Alcune sigle dell’industria, secondo quanto riporta l’Ansa, starebbero valutando la possibilità di partecipare al patto anti-inflazione, al quale hanno già aderito la grande distribuzione organizzata e il commercio.
“Il Protocollo anti-inflazione resterebbe una scatola vuota anche con l’adesione delle industrie. Se l’intesa non viene modificata radicalmente, inserendo ad esempio un elenco specifico dei prodotti, per ognuno dei quali stabilire precisi impegni lungo la filiera, non serve a nulla e l’effetto reale per le tasche delle famiglie è pari a zero” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Le vendite promozionali, gli sconti, specie sulla gamma dei prodotti a marchio, sono già all’ordine del giorno nella grande distribuzione. Nessuna, novità, insomma. Mentre impegni generici a non aumentare il prezzo per 3 mesi possono essere addirittura controproducenti per prodotti come la pasta che dovrebbero, invece precipitare di prezzo” conclude Dona.
“Se invece tutti gli attori in campo si impegnassero a tornare ai prezzi del 2021, allora si che il protocollo aiuterebbe le famiglie ad arrivare alla fine del mese” conclude Dona.