1 Maggio, 2024
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IRCCS San Raffaele, Università San Raffaele Roma e Fondazione San Raffaele insieme per il progetto “One Health”

È stato discusso a Roma, presso l’IRCCS San Raffaele, un progetto di ricerca che vede coinvolti in prima linea l’Istituto romano, l’Università San Raffaele Roma e la Fondazione San Raffaele basato sulla visione olistica “one health” della medicina, ossia sull’integrazione di discipline diverse e di pluralità di competenze per un approccio globale alla complessità oncologica.

Medina, ricerca, università e riabilitazione insieme per una visione globale della malattia e delle sue diverse sfaccettature per la quale ha fatto da apripista proprio lo studio del genetista americano Professor Gregg L. Semenza sull’adattamento delle cellule alla disponibilità di ossigeno. “Sappiamo che le cellule tumorali sono diverse” ha sottolineato il Nobel “e per questo è importante trattarle simultaneamente mediante un approccio trasversale. Ogni tumore è differente dagli altri: è quindi fondamentale capire bene cosa genera la diversità e qual è il sistema di cambiamenti che si verifica. La cellula applica meccanismi di adattamento e resistenza quindi se applichiamo più trattamenti insieme possiamo individuare una terapia mirata e combinata. Si tratta della medicina di domani, una pluralità di competenze al servizio della scienza e della clinica”.

Del ruolo strategico della fisica ha parlato Luciano Pietronero, Professore di Fisica alla Sapienza di Roma, Presidente e Direttore dell’Istituto CNR dei Sistemi complessi, Presidente e Direttore della Fondazione Enrico Fermi, illustrandone il nuovo ruolo che dovrà assumere travalicando il rigoroso sistema sul qual sino ad ora si è basata “una fisica in grado di dialogare e interagire con tutte quelle discipline che si possono intersecare nello studio e nella valutazione clinica e scientifica delle malattie oncologiche al fine di poter dare risposte sempre più esaustive e sempre meno settoriali”.

“Sono convinto dell’esigenza di dedicare maggiori risorse in generale alla ricerca ma, tuttavia, voglio rilevare che complessivamente sono stati fatti in Italia parecchi investimenti nell’area della lotta ai tumori che hanno dato un contributo determinante a creare una comunità scientifica assolutamente competitiva a livello internazionale” sottolinea il Ministro della Salute Orazio Schillaci che ha aperto il forum. “Vorrei ricordare le 3 generazioni dei progetti finalizzati CNR degli anni ‘90 dedicati al controllo della cellula neoplastica guidati dal grande scienziato e oncologo Umberto Veronesi, i programmi finanziati dal fondo generato dalla tassa sul fumo del Ministro Sirchia, alleanza contro il cancro il programma Italia – Usa, il programma onco-tecnologico, i programmi di ricerca corrente e finalizzata portata avanti dagli IRCCS e fondamentalmente dal Ministero della Salute. Programmi grazie ai quali sono stati registrati notevoli progressi nella sopravvivenza dei pazienti. Infatti, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi per tutti i tumori maligni in Italia è attualmente del 57,5% (contro il 52,4 della media europea), in aumento rispetto al 51% registrato nel 2005-2009. La diminuzione della mortalità per malattie oncologiche in Italia è stata progressiva. Se consideriamo i dati prima del COVID, che quindi non sono stati influenzati dalla pandemia, siamo passati da 287 decessi su 100.000 abitanti nel 2006, a 262 nel 2013 e a 243 nel 2019. È inoltre da segnalare che, in confronto alla media europea, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi in Italia è attualmente superiore per tutti i tumori maligni. In particolare, se analizziamo i tumori più comuni, l’Italia registra una sopravvivenza superiore alla media europea per il cancro della mammella (86% contro 83%), per il cancro del colon-retto (64% contro 60%) e per il cancro alla prostata (90% contro 87%). Ciò che serve ora è proprio un progetto come questo dal carattere interdisciplinare che affronti la progressione maligna del tumore attraverso l’identificazione di un sistema complesso relativo proprio alla metastasi tumorale. Coerente con la visione olistica di “one health” ossia un modello sanitario basato sull’integrazione di diverse discipline e sull’integrazione tra salute umana, salute veterinaria ed eco-sistema ambientale. È infatti recente l’accordo tra OMS e UE per promuovere in maniera più efficace la salute globale riconoscendo un ruolo centrale sia alla formazione che alla ricerca. Solo cosi considerando l’unicità della salute seguendo l’approccio “one health” si potranno affrontare le impegnative sfide che abbiamo davanti. Per questo mi sento di affermare che questo progetto è una sfida che coinvolge tutti”. Sul concetto di interdisciplinarità sono intervenuti, tra gli altri, anche il Prof. Enrico Garaci, Presidente del Comitato tecnico-scientifico dell’IRCCS San Raffaele, il Prof. Vilberto Stocchi Rettore dell’Università San Raffaele Roma e il Prof. Matteo Russo docente dell’Università San Raffaele Roma e Resp. del Laboratorio di Patologia molecolare, cellulare ultrastrutturale dell’IRCCS San Raffaele.

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