4 Novembre, 2024
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Taxi, per l’Unc, una delusione! Un’occasione perduta

“Una delusione! Purtroppo il Parlamento non ha migliorato il decreto legge varato dal Governo, che resta, quindi, un provvedimento spot inutile” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando il varo del dl Asset.

“Si tratta o di cose inutili o di un riciclo di cose vecchie già sperimentate e fallite miseramente. I Comuni e le Regioni da anni possono aumentare a piacimento le licenze, peccato che, essendo ostaggi dei tassisti, non lo abbiano praticamente mai fatto. Insomma, un incremento che resterà sulla carta, o, peggio ancora, d’ora in poi avrà pure un tetto del 20 per cento che invece prima non esisteva” prosegue Dona.

“Quanto alle licenze di taxi aggiuntive temporanee per fronteggiare incrementi della domanda, è già previsto fin dalla prima lenzuolata Bersani, ossia dal 2006, con il decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, dove fin da allora era previsto, e lo è tuttora, che i Comuni possono rilasciare titoli autorizzatori temporanei per fronteggiare eventi straordinari” prosegue Dona.

“Insomma, sarebbe servito ben altro! Ad esempio eliminare i vincoli territoriali, in modo che sia i tassisti che gli Ncc possano svolgere il servizio dove vogliono, oppure eliminare per gli Ncc l’assurdo obbligo di rientro in rimessa che ancora parzialmente permane nonostante una sentenza della Consulta” conclude Dona.

“L’unica cosa positiva, lato consumatori, è l’intervento sugli algoritmi, ma anche in questo caso si ci limita a rimandare la palla all’Antitrust e non per le ipotesi di pratica scorretta come chiedevamo, ma solo per le ipotesi di abuso di posizione dominante o di intesa restrittiva della concorrenza per le quali, a nostro avviso, l’Antitrust poteva già intervenire. Non per niente abbiamo da tempo presentato un esposto a riguardo. Insomma, bene chiarire all’Antitrust che è di sua competenza fare qualcosa, ma sarebbe stato necessario un passo in più per vietare per legge l’uso degli algoritmi che profilano l’utente e modificano il prezzo di vendita” conclude Dona.

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