7 Maggio, 2024
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Nell’acqua e nel sangue scorre la vita

Per gentile concessione – “Dona il sangue, dona il plasma, condividi la vita, condividi spesso” è lo slogan della campagna per la Giornata mondiale del donatore di sangue 2023 (World Blood Donor Day) che ad Anguillara Sabazia è stata celebrata con un interessante convegno dal titolo “Acqua e Sangue, tra carenze a ed eccedenza“. La Giornata, istituita nel 2005 dall’Organizzazione mondiale della Sanità, si celebra il 14 giugno, data di nascita di Karl Landsteiner, lo scopritore dei gruppi sanguigni e co-scopritore del fattore Rh.
Il convegno, tenuto domenica 11 giugno prima nella splendida cornice dei giardini del Torrione e poi trasferito a causa della pioggia nella sala consiliare del Comune, nasce da un’iniziativa di Fulvio Vicerè, già presidente regionale Lazio dell’Associazione Volontari Italiani Sangue (AVIS) è stato realizzato dalla sezione di Anguillara dell’AVIS stessa, dal Comune e dall’Intercomunale San Pietro, con una sinergia di intenti volta a evidenziare il valore della solidarietà nell’ambito socio sanitario e istituzionale, le problematiche della persona bisognosa di trasfusioni ed i risultati positivi nel contesto in cui vive.
Dopo i saluti ed i ringraziamenti del presidente del Parco Naturale Regionale Bracciano-Martignano Vittorio Lorenzetti, del sindaco di Anguillara Angelo Pizzigallo e del presidente della sezione comunale AVIS ospitante Mario Fagiani, è stata l’affabile Paola Fiorucci, vice sindaco della Città, a presentare i lavori ed i relatori intervenuti.
Un saluto istituzionale a sorpresa, anche a nome del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, ha porto ai presenti l’Assessore regionale Massimiliano Maselli, facendo riferimento alle iniziative pubbliche in progetto.


Acqua e Sangue, dunque, cioè due elementi importanti, significativi e vitali della natura, che non si possono creare in laboratorio e sono indispensabili per tutti gli esseri viventi, che hanno influenzato e a loro volta sono stati influenzati nel corso dell’evoluzione sociale, sono stati trattati da relatori non solo con profonda conoscenza della materia, ma anche con personale coinvolgimento a testimonianza di un impegno affrontato con amore e rispetto verso l’altro. Traspariva dai diversi contributi l’emozione, il credere fermamente in tutti ciò in cui si spendono nel quotidiano.


Di “Un’emergenza strutturale e sociale, la cui assenza porta anche un problema alimentare e sanitario” ha trattato Filippo Moretti, ricercatore dell’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, che è anche consigliere delegato del Comune di Ladispoli per la delicata problematica della tutela dell’acqua. Moretti ha ricordato che quando l’uomo quando trasforma il servizio idrico in una industria causa problemi gravi, non tenendo conto del naturale fluire dell’acqua, prelevando fonti enormi d’acqua, e causa problemi ecologici come nel 2017 con la grande siccità del lago di Bracciano, con fenomeni di surriscaldamento.
Secondo il relatore, “l’acqua è un bene primario ed una sostanziale risorsa che chiama ad avere coscienza nel suo uso e va spiegato ai giovani come usarla“. Quello che deve emergere, quindi, è una coscienza sociale, una consapevolezza ecologica e sostenibile. “L’acqua, come il sangue la depuriamo e mettiamo nell’ambiente. Non vogliamo vedere la loro scarsità, siamo sensibili e l’AVIS funziona se la lasciamo nelle mani giuste“. Nel concludere Filippo Moretti ha citato Oscar Wilde: “Lo Stato fa le cose utili, l’uomo le belle“, proprio come avviene in tante realtà e “credo che queste cose funzionino per mezzo delle persone“.


Il tema della donazione di sangue, un atto volontario, è stato affrontato dal direttore del servizio di medicina trasfusionale dell’ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma, Ada Maria D’Addosio.
Nelle sue parole, a tratti commosse, ha evidenziato come l’Avis rappresenti un’istituzione che cerca equilibrio tra donatori e necessità delle persone che per vivere devono ricevere sangue. La donazione nasce “dalla sorgente dei donatori e si opera tutti insieme per fare, testimoni di una realtà nella zona di Roma dove opera il San Pietro“.
Situazione testimoniata con garbo dal vice sindaco Paola Fiorucci che ha espresso riconoscenza all’Avis per averla supportata in una vicenda personale.
Quello che molti non sanno è che spesso c’è penuria di sangue, come quello di tipo 0 negativo ed altrettanto spesso c’è allarme per i bambini prematuri, perché va raccolto fresco entro cinque giorni, in numero e date di scadenza. Nelle situazioni difficili come l’esondazione del Tevere o il terremoto del 2016 si è generata una catena di solidarietà “creando un enorme bacino di utenza e di raccolta“, anche se attualmente non ci sono più donatori in quei numeri, persi “perché non c’è la formazione e donare, come sottolineato dal presidente nazionale Gianpietro Briola è un dovere civico che dovrebbe essere molto più capillare e passare per le famiglie “.
Il sangue ha un concetto di scadenza, proprio come l’acqua ecco perché le raccolte sono scadenzate. “Il mio sogno è un equilibrio tra donatori e necessità perché gli ospedali vivono grazie ai centri trasfusionali“, ha detto ancora D’Addosio, che nel concludere ha espresso un particolare ringraziamento a quanti non possono più donare per malattia o età, come chi è colpito da un tumore, dal Parkinson che informano della loro situazione, ma ai quali è sempre rivolta la disponibilità nelle loro particolari esigenze.
È stato poi Fulvio Viceré, l’ideatore ed artefice del convegno, primo di una serie di appuntamenti, a descrivere la situazione dell’AVIS regionale Lazio e della sua personale esperienza con l’Avis. Vicerè, che è anche presidente dell’Intercomunale San Pietro, ha condotto. gli attenti presenti nel percorso dell’Avis Campagnano dagli albori, iniziato con il portare i servizi con un Centro d’emergenza tra Vigili del Fuoco, suo Corpo di appartenenza con un ruolo fondamentale e strategico, donatori di sangue ed amministrazione comunale. Non a caso il titolo del suo intervento era sulla ‘partecipazione delle associazioni, una risposta significativa’, come infatti è avvenuto in tutti questi anni, anche con momenti problematici. “L’Avis è volontariato – ha ribadito Vicerè – ho rimodellato la mia persona per il bene della collettività, dell’Avis stessa“.


Dal suo excursus è emerso che il “sangue è il prodotto della solidarietà di donne e uomini, la donazione è la conclusione di un atto di informazione. “Basti pensare a numeri che fanno riflettere: nel Lazio ogni dieci secondi c’è una trasfusione, sono oltre 1650 i pazienti trasfusi al giorno, 185.000 l’anno le unità di sangue impiegate. È importante, quindi, fare propaganda dalle scuole, con programmi educativi e con i valori dell’educazione civica”. La donazione, ha sostenuto Vicerè, è quindi “un dovere che diventa un impegno ed una scelta, che diventa di proprietà pubblica che va a chi serve, con conseguenti appropriati stili di vita, ma anche controllo della salute“. Il Coordinatore Nazionale Health Italia e promotore mutualistico Riccardo Tomaselli ha parlato di valore della solidarietà e cultura del dono, per la crescita e lo sviluppo del territorio. Responsabilità, della quale nutriamo un livello su noi stessi, Comunità dove siamo chiamati ad aiutare per evolverci e viverci meglio e Partecipazione con persone di alta qualità che incidono con la loro azione sul territorio sono le tre parole chiave del suo mirato intervento che ha evidenziato l’importanza della cultura del dono, come sistema capace di sensibilizzare e creare solidarietà e scambio. “Il bene comune, mentre pensiamo che tutto ci è dovuto, è un dono, una responsabilità sociale da non confondere con la rinuncia – ha detto il relatore. – che fa crescere la qualità dell’ambiente dove viviamo, come un semplice sorriso, una pacca sulla spalla. Ci siamo disabituati a gesti di solidarietà, il dono porta ad educare, ad esprimere solidarietà nel sentirsi fratelli e sorelle, in reciproco sostegno, condividendo una identità collettiva”.
Tomaselli ha portato l’esempio dell’esperienza della Banca delle visite, un progetto solidale attivo su tutto il territorio nazionale creato per offrire prestazioni mediche a quelle persone che versano in particolari difficoltà e non possono curarsi privatamente. difficoltà che non possono attendere i tempi del servizio sanitario nazionale, né hanno la possibilità di curarsi privatamente, promuovendo, appunto, la cultura dell’aiuto reciproco. Il Coordinatore Nazionale Health Italia ha ricordato inoltre che “Donare sangue è fondamentale, è partecipare al bene collettivo, come ha fatto Madre Teresa di Calcutta, rafforza i legami, il cui valore è il senso forte, dove quello che riceviamo è altrettanto forte“. Agire, dunque, per il bene comune tra acqua, sangue, salute, cultura del territorio “è questa la solidarietà con una visione molto molto chiara del futuro“, ha concluso Tomaselli.
Al termine, con la complicità della migliorata situazione climatica, è stato possibile inaugurare la ricca mostra espositiva frutto di un grande lavoro della curatrice Stefania Macioci, promotore mutualistico presso Health Italia e consulente sanità integrativa e welfare Aziendale, alla presenza delle autorità.
In fondo come diceva Henry Ford, ricordato da Macioci e riportato in uno dei pannelli della mostra: “Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo“.
Presenti all’incontro il consigliere comunale di Anguillara Lorenzo Berardi ed il vice sindaco di Fiano Romano Mattia Gianfelice.
Tra le varie delegazioni anche una rappresentazione dell’Avis Comunale Montefiascone. Al termine la Sezione di Anguillara ha offerto ai numerosi partecipanti un aperitivo di saluto, accompagnato da una piacevole colonna musicale di sottofondo.

Laura Ciulli

 

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