21 Maggio, 2024
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Pluralismo e libertà risponde a Usigrainsieme

“Chi fa da sé fa per tre, ma soprattutto fa per sé. L’intrepida maggioranza che governa l’Usigrai, pronta a mettere all’Indice colleghi vincitori di regolari promozioni o job posting aziendali (regolari fino a prova contraria che, se esistesse, si avrebbe l’obbligo di esibire) è stranamente distratto, evasivo ed elusivo quando viene messo davanti a domande e fatti concreti. E non alludiamo solo ai 100 mila euro (questa la cifra secondo indiscrezioni di stampa) spariti dal conto foraggiato dagli iscritti, sui quali l’esecutivo si contorce e si nasconde dietro ad un inesistente segreto istruttorio, mentre farebbe meglio ad esibire le carte”.  E’ quanto affermano i membri della componente sindacale di Pluralismo e Libertà (presente in Usigrai) al comunicato di Usigrainsieme.

“Non si tratta solo di questo”, proseguono i componenti di Pluralismo e Libertà, “Come nella fattoria degli animali di Orwell, secondo l’Usigrai in Azienda ci sono animali piu’ uguali degli altri. Sara’ per diritto dinastico, sara’ per diritto acquisito o per affetti personali, o forse per diritto sindacale, ma si dovrebbe spiegare per quale motivo l’esecutivo tace sul fatto che 100 giornalisti e decine di inviati di Raisport vengono allegramente scavalcati in una funzione specifica e a loro specificamente attribuita, da una collega della TGR Toscana. E’ stato fatto in questo caso un job posting?  E ancora, i doppi e tripli salti sono leciti solo per le promozioni a ruoli di direzione di vari ex segretari Usigrai, promossi dirigenti aziendali subito  dopo aver esercitato il massimo ruolo sindacale? Dal periodo di stallo aziendale dopo incarichi professionali di nomina politica, che ora esigerebbe la componente Usigrainsieme, perché sono stati invece esonerati i loro alti rappresentanti che hanno più volte imboccato le porte girevoli del sindacato,della politica, della dirigenza aziendale? Sono passate per job posting le qualifiche di inviato strappate all’Azienda al tavolo della Commissione Paritetica, delle quali hanno beneficiato proprio indomiti dirigenti sindacali, in barba a molti colleghi che l’inviato lo hanno fatto davvero?”

“E dato che il riconoscimento di una promozione durante l’esercizio del ruolo sindacale comporta l’obbligo delle dimissioni dall’Esecutivo, non ritiene di dover rimettere il suo mandato l’attuale dirigente sindacale di Milano, che quella qualifica l’ha anche lui richiesta al tavolo con l’azienda dove siede di diritto, ma dato che non aveva maturato i requisiti, si è accontentato di tenerla congelata per qualche tempo?”, proseguono, “L’inviato, va da sé, deve essere sempre operativo. Questa qualifica mal si concilia con il ruolo sindacale, che dati i gravosi compiti dei componenti l’esecutivo costringe a faticose e interminabili giornate a Roma e in una perenne campagna elettorale sindacale in tour nelle sedi regionali, a spese degli iscritti. Però c’è il lato positivo: si può tentare di ottenere promozioni fai da te. Anzi, fai per te”

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