è di grande importanza per il nostro territorio e per tutta la Tuscia. Così ha aperto l’assemblea a conclusione della Marcia il Presidente del Biodistretto della via Amerina e delle Forre Famiano Crucianelli.
Al centro di questa grande partecipazione di cittadini, di associazioni e di tutta la rappresentanza istituzionale da quella comunale a quella regionale, con la presenza importante della Diocesi di Civita Castellana.
Vi sono tre parole alla base di questa mobilitazione: irricevibile, inaccettabile, incompatibile, così consideriamo l’ipotesi di portare 95 mila mc di scorie nella Tuscia.
Irricevibile, perché la Sogin nell’ indicare 51 siti, 21 dei quali nella Tuscia, idonei per ospitare il deposito di scorie nucleari ha usato criteri vecchi, sbagliati e faziosi.
Inaccettabile, perché i nostri territori sono ricchi di vitalità sociale di eccellenze economiche, agricole, ambientali e storiche. Territori accoglienti, impegnati a costruire uno sviluppo sostenibile. Non è un caso che la provincia di Viterbo unica in Italia ha 4 distretti biologici. Noi non saremo, né vogliamo essere un territorio assistito, vogliamo essere protagonisti delle nostre vite, né accetteremo che altri possano compromettere il nostro futuro.
Incompatibile, noi siamo un territorio vulcanico, questa origine ci ha dato grandi virtù naturali, ma anche un serio problema, ovvero un’alta radioattività naturale. Ripetiamo ciò che ha detto e scritto l’Ordine dei medici: la Tuscia è incompatibile per la sua radioattività naturale con un deposito di tonnellate e tonnellate di scorie nucleari radioattive.
Questa marcia apre una seconda fase della nostra mobilitazione. Per mesi e mesi abbiamo fatto analisi, osservazioni critiche, dibattiti alle quali hanno partecipato cittadini, agricoltori, accademici ed esperti, da 10 mesi inutilmente abbiamo chiesto al ministro Fratin di rispondere e incontrare i 35 sindaci della Tuscia che avevano chiesto di confrontarsi con lui.
Da oggi “la proposta e la protesta” diventano mobilitazione popolare e istituzionale.
Da questo territorio il testimone di una protesta che è di tutta la Tuscia, passa al territorio di Montalto e dell’area Nord del viterbese. La nostra sarà una marcia itinerante che coinvolgerà tutte le comunità e i cittadini della Tuscia.
Chi a Roma valuta e prende decisioni è bene che interloquisca rapidamente con le nostre ragioni. Noi siamo persone e comunità laboriose e ragionevoli, ma non siamo disponibili a sopportare che le nostre idee siano calpestate, né siamo disponibili a subire l’arroganza di un ministro che, al di fuori di ogni logica politica, rifiuta di ascoltare le rappresentanze sociali e istituzionali dei nostri comuni.
Alla manifestazione hanno portato la loro testimonianza e la loro adesione il Vescovo della Diocesi di Civita Castellana Salvi, il Presidente della Provincia Romoli, la sindaca di Viterbo Frontini, i consiglieri regionali Pannunzi e Sabatini, l’on Rotelli, decine di sindaci, comitati contro le scorie, rappresentanze sindacali e del mondo agricolo, tantissime organizzazioni e associazioni della società civile.

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